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IL CRIMINALE EPISODIO DI MACERATA

Il criminale episodio di Macerata, che ha visto come protagonista uno scellerato di nome Luca Traini, ventottenne, incensurato, finito su tutti i giornali per avere sparato contro un gruppo di stranieri, ferendone sei, deve mettere sull’avviso i titolari del diritto di voto, che nelle ultime tornate elettorali hanno disertato le urne, su ciò a cui può portare il loro astensionismo: l’implosione del sistema democratico. Lo scellerato sparatore di Macerata con il suo gesto ha messo in evidenza le devastanti conseguenze della propaganda razzista xenofoba e anti-islamica di alcune aree politiche con velleità maggoritarie, all’assalto del potere. Il voto è l’occasione per fermarle! I colpi di pistola che <hanno seminato il panico per le vie di Macerata> hanno da essere un segnale di allarme e determinare la maggioranza astensionista a votare per i partiti la cui linea politica è diametralmente opposta a quella terroristica [matrice di azioni che seminano nelle strade il pànico tra la gente, non il panìco per i piccioni!]. L’apostolo della violenza venuto alla ribalta della cronaca <nera> era stato candidato in un paese di 15,000 abitanti nel maceratese con la Lega Nord alle elezioni del 2017, nel cui programma c’era <il controllo degli extracomunitari>, ha di <nero> anche la camicia mentale, cioè – per uscir di metafora – l’ideologia anti-democratica dello squadrismo fascista delle origini e di quello delle <brigate nere> della Repubblica di Salò. Non dimentichiamo che Mussolini e Hitler arrivarono al potere <legalmente> mediante il consenso, anche se espresso come risultato di propagande <terroristiche> e che quei voti furono il suicidio dei <deboli> sistemi democratici di Italia e Germania. A conclusione della sua dimostrazione pratica dei devastanti effetti socio-politici dei seminatori di odio bifronte contro gli stranieri e contro l’Islàm, lo sparatore di Macerata indossa quel <tricolore> - di cui Bossi, il fondatore della Lega, disse quel che disse – sale sul monumento ai Caduti e saluta romanamente, prima di essere arrestato.
E’ sperabile che Traìni non tràini sulle sue orme gli sfiduciati di una sistema che nasce dal metodo democratico, come quello in cui viviamo, e di cui a suo tempo Wiston Churcill, il celebre statista inglese del secolo scorso, disse qualcosa che potrebbe essere sintetizzato così: <Non è perfetto [il metodo democratico], ma non ne conosco di migliori>.

N.° 211

Giumada I° 1439
Gennaio
Febbraio
2018

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