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La prima decade
di dhū-l-ḥìggiah

“Dice Allàh, Rifulga lo splendor della Sua Luce, nel Sublime Corano: <<<Chiama le genti al pellegrinaggio: verranno a te a piedi e con cammelli slanciati, da ogni remota contrada, per partecipare ai benefici che sono stati loro concessi; e invocare il Nome di Allah nei giorni stabiliti, sull’animale del gregge che è stato loro attribuito in nutrimento. Mangiatene voi stessi e datene al bisognoso e al povero (Ḥàǧǧ:27,28)>>>. Ibn ‛Abbāṣ, che Allàh si compiaccia di lui, cugino e Compagno del Profeta, il quale riferì ben 1660 hadīth dell’ Apostolo di Allàh, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, disse che i giorni stabiliti sono i primi dieci giorni di Dhū-l-Ḥìǧǧiah”. Sono i giorni delle cui notti parla Allàh, rifulga lo splendor della Sua luce nella prima e nella seconda àyah della sura al-fàǧr, la sura ottantanovesima del Sublime Corano che inizia con le parole: Per l’alba (1) e per le dieci notti (2). Ibn ‛Abbāṣ che l’Apostolo di Allàh, Allàh lo benedica e l’abbia in gloria disse: “Per le dieci notti! [che è il Giuramento, con il quale Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce assevera il Messaggio coranico affidato a Suratu-l-fàǧr] significa i primi 10 giorni di dhū-l-Ḥìǧǧah”. Con Ibn ‘Abbāṣ, che Allàh si compiaccia di lui diversi Compagni di primo piano del Profeta, che Allàh si compiaccia di loro, tra i quali Ali ibn Abī Ṭālib, anche lui cugino del Profeta e genero di lui, che Allàh lo esalti, hanno detto che il significato di questa àyah è l’alba del primo giorno di dhū-l-Ḥìǧǧah e e che quella del giorno del sacrificio è la chiusura delle dieci notti”. Ibn ‘Abbāṣ riferì, inoltre, che il Messaggero di Allah, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, disse: “Non ci sono giorni, nei quali le opere buone sono più amate da Allah di quelle compiute in questi giorni [cioè: in questi dieci giorni]. I presenti chiesero: “O Messaggero di Allah, neanche il gihād fī sabili-llāh?”. Rispose, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria: “Neanche il gihād fī sabili-llāh, a parte quello di colui che esce con se stesso e con la sua ricchezza e non torna con nessuna dei due”. [cioè il martire]. (Bukhārī, Abū Dawūd).

N.° 188

Dhu-l-Hìggiah
1435
Settembre 2014

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