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L’INGANNO EUTANASIA

E LA CONDIZIONE DELL’UOMO SULLA TERRA

Viviamo in un tempo, nel quale la dominante visione del mondo si fonda sul materialismo ateo, il cui perno è la pseudo-scienza, targata evoluzione, che viene insegnata nelle scuole a partire dalle elementari, nonostante che ne sia dimostrata ampiamente la natura di credo dogmatico.
Dal punto di vista islamico ci troviamo di fronte a un inganno colossale, che ha come autore Shayṭān, che assiduamente lavora, giorno e notte, insieme ai suoi accoliti umani per fuorviare dalla conoscenza della verità che riguarda la condizione dell’uomo sulla Terra: la condizione di creatura.
Lo scopo della creazione dell’uomo è che egli realizzi la sua autentica identità, attraverso l’adempimento dei suoi doveri e l’esercizio dei diritti, attribuitigli dal Creatore nel codice di vita dell’Islàm.
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Il Seduttore, quindi, per realizzare il suo scopo, inventa «diritti» che son violazione di norme date dal Creatore e tra essi: 1) il diritto di decidere sul che fare del proprio corpo, come manifestazione della libertà individuale; 2) il diritto di orientamento sessuale; 3) il diritto di usare sostanze psico-attive [alcol e stupefacenti]; 4) il diritto di aborto; 5) il diritto di suicidio assistito; 6) il diritto di eutanasia.
E’ vero che il dolore fisico, la sofferenza psichica, la perdita della propria dignità e indipendenza possono diventare insostenibili, ma soltanto un materialista, che pensa che la morte porrà fine alla sua esistenza di strazio, può pensare di sottrarsi ai suoi dolori, uscendo di scena.
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Shayṭān sa bene che l’eutanasia «liberamente scelta», per sottrarsi a dolori, anche atroci, immette chi a essa ricorre in una eternità di sofferenze più atroci di quelle terrene a cui egli vuole porre fine, per cui tira fuori l’argomento che «una società civile non dovrebbe costringere nessun individuo a sopportare queste condizioni e che la libertà di scelta, essendo un diritto fondamentale, ha da essere motivo sufficiente perché lo Stato si doti di leggi che regolamentino l’eutanasia.
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La cosa è in corso, attualmente, in Italia, in cui, fino a questo momento, si distingue l’eutanasia da altre pratiche che hanno per oggetto la “fine della vita”. L’eutanasia attiva è assimilabile, in generale, all’omicidio volontario (art. 575 codice penale). In caso di consenso del malato si configura la fattispecie prevista dall’art. 579 c.p. (Omicidio del consenziente), punito con reclusione da 6 a 15 anni. Anche il suicidio assistito è un reato (art. 580 c.p. Istigazione o aiuto al suicidio) e proprio in questi giorni la Corte Costituzionale ha emesso una sentenza, nella quale dichiara non punibile l’«assistente», quando siano osservate certe condizioni, con invito al Parlamento di legiferare in materia.
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Nella visione del mondo dell’Islàm l’eutanasia è equiparata all’omicidio, perché è una suggestione diabolica che il corpo sia «proprietà» della persona capace di intendere e di volere, per cui ha «diritto» di disporne come meglio crede.
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No e poi no! Oggettivamente l’uomo, anima e corpo appartiene al suo Creatore, per diritto d’Autore, il quale «yuḥyi wa yumit» cioè dà la vita e dà la morte. Provocarsi la morte è peccato gravissimo, perché il suicida, togliendo la vita a se stesso, agli occhi di Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce, ha, praticamente, «tolto la vita a tutto il genere umano»!
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La sofferenza del fine vita è senz’altro una prova della consistenza della nostra fede, cui Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce, ci sottopone e nella sopportazione della quale Egli ci purifica dei peccati da noi commessi, senza averne la consapevolezza. Per questo, essendo una delle caratteristiche spirituali del musulmano l’essere sempre soddisfatto del suo destino, nel quale egli vede il Decreto Divino, perché egli sa che nulla avviene indipendentemente dal Decreto di Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce, mai farebbe ricorso al suicidio «fai da te» e mai farebbe ricorso al suicidio assistito, come morituro e come assistente! Dice Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce: ««« Per questo abbiamo insegnato nella scrittura rivelata ai Figli d’Israele che chiunque uccida un uomo salvo che non si tratti di un omicida o di uno che diffonde la corruzione sulla terra è come se uccidesse tutta l’umanità, mentre chi salva la vita ad un uomo è come se salvasse la vita a tutti gli uomini. I Nostri Apostoli portarono loro informazioni chiare, però, ciò nonostante, la maggior parte di loro, dopo ciò, commettono eccessi sulla terra.(32) »»» [Corano V].

N.° 215

Muhàrram 1441
Settembre 2019

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