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At-Tarawīḥ

Dato che, come dice Allàh [rifulga lo splendor della Sua Luce] nel mese di Ramaḍān “è stato fatto scendere il Corano, guida per gli uomini, chiarimento della guida e discriminatorio” è entrato a far parte della consuetudine della Ummah che ogni notte, dopo la celebrazione del rito di adorazione della notte, ṣalātu-l‛ishā‹, venga eseguita, in forma congregazionale, una devozione nàfl, chiamata “at-tarawīḥ”, nel corso della quale viene recitato dall’Imām un trentesimo del Sublime Corano, per cui alla fine di Ramadàn tutto il Corano è stato recitato dall’Imām e ascoltato dai fedeli.
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La recitazione è frazionata nelle otto rak‛āt o nelle venti ràk’ah complessive, dopo la recitazione di sūratu-l-fātiḥah di ogni ràk’ah. Ogni quattro ràk’āt viene fatta una pausa di riposo, che in arabo si dice tàrwah, il plurale [fratto] della quale è tarawīḥ e da questo plurale prende il nome la devozione.
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Il Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, eseguiva da solo questa devozione in Moschea e in questo era imitato da fedeli che, anche loro, la eseguivano singolarmente.
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Il Profeta. che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, disse: “Chiunque compia riti [supererogatori] d’adorazione nelle notti del mese di Ramaḍān con fede sincera e speranza nella ricompensa di Allàh riceve il perdono di tutti i suoi precedenti peccati [o come disse]”. Ibn Shihāb raccontò: “L’Apostolo di Allāh [Allàh lo benedica e l’abbia in gloria] morì e le persone continuarono a praticare in quella maniera, che fu osservata per tutto il Califfato di Abū Bakr, che Allàh si compiaccia di lui, e nei primi giorni del Califfato di ‘Umar ibn al-Khaṭṭāb”.
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‛àbdu-r-Rahman bin ‛àbdi-l-Qārī disse: “Una notte di Ramaḍān uscii in compagnia di ‘Umar ibn Al‑Khaṭṭāb (e andammo) nel Màsǧid dove trovammo la gente che eseguiva riti d’adorazione in diversi gruppi: un uomo da solo, un altro dietro un piccolo gruppo. Allora ‘Umar, che Allàh si compiaccia di lui disse: “A mio avviso sarebbe meglio raccogliere tutti questi sotto la direzione di un Qārī (Recitatore)”. Egli mise in atto la sua opinione, raggruppandoli dietro a Ubay bin Ka‛b [uno dei Compagni che conosceva a memoria tutti il Corano, Allàh si compiaccia di lui]. Un’altra notte andai di nuovo (nel Màsǧid) in sua compagnia e le persone stavano eseguendo il rito dietro il loro Recitatore” [Sāḥīh al-Bukḥāri: Volume 3, Libro 32, n°. 227]. Ciò avvenne durante il mese di Ramaḍān dell’anno 14 dell’Egira [l’era musulmana, iniziata nel 622 dell’era cristiana] ‛Umar nominò tra la gente recitatori del Sublime Corano con l’incarico di guidare il tarawīḥ per uomini e donne”.
E Allàh ne sa di più.

N.° 192

Ramadàn
1436
Giugno 2015

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