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IL CALIFFO AL-MU’TAṢIM
E LA DONNA MALMENATA

Un giorno il Califfo al‑Muʿtaṣim1 fu informato che una donna musulmana era stata fatta prigioniera e a Umuriyyah era stata malmenata da un bruto a tal punto da farle gridare: “Yā Muʿtaṣim!”. Il fatto fu riferito al Califfo, il quale all’udir quella notizia, rispose a tamburo battente al suo grido, dicendo: “Labbay-ki! Labbay-ki!” [Rispondo al tuo appello! Rispondo al tuo appello!]. Ciò detto mobilitò un contingente di 70.000 soldati e messosi alla sua testa raggiunse Umuriyyah e la conquistò. Fece poi comparire al suo cospetto il bruto, lo fece giustiziare e liberò la donna.
[Da un post del Fratello Muhàmmad ‘àbd-el-Ḥàqq].
1). Al-Muʿtaṣim bi-llāh Abū Isḥāq Muḥammad ibn Hārūn al-Rashīd (Baghḍād, 794 – 5 gennaio 842), fu l’ottavo califfo della dinastia abbaside.Aal-Muʿtaṣim bi-llāh (Colui che è sotto la protezione di Allah) fu - dopo al-Amīn e al-Maʾmūn - il terzo figlio di Hārūn al-Rashīd ad assumere il 10 agosto 833 la dignità califfale abbaside, succedendo a suo fratello al-Maʾmūn.
(Da Wikipedia, l’enciclopedia libera)

N.° 212

Shabàn 1440
Aprile 2019

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