Home Archivio

 

EGITTO
TRAGICO

In Egitto, dal 30 giugno del 2013 fino a ora, il numero dei morti non è inferiore a 2500 persone e il numero delle incarcerazioni sale a 60.000 e a questi numeri sconvolgenti bisogna aggiungere un numero imprecisato di sparizioni forzate. Da quel gennaio del 2011, nel quale fu spodestato il presidente Hosnī Mubārak succeduto a Anwar Sadāt nell’anno 1981, l’aumento degli assassinii, delle torture e delle detenzioni da parte del braccio armato della dittatura è stato documentato dalle organizzazioni dei diritti umani, sia locali sia internazionali. Tutte le fonti informative attendibili sono concordi nel segnalare che la situazione è peggiorata dal 2013, l’anno della presa del potere da parte del generale Abd el-Fattāḥ Al-Sisi, il quale nel luglio di quell’anno con un colpo di stato, sbalzava dal potere il primo rais [presidente] eletto democraticamente nelle urne, dopo 62 anni di dittatura militare Dopo aver promesso di non voler governare, alla fine si presentò l’anno seguente alle elezioni, ottenendo il 93 % dei suffragi, come tutti dittatori negli “Stati di banana” con la partecipazione, alle elezioni solamente del 47% degli aventi diritto. Alcuni anni or sono in periodo elettorale si svolse in un caffè di Milano uno scambio di frasi tra un italiano e un egiziano. L’italiano dice: “Poche ore dopo la chiusura dei seggi elettorali noi sappiamo già il risultato finale!”; e l’egiziano: “Noi siamo più avanti di voi perché noi sappiamo già il risultato finale molte ore prima dell’apertura dei seggi elettorali”.. In questa atmosfera di palese terrorismo di stato va inquadrata la morte violenta di Giulio Regeni, il quale faceva ricerche di carattere sociologico sul movimento dei lavoratori in Egitto, movimento messo fuori legge dalla dittatura. Giulio è scomparso il 25 di gennaio di quest’anno, il giorno del 5°anniversario della rivoluzione, nelle vicinanze della piazza Taḥrīr del Cairo e la sua salma, con visibili segni di tortura, è stata fatta ritrovare alcuni giorni dopo in una cunetta laterale di una strada alla periferia del Cairo.
La madre di Giulio nel vedere la foto della salma straziata di suo figlio alcuni giorni prima dell’inizio dei tentativi delle autorità egiziane di depistare le indagini, disse: “L’ho riconosciuto dal naso, perché quanto al resto non era lui, era irriconoscibile!”.
Le nostre più sentite condoglianze alla famiglia Regeni così duramente colpita dalla brutalità di un regime dittatoriale, la cui colpevolezza per la morte di Giulio è indubitabilmente dimostrata dagli sforzi dei suoi responsabili politici ad alto livello, per occultare la verità dei fatti.

N.° 197

Ràgiab
1437
Aprile
2016

Sfoglia on-line

Scarica PDF