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MAOMETTO
E LA BUFALA

Dice Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce nel Sublime Corano: “Nella diversità delle vostre lingue e dei colori della vostra pelle ci sono segni…”. Dobbiamo dedurre che anche i fenomeni linguistici fanno parte di un progetto di Allàh, l’Altissimo, e, se è vero come è vero che non si muove foglia che Iddio / Allàh non voglia, anche il fenomeno linguistico che si chiama metatesi vocalica [anche metatesi sillabica] ha alla sua origine un “decreto divino”, poiché nulla accade negli universi materiali e immateriali indipendentemente dal volere di Allàh. La metatesi vocalica [sillabica] è un fenomeno che si verifica sovente nel passaggio di una parola da una lingua a un’altra e anche nella stessa lingua. Il nome del Profeta di Allàh, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, il quale ha ricevuto la Missione di diffondere l’Islàm, è MUHAMMAD che nella lingua italiana viene reso con la parola MAOMETTO. Questo nome proprio è il risultato finale di un complesso di fenomeni linguistici di cui la metatesi vocalica è quello principale. Vediamoli.
MOHAMED, con il passaggio della seconda vocale nella posizione della prima e della prima nella posizione della seconda dà luogo a MAHOMED; la dentale D si trasforma nella dentale T [anche in turco: MèhmeT] e ne viene MAHOMET, la H, che in italiano è muta, cade e la T raddoppia per eufonia e si maschilizza con la O. Ecco MAOMETTO. Noi Musulmani, però, abbiamo il dovere di chiamare il nostro venerato Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, con il suo nome proprio nella lingua araba, nel quale è implicita la lode di gratitudine da noi a lui dovuta per essere il Messaggero finale di Allàh, che ha svolto con grande passione e perseveranza la missione affidatagli da Allàh, l’Altissimo, e di essersi sforzato per la causa del suo Signore, fino a quando esalò l’ultimo respiro, lasciandoci un patrimonio di insegnamenti e di precetti, dalla cui pratica è possibile all’uomo ottenere la salvezza dal fuoco, non senza l’apporto decisivo della misericordia di Allàh, il Misericordioso il Clementissimo, rifulga lo splendor della sua Luce. Quindi, quando uno di noi parla con un non musulmano, che usa il nome Maometto, gli s’ha da dire che, pur essendo questo modo di menzionare la persona a noi più cara il risultato di un complesso fenomeno linguistico che il nome originario ha subito nel passare dall’arabo all’italiano, noi Musulmani gradiremmo che esso venga pronunciato nella sua forma originaria araba: MUHAMMAD, al quale noi facciamo seguire l’eulogia: Che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, o altra formula in lingua araba, in obbedienza al precetto divino: “Allàh e i suoi Angeli esaltano il Profeta! O voi che credete, esaltatelo anche voi augurategli Pace!”.
L’occasione di queste doverose precisazioni linguistiche l’ha data la BUFALA del 29.3.16 del seguente tenore: “Il premier Renzi si è espresso così stamattina all’uscita di Palazzo Chigi: ‘Crediamo sia importante favorire l’integrazione degli immigrati mussulmani, per questo motivo abbiamo deciso di sostituire l’ora di religione, con un’ora di Corano. Crediamo che questo aiuterà i nostri ragazzi ad integrare i loro corrispettivi islamici”.
Nella lingua italiana, che è una lingua neo-latina, il maggior numero di lemmi del vocabolario/ dizionario della lingua italiana, derivano dal latino e nella nostra lingua abbiamo la parola favola, che deriva dal latino fabula, dove la labiale B si trasforma nella labiale V tra i significati della parola favola c’è quello di “notizia [invano] spacciata per vera”, “fandonia”. Questa notizia, spacciata per vera è una bufala, questa parola non ha nulla a che vedere con il bovino di cui mangiamo la deliziosa mozzarella, “la mozzarella di bufala”, ma ha a che vedere con la metatesi sillabica, prodottasi meccanicamente nella mente del primo utente della stessa, che certamente ha studiato il latino al Liceo, per cui da fabula è uscito bufala. Certamente lo spacciatore della notizia falsa della esternazione, mai avvenuta del Presidente del Consiglio dei Ministri, deve avere uno spirito nostradamusiano in quanto di sicuro verrà, se Allàh vuole, un momento in cui gli alunni di tradizione religiosa islamica, saranno, inevitabilmente, per motivi demografici in numero maggiore di quelli di tradizione laica o religiosa locale, per cui l’insegnamento oggettivo della dottrina del mondo e della prassi dell’Islàm si renderà necessario, sia per rispetto della verità storica [oggi maltrattata nei libri di testo scolastici], sia in funzione della armonizzazione tra la popolazione scolastica dei diversi cammini religiosi, da cui verrà messa fuori gioco la demonizzazione dell’Islàm. Possiamo affermare, con le dovute limitazioni che il bufalista è dotato di un buon spirito critico di previsione del trend socio-culturale della società italiana.

N.° 197

Ràgiab
1437
Aprile
2016

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