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CORANO E BIBBIE

La maggior parte dei “ritornati all’Islam”, che scrivono su Facebook, si immergono in interminabili discorsi, che riguardano alcuni versetti biblici. Ciò che bisogna mettere in risalto, invece, è la realtà oggettiva della Bibbia.
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Per quanto concerne l’Antico Testamento - e senza soffermarsi sul Vangelo - Cristiani ed Ebrei divergono su quali siano i testi che devono essere ritenuti autentici: ed è per questa ragione, che si parla di Bibbie, secondo canoni differenti. Per gli Ebrei la Bibbia, tradotta in greco nel III sec. avanti Cristo, si compone di 24 libri, per i Protestanti l’Antico Testamento si compone di 39 libri, mentre Cattolici e Ortodossi aggiungono ai 39 libri altri 7 libri, desunti dall’antica Traduzione dei Settanta, in greco.
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Il Sublime Corano è UNO per tutti coloro che aderiscono all’Islam e nessuno ha mai messo in dubbio l’autenticità del suo Testo, o di qualche parte di esso, a parte il tentativo di alcuni denegatori della sua provenienza da Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce, e della Missione apostolico-profetica di Muhàmmad, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, i quali, come dice Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce: “vorrebbero spegnere la luce di Allah con le loro bocche ma Allah non intende che perfezionare la sua luce anche se ciò dispiace ai denegatori” (Sublime Corano; sura LIX aṣ-Ṣaff). Da un suggerimento del fratello Abdullàh Ibn Mariyam.

 

“DATE A CESARE QUEL CH’È DI CESARE” NON FU MAI DETTO

Per l’uomo occidentale, cresciuto in una cultura laica, radicata su una radice giudaico-cristiana [cultura che è tale grazie al fondamentale apporto dell’Islàm da cui fiorì la civiltà musulmana con il suo fondamentale contributo allo sviluppo della Scienza] è difficile, se non impossibile, capire sino in fondo l’affermazione categorica dell’Islam, secondo la quale l’Autorità del Creatore [Re, Signore e Padrone dell’universo] non può essere messa sullo stesso piano di una”autorità umana”, che non è altro che il risultato di una appropriazione indebita da parte dell’uomo [creatura] dell’Autorità [Divina] del suo Creatore. L’evangelico “Date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio” [messo in bocca a Gesù] è un falso evidente, poiché al tempo di Gesù la Palestina era occupata dai Romani e Roma “rispettava” le tradizioni religiose dei popoli sottomessi. Il Giudaismo è una religione an-iconica [senza immagini] e, quindi, all’epoca non circolavano in Palestina monete con l’effige di Cesare (= imperatore) [Tiberio (47 a. C. – 37 d.C.)]. L’episodio, in cui la frase viene pronunciata, non è mai avvenuto. Infatti, essendo Gesù Cristo [il Messia figlio di Maria], su lui la Pace, un Profeta di Allàh, l’Uno, Unico, Uni-Personale, inviato per salvare le pecore smarrite della Casa di Israele, è assolutamente non credibile che egli, su lui la Pace, abbia pronunciato quella frase, da cui risulterebbe l’ammissione dell’esistenza schizofrenica di una divisione tra area spirituale (dominio di Dio/ Allàh) e area materiale (dominio di Cesare).
Allàh ne sa di più.

N.° 186

Ràgiab
1435
Maggio 2014

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