header
 

 

Come è fatta una Moschea

La moschea è un edificio in cui si svolgono le pratiche religiose dell'Islàm e specialmente il rito congregazionale di adorazione.

Fu lo stesso Profeta Muhàmmad, che Allàh lo benedica e l'abbia in gloria, a fondare la prima moschea a Medina, nell'anno 622 dell'era volgare (anno 1° dell'Egira), quando in quella città si trasferì, per ordine di Dio (Allàh è la parola araba che significa Uno, Unico e Uni-personale Dio-Creatore di tutte le realtà dell'universo, sia animate che inanimate!).

La parola italiana MOSCHEA deriva dal verbo arabo sàgiada, che significa prosternarsi, mettendo la fronte per terra, attraverso la deformazione ispanica MESQUITA della parola araba màsgid (luogo della prosternazione).

La moschea primitiva è un ampio cortile recintato, con piccole costruzioni in legno addossate al muro, di cui quelle poste verso La Mecca destinate al culto e le altre ad abitazione.

La moschea, oltre che essere sede di attività religiosa, è anche, non solo centro della vita sociale della comunità musulmana, ma anche, al tempo del Profeta e dei Califfi sede di attività politica e diplomatica.

Nei primi tempi dell'espansione islamica, la pianta schematica di una moschea consta di un grande cortile di forma rettangolare, in cui, al centro, sorge una fontana,destinata alle abluzioni dei fedeli. Intorno al cortile corre un porticato semplice o multiplo, coperto con un tetto o con una caratteristica serie di cupolette.

Sul lato del rettangolo perpendicolare alla direzione in cui si trova La Mecca c'è una nicchia, chiamata in arabo "al-mihràb", che indica la direzione della Mecca (al-qìblah) verso la quale i fedeli devono orientarsi nell'esecuzione del rito d'adorazione. Alla destra della "nicchia direzionale" (al-mihràb), rialzato da pavimento, c'è un elemento di arredo della moschea, chiamato "al- minbar" , che è costituito da una scala che porta ad un podio con un sedile, da cui il predicatore del rito di adorazione congregazionale del venerdì fa la predica ai fedeli (la predica si chiama "al-khùtbah). Ogni moschea, poi, ha uno o più minareti.

In tempi successivi la moschea si caratterizza in forma di grande sala per il rito di adorazione, ricoperta a tetto, a volta, a cupola e, in qualche caso, il muro esterno di recinzione è fortificato per la difesa dei fedeli da eventuali attacchi. Intorno all'anno 1000 dell'era volgare, gli architetti musulmani introducono la costruzione in mattoni. Le prime moschee edificate con il mattone vengono realizzate in oriente, dove viene usato l'arco a sesto acuto; in un secondo momento si comincia a costruirne in occidente, dove divengono caratteristici l'arco a pieno centro e quello a ferro di cavallo.

Dopo il 1000, nell'area dominata dai Turchi, la moschea incomincia ed essere progettata e realizzata come edificio a composizione, culminate in una grande cupola, costruita sopra la sala centrale piramidale.

Nel 1453 Costantinopoli, conquistata dal sultano turco Mehmet II, diventa la capitale dell'Impero ottomano. La grandiosità di • Santa Sofia •, benché le sue strutture siano in condizioni di spaventoso degrado alla caduta dell'Impero bizantino, dopo le devastazioni subite ad opera dei predoni della 4° crociata (i cavalli di San Marco a Venezia provengono dal saccheggio di Costantinopoli), si impose agli architetti.

Nei secoli successivi la Basilica viene presa a modello dagli architetti, i quali accentuano nelle moschee la sua composizione planimetrica e lo schema volumetrico piramidale, dato dallo sviluppo degli arconi, delle volte a semi-bacino e della cupola centrale. L'edificio, nel suo complesso architettonico, assume una forza ed una compattezza, mai raggiunte fino ad allora, che culminano, verso la fine del XVI sec. nella Moschea di • Solimano il Magnifico • a Istanbul e nella Moschea di • Selim • ad Adrianopoli.

Le costruzioni più recenti ricalcano, più o meno, gli schemi tradizionali.

MINARETO

La parola italiana "minareto" deriva dall'arabo "al-manàrah", cioè una torre portante una luce, cioè un faro.

La caratteristica torre della moschea, avente presso la sommità una terrazza sporgente, da cui il muezzin invita i fedeli al rito d'adorazione, si chiama " al-mà>zanah", cioè il luogo da cui viene fatto "al-azàn" (la chiamata al rito) da "al-mu>àzzin"(il convocatore al rito).

Nella lingua italiana è la parola minareto quella che indica la torre della chiamata al rito d'adorazione.

I Minareti furono introdotti nel VII sec. nella forma a base quadrata, tipo che, poi, ebbe diffusione anche nel • Maghreb • (Marocco) e nell'• Andalus • (Spagna musulmana). Al centro della terrazza finale si ergeva un'altra piccola torre, anch'essa a pianta quadrata con una copertura a forma di piramide o a cupola semisferica. Il minareto a pianta ottagonale prevalse, in principio, nelle regioni iraniche; fra il 1100 e il 1200 fa la sua comparsa il minareto cilindrico a pianta circolare, esile e snello, che porta presso la sommità una piattaforma, pure essa circolare e sporgente a sbalzo, sormontata da un altro piccolo cilindro, coperto con una cupola semisferica o con la caratteristica "cupola a bulbo".

Nell'impero ottomano il minareto cilindrico acquista snellezza e lievita con terminazioni appuntite a cono.

Interessanti sono i due esemplari di torri-minareto con scala a spirale esterna, delle quali la più imponente si trova a • Samarra • in Iràq e l'altra nella moschea di • Ibn Tulun • al Cairo.

Il minareto, di solito è unito a coppie, ma, sovente, nelle moschee se ne hanno più di due. La posizione primitiva nelle moschee era sull'asse della navata e sul lato del cortile opposto a quello in cui era ricavato il "mihràb"; in seguito vennero posti sugli angoli del cortile (e allora furono in numero di tre o quattro), oppure ai lati del portale (minareti a coppia) per accentuarne la posizione e la monumentalità.