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Moschea a Milano

A più di 30 anni or sono risale l’iniziativa del Centro Islamico a guida Ali Abu Shwaima per la realizzazione della Grande Moschea di Milano, culminata con la sottoscrizione di una convenzione tra il Centro Islamico, rappresentante della Comunità Musulmana Milanese e il Comune di Milano, con cui il Comune concedeva al Centro il diritto di superficie di una vasta area del demanio comunale in via del Ricordo per l’edificazione della Moschea Grande. Firmatari: per la Comunità Musulmana, il dott. Ali Abu Shwaima, presidente del Centro Islamico di Milano e Lombardia e per il Comune l’allora assessore Armanini per l’allora sindaco di Milano, Paolo Pillitteri. Come le diverse volte precedenti [piazza S. Marco, area ex-Varesine, area di S. Siro] anche questa volta un virus anti-islamico ha fatto fallire l’iniziativa. A Tutti i sindaci che hanno governato Milano dopo Pillitteri, Formentini, Albertini, Moratti è stata presentata l’istanza per il rinnovo dell’accordo Abu Shwaima-Armanini relativo a via del Ricordo, ma tutti loro hanno fatto orecchio da mercante. L’ultimo sindaco, l’Avv. Pisapia, aveva promesso la Moschea per il 2015, ma si è rimangiato la parola; però la sua amministrazione ha escogitato un sistema per conoscere la topografia dei luoghi di culto musulmani con l’istituzione di un Registro delle Associazioni culturali e della Associazioni religiose e, per quanto riguarda i Musulmani, accantonando la richiesta del Centro Islamico di riesumare il progetto di Moschea di via del Ricordo, ha programmato la “legalizzazione” delle realtà cultuali esistenti [parrocchie musulmane come ebbe a definirle un “esponente musulmano” il quale, opponendosi al progetto del Centro, disse: “Prima facciamo le parrocchie e in un secondo momento il duomo”]. In questi giorni circola in rete un video nel quale “le voci di giovani, ragazze e ragazzi italiani, milanesi, il più delle volte figli di quegli immigrati che finora non sono riusciti a vincere questa battaglia, ci mettono la faccia, spiegando in poche parole, in un video-appello dal perché, vorrebbero un posto dove pregare. Hanno la presunzione di sfondare dove hanno trovato ostacoli e impedimenti coloro che da quaranta anni hanno premuto e premono per la grande Moschea. Sul Corriere della Sera del 19 marzo leggiamo: “Congelato l’accordo con le comunità musulmane di Milano per l’area dell’ex-Palasharp – Moschea, il Comune cambia strategia – Contatti con Marocco e Giordania – Già avviati incontri con i Consolati per un grande luogo di preghiera. Perché il Comune cambi ancora strategia ci vorrebbe una manifestazione unitaria in piazza dei centomila Musulmani milanesi a reclamare la resurrezione del progetto di via del Ricordo del Centro Islamico di Milano e Lombardia, ma, [dall’Amleto di Shakespeare]: "C’è qualcosa di marcio in Danimarca!".

N.° 184

Giumada I° 1435
Marzo 2014

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