Il Ricordo di Allàh**
Il Musulmano che vive in un ambiente socio-culturale non islamico, nel quale la filosofia di vita dominante è materialista e sostanzialmente atea, se vuole mantenere integra la dignità che gli deriva dall’essere Musulmano e salvarsi dall’assimilazione ha il dovere di riflettere sugli Insegnamenti del Sublime Corano e quelli del Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, riguardo al Ricordo di Allàh, dai quali risulta la sua fondamentale importanza per la vita del Musulmano.
Nel Ricordo di Allàh il Musulmano esprime la consapevolezza della propria identità di creatura nel tempo, destinata a una vita futura di gioia nella dimensione dell’eternità, che potrà realizzare, non senza l’apporto determinante della misericordia di Allàh**, mettendo in pratica le regole di esistenza, che Allàh** ha dettato nel Sublime Corano.
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E poiché nel Sublime Corano la regola più rilevante è quella che ordina di obbedire all’Apostolo di Allàh* e di prenderlo come modello di vita, anche l’obbedienza all’Apostolo di Allàh* è un dovere per chi voglia realizzare il Paradiso.
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°°°°°La differenza esistente tra chi ricorda Allàh e chi non ricorda Allàh è quella esistente tra il vivo e il morto. °°°°°
Questa è un insegnamento del Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, il quale disse anche:
°°°°° “La più nobile forma del ricordo di Allàh della mia comunità è la recitazione salmodiata del Corano”°°°°°
e a proposito del Sublime Corano è stato autorevolmente detto, che esso
°°°°°“è il Libro di Allàh, che non solo contiene notizie del passato e del futuro, ma anche notizie del presente. Allàh manderà in perdizione l’arrogante che se ne allontana e colui il quale cerca altrove la propria guida sarà fuorviato da Allàh. Esso è la fune di salvezza lanciata da Allàh all’umanità, è il Sapiente Ricordo, la Diritta via! Esso ha il potere di impedire alle passioni di fuorviare l’uomo e alle lingue di dire falsità. Coloro che sanno, non riescono mai a saziarsene e la continua ripetizione della recitazione del suo testo non produce noia. I suoi miracoli sono innumerevoli. I ginn, quando lo udirono, non solo non si allontanarono, ma dissero: “Abbiamo udito una recitazione meravigliosa che guida alla verità e abbiamo avuto fede in essa!”. Colui che parla con le sue parole, dice la verità; colui che in base a esso prende le sue decisioni, decide con giustizia, colui che agisce in base a esso, sarà ricompensatoe chi a esso invita è stato guidato su una via diritta.”°°°°°
L’importanza del ricordo di Allàh mediante la recitazione del Sublime Corano è enorme.
Disse il Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria:
°°°°°Chi recita il sublime Corano come si deve ha per compagni gli angeli e chi ce la mette tutta per recitarlo pur avendo difficoltà di lingua avrà una doppia ricompensa. °°°°°
E ancora:
°°°°°Chi recita il Sublime Corano senza leggere il Libro ha un accredito di mille punti-paradiso, mentre chi lo recita leggendolo dal Libro ha un ulteriore accredito, fino a duemila. °°°°°
Per questi benefici, che derivano dalla sua recitazione, come forma principe, di Ricordo di Allàh, il Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, caldamente esortò a imparare a recitare il Sublime Corano e a recitarlo! E fece una suggestiva immagine, dicendo:
°°°°° “Chi dopo aver imparato il Sublime Corano lo recita ad alta voce è paragonabile alla boccetta del profumo del muschio, da cui, quando è aperta il profumo del muschio si diffonde tutto intorno. Chi, al contrario, dopo avere imparato il Sublime Corano ci dorme sopra, è come una boccetta di profumo, ma chiusa. °°°°°
E con un’altra suggestiva immagine il Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria dipinse la figura di chi recita il Sublime Corano, dicendo:
°°°°°“Il credente che recita il Sublime Corano è come il frutto del cedro: ha buon profumo e buon sapore! Per contro: “Il credente, invece, che non recita il Sublime Corano è come il dattero: ha buon sapore, ma non ha profumo!”. °°°°°
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Il Ricordo di Allàh, rifulga lo splendore della Sua Luce, si attualizza nel fedele, quando egli indirizza ad Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce, la sua invocazione.
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Nella prima sura [Capitolo] del Sublime Corano, la Sura al-fātiḥah, l’invocazione ad Allàh, l’Altissimo, Unico che può esaudire ciò che in essa viene richiesto, si pone come uno degli elementi distintivi della personalità del Musulmano, il quale adora unicamente Allàh, obbedendo ai Comandamenti del Sublime Corano e ai precetti alla della nobile Sunna, e solamente ad Allàh, l’Onnipotente, eleva la sua domanda di soccorso:
iyyā-Ka nà‛budu wa iyyā-Ka nasta‛īnu
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L’elemento interiore fondamentale, che costituisce la base dell’identità islamica è la consapevolezza che l’unico destinatario del culto e dell’invocazione ha da essere Allàh, l’Altissimo.
Nell’invocazione c’è, quindi, una sostanziosa forma di Ricordo di Allàh, l’Altissimo, in obbedienza a quanto Egli ci ha ordinato, come mezzo di conservazione della regolarità islamica della nostra vita.
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Allàh, rifulga lo splendore della Sua Luce, in diversi passi del Sublime Corano esorta al Ricordo.
Nella sura III (āl Imrān = la famiglia di Imràn) all’ayah 41 Allàh, l’Onnipotente, a Zaccaria, il quale Lo invoca per avere un figlio, dopo avergli comunicato il segno dell’accoglimento della sua preghiera, dice: “Ricorda molto il tuo Signore e glorificalo al mattino e alla sera”.
Nella sura VII (al-à‛rāf = le creste montane) all’àyah 205, dice: “Ricordati del tuo Signore nell’animo tuo, con umiltà e riverenziale timore, a bassa voce, al mattino e alla sera. Non essere dei noncuranti!”.
Nella sura XVIII (al-khf = la caverna), all’àyah 24 Allàh, l’Altissimo, dice: Non dire mai di nessuna cosa: “Sicuramente, domani farò questo…senza dire: “Se Allàh vuole!” Se avrai dimenticato di dirlo, ricordati del tuo Signore e di’: “spero che il mio Signore mi guidi in una direzione migliore!”
Nella sura LXXIII (al-Muzzammil = l’Avvolto), all’àyah 8, Allàh, l’Altissimo, esorta al Ricordo, dicendo: Menziona il nome del tuo Signore e consacrati totalmente a Lui, il Signore dell’Oriente e dell’Occidente, non c’è divinità, tranne Lui. Prendi Lui come protettore. Sopporta con pazienza quello che dicono e allontanati con dignità!”. Nella sura LXXVI (al-Insān = l’uomo) all’àya 25, Allàh dice, sia gloria a Lui l’Altissimo: “Menziona il nome del tuo Signore al mattino e alla sera e durante la notte prosternati a Lui e glorificalo a lungo nella notte. Coloro che amano l’effimero, trascurano un Giorno grave!”.Nella sura XXXIII (al-aḥzāb = i coalizzati), all’àyah 41, dice; “O voi che credete, ricordate spesso il nome di Allàh e glorificatelo al mattino e alla fine del giorno. Egli è Colui che effonde le Sue benedizioni su voi con i Suoi Angeli per farvi uscire dalle tenebre alla luce. Egli è Misericordioso con i Credenti.
Nella sura LXII (al-Giùmu‛ah = il venerdì), dice: “O credenti, quando viene fatta la chiamata al rito dell’adorazione del Venerdì, accorrete al Ricordo di Allàh, e lasciate ogni affare. Ciò è meglio per voi se lo sapeste. Poi, quando il rito è terminato, spargetevi sulla terra alla ricerca della grazia di Allàh, e molto ricordate Allàh, affinché possiate avere successo”. Nella sura II (al-bàqarah = la vacca) all’àyah 152, l’Altissimo dice: “Non temete coloro che prevaricano, ma temete Me, se volete che io realizzi su voi la mia Grazia e forse sarete ben guidati. Ricordatevi di Me Io mi ricorderò di voi, siatemi riconoscenti e non rinnegateMi”. Nella sura (al-à‛rāf = le creste montane), all’àyah 201, il Signore dei Mondi, dice: “Se ti coglie una tentazione di Satana, rifugiati in Allàh. Egli è Colui che tutto ascolta e conosce. In verità, coloro che temono Allàh, quando li coglie una tentazione, Lo ricordano ed ecco tornano di nuovo padroni di loro stessi.
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Il Ricordo di Allàh, rifulga lo splendore della Sua Luce, è implicito nell’invocazione. Per questo essa ha per Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce, un valore di devozione, quasi equivalente a quello del Rito dell’adorazione.
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Allàh, l’Altissimo, ama che il fedele innalzi a Lui le sue invocazioni, e colui che invoca Allàh trova sempre aperte le porte della Sua Misericordia! L’invocazione, mentre esprime la consapevolezza dei limiti che il servo ha della propria capacità da un lato, esprime, dall’altro, il riconoscimento della Onnipotenza del Creatore dei Cieli e della Terra. Il Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, disse: “Allàh, di norma, non lascia vuota la mano, che è stata alzata verso il cielo nell’invocazione!”(o come disse).
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Assodata, quindi, l’importanza dell’invocazione nello stile di vita islamico e con la certezza che, se Allàh, l’Altissimo, non esaudisce una richiesta in questa vita la esaudirà nell’altra, essa, come forma del Ricordo di Allàh, deve essere fatta nei momenti nei quali più facilmente Allàh, risponde e i momenti nei quali Allàh, l’Altissimo, risponde sono:1) Alla fine di ognuno dei cinque riti d’adorazione della giornata; 2) durante il venerdì c’è un momento in cui Allàh apre le porte della Sua Misericordia per accogliere le preghiere ed esaudire; 3) durante la mattina; 4) nell’ultima parte della metà della notte; 5) nel mese di Ramadàn; 6) nel giorno di ‘àrafah, il nono giorno del mese di dhu-l-hìggiah, il mese del Pellegrinaggio; 7) nel momento della rottura del digiuno; 8) tra l’adhān e l’iqāmah.
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Una certa rilevanza ai fini dell’accoglimento delle richieste hanno le invocazioni:
di chi prega per una persona assente,
di una persona che sta digiunando,
di un oppresso contro l’oppressore,
di un capo, che esercita con giustizia le sua autorità,
dei genitori per i figli,
di una persona che è in viaggio,
di un pellegrino nel suo viaggio verso la Mecca,
di un combattente impegnato nello sforzo per l’affermazione del primato della Parola di Allàh su qualsiasi parola dell’uomo,
di una persona malata e, infine,
di una persona affranta dalla tristezza e dal dolore.
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Naturalmente ci sono modalità di esecuzione dell’invocazione e, per prima cosa essa ha da essere rivolta ad Allàh nei momenti appropriati, cioè in quei momenti che ne favoriscono l’accoglimento.
Essa va eseguita, allzando ambedue le mani all’altezza del viso, con le palme rivolte verso esso, dopo avere chiesto perdono ad Allàh, recitato il tasbīḥ (subḥāna llāh) il tahlīl (lā ilāha illā llāh) il taḥmīd (al-ḥàmdu lillāh) e avere eseguito due unità di adorazione rituale (rak’atàyn). Il tutto deve essere fondato sulla piena convinzione che la preghiera sarà accolta, per cui l’invocazione deve essere fatta con la massima devozione.
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Il primo, nell’elenco dei momenti, nei quali Allàh** risponde all’invocazione, è quello in cui essa viene innalzata, durante il Ricordo di Allàh fatto dopo la conclusione di ogni rito di adorazione, sull’esempio del Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, il quale recitava un certo numero di brevi devozioni. Il testo arabo, la traslitterazione di esso e i significati possono essere appresi nel libro, pubblicato dalle Edizioni del Calamo e intitolato IL RICORDO DI ALLAH, che è una raccolta di quelle invocazioni, da eseguirsi nelle diverse occasioni della vita quotidiana, indicate dal profeta Muhammad, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria [www.edizionidelcalamo.com], delle quali in questa sede diamo solo i significati, per esemplificare la devozione del Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, nostro maestro di vita e modello di religiosità.
Egli, dopo il taslìm [l’as-salàmu ‘alày‑kum, che chiude il rito d’adorazione], restava nella posizione di giulūs e recitava tre volte:
“Chiedo perdono ad Allàh, all’infuori del Quale non c’è divinità, il Vivente, il Sussistente per Sé, a cui facciamo ritorno!”.
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“O Allàh, Tu sei La Pace e da Te viene la pace. Sii benedetto o Titolare della Maestà e della Gloria!”
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“O Allàh non c’è impedimento a ciò che tu hai stabilito e non c’è nessuno che possa dare ciò che tu hai impedito! Non ci si può sottrarre a ciò che Tu hai decretato e non c’è dotato di fortuna che possa giovare, perché è da Te che viene la buona sorte”.
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“Chiedo protezione ad Allàh contro Satana il lapidato.Allàh – non c’è divinità tranne lui – il Vivente il Di per Sé Sussistente. Non lo prendono né sonnolenza né sonno. A Lui appartiene ciò che esiste nei cieli e nella terra. Chi intercede presso di Lui se non con il Suo permesso? Egli conosce dell’uomo il suo passato e il suo futuro, mentre l’uomo non conosce di Lui se non ciò che Egli ha voluto far sapere di Sé.
Il suo seggio è più ampio dei cieli e della terra, di cui non gli pesa la custodia. Egli è l’Altissimo il Sublime”.
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“Nel nome di Allàh il Sommamente Misericordioso il Clementissimo. Di’: Allàh è unico, Allàh è l’Eterno – non generò né fu generato. Nessuno è co-eguale a Lui”.
Poi recitava 33 volte:
Subḥāna llàh = La qualità divina di Allàh è incondivisa.
Al-ḥàmdu lillāh = la lode tutta appartiene ad Allàh.
Allāhu àkbar = Allàh è il più Grande.
Concludeva con:
“Non c’è divinità, tranne Allàh – unico, senza condomini nella sua qualità divina – a Lui appartiene il Regno a Lui appartiene la Lode ed Egli ha potere su tutte le cose”.
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La malattia più devastante del cuore è la perdita di consapevolezza della propria identità islamica da parte del Musulmano a seguito degli inganni di Satana a proposito di Allàh e degli inganni della vita terrena.
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Satana e la vita terrena con i loro artifici e raggiri possono indurre il Musulmano alla dimenticanza di sé e per contrastare la dimenticanza lo strumento più efficace di difesa e di mantenimento della propria identità è il Ricordo di Allàh in ogni circostanza della vita quotidiana.
A questo scopo Allàh, l’Altissimo, ha insegnato delle invocazioni nel Sublime Corano, invocazioni che iniziano con il vocativo “O mio Signore” (Rabbi) e
“O Signore nostro” (Rabba-nā) come: “Ràbbi zìd-nī ‘ìlman” (Mio Signore, accrescimi quanto a scienza!) e “Rabba-nā hàb lanā min ladùn-Ka ràḥmah. Inna-Ka Anta l-Wahhāb” (O Signore nostro, donaci da parte tua una misericordia. In verità, il Donatore sei tu!).
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Il Profeta* ha insegnato, a sua volta, per ogni circostanza usuale della vita quotidiana delle brevi preghiere, delle invocazioni, degli auguri, che sono forme elementari di Ricordo di Allàh e per mezzo delle quali il Musulmano ha la possibilità, anche a sua insaputa, di conservare la propria identità.
E la lode appartiene ad Allàh
il Signore degli Universi.