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PIERCING

Piercing è voce verbale - participio attivo del verbo pierce - che significa penetrare, quindi “penetrante”, che penetra. La parola, sottintendendo “oggetto”, assume valore di sostantivo e indica l’oggetto fatto penetrare in una parte del corpo [naso, lingua, ombelico, labbra, arcata sopraccigliare].
Quando il Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, disse:
“Chi si assimila a una comunità entra a farne parte e con quel popolo si presenterà nel giorno del Giudizio”,
intendeva dire - e si evince dal fatto che il messaggio è rivolto ai musulmani – che il musulmano che adotta una pratica tipica di chi pratica regole di vita che non si trovano nel Sublime Corano e nell’Insegnamento del Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, non appartiene alla sua Ummah e nel giorno del giudizio sarà giudicato da Allàh, l’Altissimo, con coloro dei quali ha adottato la pratica tipica, UN MODO DI DIRE DEL PROFETA, che Allah lo benedica e l’abbia in gloria, per dire HARAM. Non è difficile pensare che collegato al piercing c’è l’abbandono del rito d’adorazione, del digiuno, il vestire alla maniera della giahilìyyah, di mentire, di parlare in maniera scurrile…. il piercing è un sintomo appariscente di miscredenza!
Cito: <<<non è sicuramente una pratica ereditata dalle mogli del Profeta -’alày-hi s-salàtu wa s-salàm [madri dei Credenti, che di esse si compiaccia Allàh] - dei suoi Compagni e dei loro Seguaci, ràdiya-llàhu ‘àn-hum. È una pratica tribale primitiva; una moda – tra l’altro recente - di persone, maschi e femmine, non credenti, che vediamo sfilare nella strada, nei magazzini, nelle pubblicità>>>.
A mio avviso, chi la pensa diversamente cerca giustificazioni!
Puoi portare un cammello alla fonte ma non puoi costringerlo a bere.
E - certamente – Allàh, l’Altissimo, ne sa di più.

N.° 198

Shabàn
1437
Maggio
2016

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