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Racconto
Chi va a piedi
e chi va a cavallo

Un devoto di nome Ibrāhīm  era messo in strada  a piedi, per recarsi alla Mecca al fine di adempiere al precetto del quinto pilastro dell’Islàm, che è l’esecuzione del Ḥàgg [il Pellegrinaggio maggiore alla Casa di Allàh], la cui esecuzione è obbligatoria per chi ne abbia le possibilità economiche e la capacità fisica di sostenere le difficoltà del viaggio.
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Mentre Ibrāhīm camminava nel deserto, accompagnando il passo con la recitazione del “Labbày-ka, Allahùmma, labbày-k”, che è la giaculatoria che il pellegrino recita alla Mecca, venne raggiunto da un uomo, che viaggiava a cavallo. L’uomo a cavallo conosceva Ibrāhīm e, avendolo riconosciuto, dopo averlo salutato con l’augurio di pace  e di misericordia divina su lui [as-salàmu ‘alày-kum wa rahmatullàh!”, Chiese: “Ibrāhīm, dove è che stai andando così, a piedi, nel deserto?”.
Ibrāhīm dopo aver risposto al saluto con l’augurio di pace di misericordia divina e di benedizioni [wa ‘alày-kumu s-salàm wa rahmatu-llàhi wa barakàtu-Hu], rispose alla domanda, dicendo: “Sto andando alla Mecca al-mukarramah per eseguire i riti del Pellegrinaggio”. 
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L’uomo a cavallo osservò: “La strada da qui alla Mecca è lunga e tu ci vai senza cavalcatura?”. Ibrāhīm replicò: “In verità, io ho molte cavalcature, che tu non vedi”. Allora l’uomo a cavallo, incuriosito, chiese: “O Ibrāhīm, quali sono queste tue cavalcature?”. Ibrāhīm rispose: “Quando vengo colpito da una disgrazia,  cavalco la cavalcatura della pazienza; quando sono vittima di un torto,  cavalco  la cavalcatura del Ringraziamento; quando vengo fatto segno a un colpo del destino cavalco la cavalcatura della rassegnazione”. 
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L’uomo a cavallo, dopo aver udito queste parole, esclamò: “Va’ con la benedizione di Allah, o Ibrāhīm!  Tu si - che vai a piedi - sei veramente a cavallo  mentre chi è veramente a piedi sono io, che vado cavallo!”.

N.° 188

Dhu-l-Hìggiah
1435
Settembre 2014

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