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Ramadàn, il mese
in cui fu rivelato
il Sublime Corano

Il Profeta, che Allàh lo benedica e l'abbia in gloria, ha insegnato: "L'Islam è basato su cinque (pilastri): (1) la testimonianza che non c'è divinità tranne Allàh e che Muhàmmad è l'Apostolo di Allàh; (2) il rito di adorazione; (3) il pagamento delI'imposta coranica; (4) il digiuno nel mese di Ramadàn; (5) il pellegrinaggio alla Casa (di Allàh) quando se ne abbia la possibilità."

Il digiuno nel mese di Ramadàn, quindi, è il quarto pilastro delI'Islam. Il mese di Ramadàn, nel quale il digiuno è obbligatorio, è il nono mese del calendario lunare.

Il digiuno consiste nell'astenersi dall'introdurre nel corpo: cibo, bevanda o altra sostanza, non solo per bocca, ma anche per qualsiasi altra via, nonché dalI'astenersi dal rapporto coniugale. Quanto sopra riguarda l'esercizio di un dominio sul proprio corpo, sulla propria fisicità, da parte del fedele, ma il tutto è inutile, se il credente è incapace di dominare la propria lingua, astenendosi dalla maldicenza, dalla menzogna, dalla calunnia; se è incapace di dominare le tentazioni, la cattiva condotta, il peccato!

Il digiuno purifica. Esso purifica l'anima e la mente. Esso rammenta - con i morsi della fame ed il tormento della sete - lo sterminio per fame di milioni di persone, assassinate ogni anno nel mondo dalla logica perversa del profitto, che è figlia del dominio dell'uomo sull'uomo. Esso ricorda all'uomo il suo dovere di aiutare i suoi simili che soffrono e di combattere l'ingiustizia nella ripartizione delle risorse alimentari. Il Profeta Muhàmmad (che Allàh lo benedica e l'abbia in gloria) disse: "Chi va a dormire con la pancia piena, mentre il suo prossimo soffre la fame non è credente (o come in arabo disse (che Allàh lo benedica e l'abbia in gloria))".

Il digiuno è, anche, un rimedio antichissimo per molte malattie. La medicina moderna stessa lo prescrive come cura efficace per guarire certe malattie.

Chi è tenuto al digiuno

Ogni musulmano, maschio e femmina, sano di mente e di corpo, è tenuto al digiuno.

Chi non è tenuto al digiuno

1) I bambini. Quando, però, essi hanno raggiunto l'età scolare - e dopo una visita medica per accertare le loro condizioni fisiche - essi possono essere incoraggiati a digiunare per qualche ora al giorno, fino a quando raggiungono la capacità di sopportare le privazioni che il digiuno impone.
2) Le persone malate, quelle che sono fragili di salute, quelle che sono entrate nella terza età e nella quarta età, i viaggiatori, le mamme che allattano, le donne in gravidanza possono non digiunare, se c'è pericolo che il digiuno sia pregiudizievole la salute.
Le donne mestruate non devono digiunare durante il periodo mestruale, ma devono recuperare i giorni che non hanno digiunato in Ramadàn, sicchè il loro digiuno sia complessivamente di 29 o di 30 giorni, a seconda della lunghezza di Ramadàn.

Obbligo del recupero

Tutti coloro che non hanno digiunato, hanno l'obbligo di recuperare i giorni non digiunati in Ramadàn, fatta eccezione per il giorno della Festa della Rottura del Digiuno (1° del mese di Shawwàl).

Che cos'ha di speciale Ramadàn ?

Ramadàn è per i Musulmani un mese benedetto! Essi sono incoraggiati a comportarsi in modo tale da ottenere la benedizione divina attraverso il digiuno e l'abbandono delle vanità del mondo, durante tutti i giorni del mese benedetto. Il Musulmano, nonostante lo sforzo a cui lo sottopone il digiuno, lavora anche durante il mese di Ramadàn e non si lascia sviare dalle suggestioni di Satana che lo tenta per convincerlo a sottrarsi alle difficoltà fisiche provocate dal caldo, o dal freddo, o dall'umidità, o dalla siccità. Inoltre egli si prodiga in opere di bene ed evita le tentazioni del maligno, che è sempre in agguato sulla via dell'uomo, per allontanarlo dai suoi doveri verso Allàh (rifulga lo splendor della Sua luce). Quando, poi, un fedele è già costante nell'osservanza dei comandamenti di Allàh (rifulga lo splendor della Sua luce), allora egli deve aumentare le sue devozioni, la sua generosità, il suo ricordo di Allàh con la "recitazione del Sublime Corano" (il quale fu fatto scendere da Allàh (rifulga lo splendor della Sua luce), proprio nel mese di Ramadàn).

La consapevolezza di quale infinita misericordia Allàh (rifulga lo splendor della Sua luce) abbia effuso sugli uomini con la rivelazione del Sublime Corano, attraverso il Suo Servo e Apostolo, Muhàmmad figlio di Abdullàh (che Allàh lo benedica e l'abbia in gloria) porta il fedele a esprimere la sua riconoscenza e il suo ringraziamento, conducendo un'esistenza, vissuta in gioiosa obbedienza al Sublime Corano e alla Nobile Sunna muhammadica, tutta permeata dal Timore di Allàh (at-Tàqwā), che produce benefici effetti non solamente sulla vita della persona e della famiglia, ma anche sulla vita sociale.

Dopo il rito di adorazione del "calar delle tenebre" (salātu-l-‛išā‹), si tiene un rito speciale, propri del mese di Ramadàn (salātu-t-tarawīh) (questo è il nome arabo della devozione particolare che i Musulmani offrono nella prima parte della notte di ogni giorno di Ramadàn), che viene eseguito - preferibilmente nella Moschea - in modo congregazionale. In esso l'imām recita un 30° del Sublime Corano sicché, alla fine del mese, tutto il Sublime Corano è stato recitato dall'Imām e ascoltato dai fedeli.

Quando inizia Ramadàn?

Il calendario islamico è un calendario lunare, il che significa che ogni mese ha inizio al novilunio e termina al novilunio successivo. Per quanto riguarda il mese di Ramadàn, il mese del digiuno, esso ha inizio, se c'è stato l'avvistamento della nona luna nuova dell'anno lunare al tramonto del sole del giorno 29 di Sha‛bān (il mese che precede Ramadàn); se il giorno 29 di Sha‛bān, subito dopo il tramonto del sole, non c'è stato l'avvistamento della luna nuova, Sha‛bān ha 30 giorni. Se il 29° giorno di Shabàn il cielo è coperto, anche se il novilunio, c'è stato (e la cosa risulta dalle tavole che indicano le lunazioni) il mese di Sha‛bān si considera di 30 giorni e solo dopo il 30° giorno di Sha‛bān, il Ramadàn ha inizio. Il mese lunare, infatti, può essere di 29 o di 30 giorni. L'inizio e la fine del digiuno, quindi, sono legati all'avvistamento della luna nuova del 9° e del 10° mese dell'anno lunare. La luna naviga nel cielo sia che noi la vediamo, sia che non la si veda.

Ciò che conta, per l'inizio del digiuno, è l'avvistamento della falce di luna del novilunio, quando la luna, tramontato il sole, è ancora sopra l'orizzonte occidentale, al tramonto del 29 di Sha‛bān e non quello che dicono le tavole stronomiche!

Raccontò Salmān il Persiano (uno dei più intimi Comites del Profeta, che Allàh lo benedica e l'abbia in gloria), che Allàh si compiaccia di lui:

"Uno degli ultimi giorni di Sh‛abān, l'Apostolo di Allàh (che Allàh lo benedica e l'abbia in gloria), ci fece una khùtba (sermone) nella quale disse:

"O uomini, sta per farvi ombra un mese sublime e benedetto! Un mese nel quale c'è una notte meglio di mille mesi. Un mese i digiuni del quale sono obbligatori e la veglia notturna di adorazione nelle sue notti è meritoria. Esso è il mese della pazienza e la pazienza ha per ricompensa il paradiso! Esso è il mese dell'uguaglianza ed un mese in cui la Provvidenza verso i credenti viene aumentata. Chi dà in esso ad un digiunante di che rompere il digiuno riceverà perdono e salvezza dal fuoco e riceverà una ricompensa pari a quella del digiunante senza che nulla venga tolto alla ricompensa del digiunante."

Allora gli fu detto: "O Apostolo di Allàh, non tutti noi siamo in grado di far rompere il digiuno a un digiunante!"

Rispose: "Riceverà questa ricompensa anche chi farà rompere il digiuno a un digiunante con un dattero, o con un sorso d'acqua o con una tazza di latte! Esso è un mese in cui la prima parte è misericordia, la parte mediana è perdono e l'ultima salvezza dal fuoco! Fate frequentemente in questo mese quattro cose: con due di esse otterrete il compiacimento del vostro Signore e di due di esse non potrete fare a meno.

Quanto alle cose con cui otterette il compiacimento del vostro Signore esse sono: la testimonianza che non c'è divinità tranne Allàh e che Gli chiediate perdono. Quanto alle due cose di cui non potrete fare a meno: che chiediate ad Allàh il Paradiso e che Gli chiediate scampo dal fuoco!

E chi avrà dissetato un digiunante, Allàh lo disseterà alla mia fonte con un sorso, che gli toglierà la sete fino a quando non sarà entrato nel Paradiso."

La Notte del Destino (Làylatu-l-qàdr)

L'importanza della notte del destino, la notte nella quale fu rivelato il primo brano del Sublime Corano è stata efficacemente descritta nella Sura 97 del Sublime Corano:

"La Notte del Destino è meglio di mille mesi!" (làylatu-l-qàdri khàyrun min àlfi šàhr).

Essa è la Notte Santa del mese benedetto, in cui scende dall'alto il Libro della liberazione dell'uomo dal dominio dell'uomo. l'arrivo del quale il Profeta Muhàmmad (che Allàh lo benedica e l'abbia in gloria), annunciava ai Suoi Comites (as-sahābah), che Allàh si compiaccia di loro ®, dicendo:

"È giunto a Voi Ramadàn, il Signore dei mesi (sàyyidu-š-šuhūr). Sia esso il benvenuto!".

In questa Notte Santa e Sublime gli Angeli e lo Spirito (l'angelo Gibrīl) scendono sulla terra con le benedizioni del Signore, portando a ogni cosa il suo destino fino alla notte del destino dell'anno dopo. Parte della umma muhammadica crede che essa cada nel 27° giorno del mese di Ramadàn, secondo un'interpretazione prevalente; secondo alcuni interpreti essa può cadere in una delle notti dispari della terza decade.

Il Profeta (che Allàh lo benedica e l'abbia in gloria) ha detto: "Chi compie la veglia notturna di adorazione nella Notte del Destino per fede e per amor di Allàh riceve il perdono dei peccati commessi!".

Benefici del digiuno

Il digiuno stimola il sentimento della fratellanza e della solidarietà umana verso coloro che la fame la patiscono non volontariamente, ma a causa della loro indigenza, attivando il soccorso e la beneficenza, nonché la volontà politica di rimuovere le condizioni che producono la povertà e l'indigenza. Il digiuno è una disciplina che avvezza l'uomo a sopportare la fame e le privazioni, a vincere le debolezze umane, durante l'arco diurno della giornata, tutti i giorni, per un mese! Inoltre aiuta chi è vittima di certi vizi a liberarsene; il fumo, per esempio.

In più, esso consolida e irrobustisce la forza di volontà con l'autodisciplina ed il self-control. Il Digiuno è la forma più autentica di adorazione, poiché esso non dà modo di farsi notare ed è l'espressione di un rapporto interiore e diretto tra la creatura umana e il suo Creatore.

Per questo la Ricompensa che Allàh (rifulga lo splendor della Sua luce) riserva a chi digiuna per amore di Lui non avrà limiti!

Il Profeta Muhàmmad (che Allàh lo benedica e l'abbia in gloria) disse: "Allàh ha detto: "Tutte le cose che il figlio di Adamo compie, le compie per sé stesso, tranne il digiuno, che lo compie per Me. Ed Io sono la sua ricompensa per esso!" (o come disse!)".

Zakātu-l-fìtr

Zakātu-l-fìtr è l'atto di beneficenza che il digiunante deve compiere, perchè il suo digiuno venga accettato da Allàh (rifulga lo splendor della Sua luce).

Esso consiste nel pagamento di un importo pari al prezzo di un pasto medio.

Questo importo è dovuto da ogni digiunante per sé medesimo e per le persone che sono a suo carico, sia che digiunino o che non digiunino (il pagamento di zakàt-ul-fitr è dovuto anche per un neonato venuto al mondo l'ultimo giorno di Ramadàn).

Il pagamento di zakātu-l-fìtr deve essere fatto alla Cassa della Comunità di appartenenza prima che inizi il rito congregazionale dell'adorazione della Festa della rottura del Digiuno.

La somma raccolta va distribuita tra i poveri della comunità musulmana locale o di altre comunità se non ci sono poveri.

N.° 172

Ramadàn 1433
Luglio 2012

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