Gino B. Loria
Testimonianza insospettabile

Come tutti sanno, i Musulmani [Uomini fedeli al Verbo divino messo in carta nel Sublime Corano e seguaci dell’insegnamento del profeta Muhàmmad, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria], mentre le tenebre più fitte gravavano sull’Europa [durante i cosiddetti SECOLI BUI del medio Evo], mentre i capolavori del genio greco giacevano negletti in così completa dimenticanza, che persino i nomi dei loro autori erano ignoti anche alle persone più elette [1], seppero comprendere l’imponente grandezza del genio matematico greco; ma, mostrandosi rispettosi dei diritti che hanno gli inventori, non seguirono il malo esempio di altre genti, che non si fecero scrupolo di appropriarsi dei trovati altrui, ne tradussero, invece le opere più significative, per commentarle e in molti casi farvi aggiunte più o meno notevoli; e per rendersi conto dell’ampiezza dei benefici arrecati così dai seguaci di Maometto [che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria] si deve tener conto del fatto che, per parecchi secoli, l’arabo fu il veicolo linguistico universale per la trasmissione del pensiero scientifico, tanto che Cristiani ed Ebrei non si facevano scrupolo di servirsene.

[1] Si osservi che persino Dante, nell’opera del quale si compendia tutta la scienza del Medio Evo latino, mostra di ignorare la grandezza di Archimede, perché se lo avesse conosciuto, lo avrebbe messo con “Euclide geomètra e Tolomeo / a far corona a Aristotele” (Inferno, canto IV 121‑144).

Il brano è tratto da “Le scienze esatte nell’antica Grecia di Gino Benedetto Loria – matematico italiano [Mantova 1862 – Genova 1954]. Insegnante di algebra e geometria analitica all’università di Genova negli anni 30 del secolo scorso, è principalmente ricordato per i suoi contributi allo sviluppo degli studi di storia della matematica. I suoi libri sono stati tradotti in diverse lingue, soprattutto in tedesco. In suo onore il suo nome e cognome è stato dato a un asteroide: 27056 Ginoloria