(Nel nome di Dio il Sommamente Misericordioso il Clementissimo)
 
Biografia del Profeta
(che Allah lo benedica e l'abbia in gloria)
 

Di stirpe semitica, di nazionalita' araba, appartenente al clan dei Beni Hascem (Hascemiti), facente parte della tribu' dei Quraish (Coreisciti), figlio di Abdullah bin Abdel Muttalib e di Amina bintu Wahb, del clan dei Beni Zuhr, il Profeta Muhammad  nacque alla Mecca, il 12 del mese di Rabi' primo dell'anno 53 prima dell'Egira (569 e.v.).

Figlio di madre vedova, essendo il padre suo defunto alcuni mesi prima della sua nascita, rimase, ben presto, orfano anche di madre, in tenera eta'. Fu il nonno Abdel Muttalib a prendersi cura di lui, quando la madre, Amina, mori' e quando, pochi anni dopo, anche il nonno mori', fu lo zio Abu Talib ad accoglierlo nella sua famiglia. Da piccolo fu pastorello di pecore e di capre, poi garzoncello nel negozio dello zio Abu Talib, che faceva il commerciante. Non appena fu diventato grande si mise in propio e ben presto con la sua grande correttezza commerciale si mise in luce nell'ambiente mercantile della Mecca.

All'eta' di 25 anni sposo' la nobile vedova Khadigia, una donna d'affari, titolare di una ben avviata impresa commerciale, per conto della quale aveva portato a termine con grande successo una missione commerciale a Damasco, la capitale della Siria bizantina. All'eta' di 40 anni, nella notte del 27 Ramadan dell'anno 13 prima dell'Egira (609 e.v.), in una grotta del monte Hira, che domina La Mecca, ricevette dall'angelo Gibril, su lui la pace, l'investitura di PROFETA ed APOSTOLO di ALLAH, con la prima rivelazione coranica.

Per 13 anni predica l'Islam alla Mecca. Il Messaggio, dapprincipio, viene ascoltato con indifferenza da quasi tutti ipotenti della citta', mentre la parte piu' sana del popolo minuto meccano dopo aver compreso che l'essenza del messaggio e' "la liberazione dell'uomo dal dominio dell'uomo", lo accetta con entusiasmo.

Quando i dirigenti della classe dominante si rendono conto che L'islam e' la liberazione dell' uomo dall'idolatria e dalla schiavitu', cercano di corrompere il Profeta , invitandolo a desistere dalla sua attivita' in cambio di onori e ricchezze. Il rifiuto del Profeta  di farsi integrare dal sistema, provoca la persecuzione, che culmina con un attentato alla sua vita. Allah salva il Suo Apostolo dal complotto ordito dalla dirigenza meccana e gli ordina di trasferire la sede della predicazione dell'Islam a YATHRIB.
Il trasferimento della sede dell'attivita' apostolico-profetica dalla Mecca a Yathrib (che assume il nome di MEDINA : citta' del PROFETA) prende il nome di EGIRA (parola araba che significa EMIGRAZIONE). L'Egira avvenne nell'anno 622 dell'era volgare e 21 anni dopo, sotto il califfato di 'Umar ibn al Khattab, l'evento venne scelto come inizio dell'era musulmana per la datazione degli atti.

Il Profeta Muhammad  edifica a Medina lo Stato islamico, cioe' l'organizzazione politico-religiosa della Comunita' dei Musulmani, ma i politeisti idolatri della Mecca aggrediscono ripetute volte Medina per distruggere l'Islam. Allah, sia gloria a Lui l'altissimo, manda a vuoto tutte le aggressioni dei nemici dell'Islam e nell'anno ottavo dell'Egira ordina la liberazione della Mecca dal dominio idolatrico.
Dopo avere abbattuto gli idoli, che contaminavano con la loro presenza la Sacra Moschea, il Profeta Muhammad  consacra nuovamente la Nobile KA'BAH, il Santuario cubico eretto dal Profeta Abramo e da suo figlio Ismaele, su di loro la pace, al culto di Allah, l'UNICO a cui e' dovuta l'adorazione di ogni creatura vivente e l'UNICO a cui l'uomo ha il dovere di rivolgersi per chiedere soccorso.

Due anni dopo la liberazione della Mecca dal potere idolatrico, il Profeta  vi si reca in Pellegrinaggio e pronuncia nella sosta di Arafat quel discorso che passera alla storia dell'Islam come il "discorso dell'addio". In questo discorso, tra le altre cose fondamentali per l'ordine islamico, dice : "Vi lascio due cose! Se voi rimarrete attaccati ad esse, non andrete mai in perdizione : IL LIBRO DI ALLAH e la mia SUNNA." Dopo il suo rientro a Medina, il Profeta  cade ammalato e muore, all'eta' di 63 anni, dicendo, nell'esalare l'ultimo respiro : "All'Amico Supremo."
 

 

(La lode appartiene ad Allah, il Signore dei mondi)

 


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