Home Archivio

 

AL-ISRĀ‹
WA-L-MI’RĀJ

La notte del 27 del mese di Ràǧab [leggi ràgiab], il mese nel quale ci troviamo, il Profeta Muhàmmad, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria [dal calar delle tenebre all’alba] viaggiò dalla Mecca ad Al‑Quds (Gerusalemme) – da al‑Quds alla divina Presenza e dalla divina Presenza ritornò alla Mecca. Il miracolo della notte del giorno 27 di Ràgiab è riassunto in tre parole: al-Isrā‹ wa l-mì‛rāǧ.
Nel corso di questa notte, dal calar delle tenebre all’alba il Profeta [che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria] fu protagonista di uno straordinario Miracolo dell’Onnipotenza divina: Allàh [rifulga lo splendor della Sua Luce] lo trasportò in un batter d’occhi dalla Moschea Sacra della Mecca alla Moschea Remota da Gerusalemme, da cui lo fece ascendere alla Sua Presenza, riportandolo prima dell’alba alla Mecca È dopo dodici anni dall’inizio della sua Mis­sione Profetica, che L’Apostolo di Allàh, Allàh lo be­nedica e l’abbia in gloria, fece questa esperienza straordinaria. Egli fu trasportato agli estremi confini della realtà creata, dove ha termine l’esperienza tridi­mensionale e il tempo si dissolve; e da lì, oltre la lu­ce, egli [che Allàh lo be­nedica e l’abbia in gloria], fu fatto penetrare nei portentosi abissi dell’inesplorabile eternità, al cospetto della Realtà Divina; egli, Allàh lo be­nedica e l’abbia in gloria, nella sua pienezza di creatura, limi­tata nel tempo e nello spazio, fu ammesso ad affacciarsi, grazie all’Onnipotente misericordia del Creatore, sull’Infinita Maestà Divina e a sentirne l’Ineffabile Presenza.
Il suo viaggio fu un VIAGGIO FISICO, non il frutto d’un esperienza onirica o di una visione estatica! Allàh, Onnipotente Egli è, concesse al Suo Profeta, Allàh lo be­nedica e l’abbia in gloria, un’esperienza, straordinaria che lo svincolò dalla dipendenza spazio-temporale, a cui l’uomo non può sfuggire, trasportandolo a dorso del lam­po, nella notte santa del 27 di RAGIAB, dal SACRO TEMPIO CUBICO, costruito alla MECCA dal profeta IBRĀHĪM (su lui la pace) e dal suo figlio primogenito, il profeta ISMĀ‹ĪL, alla MOSCHEA REMOTA di al-Quds, costruita sempre dal profeta IBRĀHĪM (su lui la pace) e dal suo figlio secondogenito, il profeta ISḤĀQ (su lui la pace) quaranta anni dopo. Dopo avere adorato l’Onnipotente nel TEM­PIO REMOTO (al-màsǧid al-Aqṣā) il Pro­feta Muhàmmed, Allàh lo be­nedica e l’abbia in gloria venne introdotto dal SIGNORE DEI MONDI nella realtà invisibile. Egli, che Allàh lo be­nedica e l’abbia in gloria, entrò nella Realtà invisibile, con il suo CORPO e con la sua ANIMA.
Il verbo usato, àsrā, viaggiare di notte, è usato nel Sublime Corano per indicare il movimento «fisico» di un corpo, anche nella Sura XX (ayah 77) dove Allàh, rifulga lo splendor della sua Luce, ordina a Mosè (su lui la pace) di «muo­versi» con i Suoi servi per abbandonare l’Egitto. Questo esclude che «al-isrā‹ wa l-mi’rāǧ» - il viaggio not­turno e l’ascensione al cielo - sia stata un’esperienza spirituale e che si sia tratta­to di un «viaggio onirico!». Se si fosse trattato di un «viaggio onirico» o di una «visione estatica» Allàh, l’Altissimo, avrebbe usato la parola appropriata per signifi­care che si era trattato di un sogno o di una visione... come nella sura Yūsuf [Giuseppe] (Ayàt 5-6) e nella sura XXXVII (ayah 102). Perciò, siccome Allàh è La Verità [AL-ḤAQQ] e LA PAROLA DI ALLAH è Verità, che si esprime anche in chiarez­za linguistica e proprietà terminologica, non ci possono essere dubbi circa il fatto che Viaggio notturno e l’ascensione del Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, sia stata un’esperienza vissuta fisicamente.

N.° 197

Ràgiab
1437
Aprile
2016

Sfoglia on-line

Scarica PDF