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Lo sviluppo delle scienze

Nel rovistare nell’archivio del Messaggero dell’Islàm abbiamo trovato un artico pubblicato sul Corriere della Sera di moltissimi anni or sono [1982]. Siamo quasi certi che nessuno dei nostri lettori sappia cosa significa la parola origami e neanche noi lo sapevamo fino a ora. Lo abbiamo saputo dalla miniera di dati e notizie che è la rete. ORIGAMI è una parola giapponese composta da ORI chesignifica piegare e KAMI carta. Si tratta infatti di piegare la carta senza colla per trasformarla in oggetti graziosi quali animaletti scatole, soprammobili ma anche vere e proprie opere d’arte.
Un giornalista scrittore, appassionato di giochi matematici e di origami, il quale ha tenuto rubriche di divulgazione scientifica su parecchi giornali e riviste ha scritto un libro intitolato ANIMALI IN ORIGAMI Come costruire tanti amici con la carta [Azzità Emanuele, 2005, De Vecchi € 6,72   (Prezzo di copertina € 7,90  Sconto 15%)]. L’articolo di cui abbiamo parlato nella prima riga è a firma Emanuele Azzità, il titolo dell’articolo è:
Quando ebrei e islamici
studiavano insieme le scienze.
Scrisse quanto segue.
Esattamente cinquecento anni fa, nel 1482, a Venezia, per la prima volta, veniva stampato il libro degli Elementi di Euclide. A tale scopo Erhard Ratdolt si era servito di una traduzione dall’arabo fatta circa duecento anni prima da Campano da Novare. Quando si parla del mondo classico, velatamente si afferma la pretesa di una continuità graco-latina della nostra cultura [nota: rectius della cultura occidentale]. Invece dei testi originali dei maestri ellenici [Scienziati e filosofi della Grecia antica] non c’è rimasto nulla [il neretto è nostro]. Aristotele o Apollonio sono conosciuti, perché le loro opere furono tradotte e conservate in arabo per essere successivamente (ritradotto) e trascritte in latino nel tardo Medio Evo. Le radici dello sviluppo scientifico dell’Occidente affondano in Oriente. Fu l’espansione araba [promossa dal movimento di liberazione dell’uomo dal dominio dell’uomo fondato sull’Islàm] a gettare le premesse del Rinascimento. Galileo potè compiere le sue scoperte rivoluzionarie, grazie al maestro originario del Korezm, al-Khuwarizmi, che quasi otto secoli prima aveva introdotto la numerazione indiana [con lo zero e i numeri negativi] nella cultura islamica. Successivamente i nuovi numeri giunsero dagli Arabi [Musulmani] all’Europa, alla fine del Medio Evo. L’Islàm, insediato geograficamente tra Occidente e Estremo Oriente, seppe avvicinare l’esperienza della Grecia Antica con quelle indiane e, addirittura, con quelle cinesi. Mentre l’Europa si dibatteva tra una guerra e l’altra, sorsero a Baghdàd, Fez, il Cairo, Nishapur e altrove le prime università, dove, oltre a discutere di filosofia, matematica, medicina o religione, si realizzavano traduzioni arabe di testi greci o sanscriti. Come ha scritto Seyyed H. Nasr “ancor oggi esistono più testi aristotelici greci in arabo, che in qualsiasi delle moderne lingue europee”.
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Notevole fu il contributo alla cultura araba dei pensatori ebrei o di altre religioni. Ebreo fu ad esempio Abraham ben Ezra, che, nato a Toledo, nel 1092 (la Spagna era araba [rectius: musulmana] allora) divulgò un metodo di risoluzione delle equazioni di primo grado, attribuito al matematico ebreo Job ben Salomon. Furono ebrei il filosofo Saadyah Gaon e il medico Isacco il Giudeo (vissuti ambedue tra il IX e il X secolo), che scrissero entrambi in arabo testi filosofici neo-platonici. Anche il maggior pensatore ebreo del Medio Evo, Mosé Maimonide visse e lavorò nel mondo islamico del XII secolo. Autore di una “Guida per gli sviati” - un tentativo di conciliazione della bibbia con Aristotele, - egli fu medico a capo della Comunità israelitica egiziana [omissis]. La lingua araba nel Medio Evo aveva una importanza pari all’inglese di oggi. Per esempio nella Spagna musulmana, l’Università di Cordoba possedeva 400.000 volumi catalogati in 44 libri. Non vi furono persecuzioni o intolleranze. Anche un papa, Silvestro II, che regnò tra il 999 e il 1003, studiò nella Spagna Saracena. E non a caso egli manifestò notevole interesse per le questioni scientifiche e fu autore di un trattato nel quale fece accenno ai numeri arabi, allora sconosciuti in Europa. Le persecuzioni contro gli Ebrei giunsero invece con le monarchie cattoliche, che PER PRIMA COSA MANDARONO IN FUMO I LIBRI. In Spagna, oggi, non sono rimasti che 2000 manoscritti arabi. La storia del pensiero nel Medio Evo si accompagnò spesso alla tolleranza e a scambi a cui parteciparono uomini di diverse religioni e culture. SAREBBE DAVVERO UN PECCATO DIMENTICARLO (Il pensiero conclusivo è dell’autore dell’articolo, il giornalista-scrittore Emanuele Azzità).

N.° 185

Giumada II° 1435
Marzo 2014

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