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Siamo debitori

Noi Musulmani siamo infinitamente debitori nei confronti dei Compagni [che Allàh si compiaccia di tutti loro] del Profeta [che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria], i quali, per la loro vicinanza all’Apostolo di Allàh [che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria], ci hanno messo in grado di conoscere per filo e per segno il suo insegnamento teologico, il suo insegnamento etico, il suo insegnamento cultuale con la parola e con l’esempio, le sue esortazioni, i suoi precetti, le sue spiegazioni. Immensa gratitudine è loro dovuta per aver narrato il Profeta, [che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria], così efficacemente, da farcelo sentire presente.
È come forma di ringraziamento che
il Messaggero dell’Islàm dà inizio a partire da questo numero a una rubrica speciale per ricordare i più importanti di loro con brevi cenni biografici, in modo che alla fine il lettore assiduo potrà, se Allàh vuole, avere la costellazione dei luminari di prima grandezza, che hanno appreso l’Islàm dal Profeta [che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria], maestro di vita, modello esemplare di comportamento e precettore, accreditato da Allàh [rifulga lo splendor della Sua Luce. I nomi saranno, se Allàh vuole, disposti in ordine alfabetico latino, con indicazione delle loro iniziali in arabo.

A ( أ ع )

Abū Ayyūb al-Anṣārī
(che Allàh si compiaccia di lui)
Il suo nome per esteso era Khālid bin Zàyd Anṣārī al-Khazrāǧī [che Allàh si compiaccia di lui], però e meglio conosciuto con il suo soprannome. Ospitò nella sua casa il Profeta [che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria] al suo arrivo a Yàthrib.
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Fu compagno del Profeta [ṣ] in tutte le campagne che si resero necessarie per la difesa dello Stato islamocratico di Medina dalle aggressioni della miscredenza organizzata.
Dopo la morte del Profeta [ṣ] prese parte, durante il califfato di Mu’àwiyah, alla spedizione per terra e per mare contro Costantinopoli, la capitale dell’Impero bizantino. Morì nell’anno 51 dell’Egira sotto le mura di Costantinopoli e venne sepolto per sua volontà ai piedi delle mura della Città.
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Dopo la Conquista di Costantinopoli da parte del sultano turco ottomano Muhàmmad II, nel 1453 dell’era volgare, venne scoperta la sua tomba e vicino a essa fu costruita una grande Moschea, conosciuta come “la Moschea di Abu Ayyūb”.
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A lui si deva la narrazione di numerosi importanti detti e fatti del Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria.


Abū Umamah al-Bahilī
(che Allàh si compiaccia di lui)
Da lui sono state raccolte numerosissime tradizioni profetiche. Era di origine egiziana e dopo la morte del Profeta [ṣ] si stabilì a Homs in Siria, dove svolse la sua attività di insegnamento dell’Islàm e nella quale c’è ancora la sua tomba [a meno che non sia stata recentemente distrutta da parte del regime di Assad come è capitato ad altre Moschee nel corso della repressione della rivolta]. Tra i Compagni siriani del Profeta [ṣ] fu l’ultimo a mancare all’età di 91 anni nell’anno 86 dell’Egira.


Abū Osayd Anṣārī
(che Allàh si compiaccia di lui)
Fu compagno del Profeta [ṣ] in tutte le campagne, che si resero necessarie per la difesa dello Stato islamocratico di Medina dalle aggressioni della miscredenza organizzata.
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Si spense all’età di 78 anni nel 60 dell’Egira e negli ultimi anni della vita aveva perduto la vista. Fu l’ultimo a morire dei 313 che avevano combattuto vittoriosamente a Badr nell’anno 2 dell’Egira.


Abū Bakr aṣ-Ṣiddīq
(che Allàh si compiaccia di lui)
È Abdullàh bin ‛Uthmān bin ‘Amer bin Ka‘ab at-Taimy, il Quraishita, meglio conosciuto come Abu Bakr aṣ-Ṣiddīq e anche con il nome di ‘Atīq. Il suo nome originale era Abd al-Ka‘abah – cioè servo dellaKa‘aba. Il Messaggero di Allah [ṣ] glielo sostituì con Abd Allah (il servo di Allah). Nacque a Mecca due anni e qualche mese dopo la nascita del Profeta[ṣ] il quale nacque nell’anno dell’elefante, 53 anni prima dell’Egira (avvenuta nel 622 miladico) e morì a Medina, nell’anno 634 e.v., all’età di 60 anni Governò lo Stato islamocratico di Medina, per 2 anni e 5 mesi, dopo la morte del Profeta [ṣ] come primo successore [khalīfah]. Fu il primo e più importante dei Compagni del Profeta, al quale fu vicino in tutte le vicende della Missione profetica. Fu il Profeta [ṣ] a dargli il titolo onorifico di aṣ-Ṣiddīq, il Confermatore della verità). Riferì centoquarantadue detti del Profeta [ṣ].

N.° 186

Ràgiab
1435
Maggio 2014

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