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Viaggio fisico
o esperienza mistica?

Il Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, disse che nella sua ASCENSIONE A DIO egli aveva ricevuto tre cose: il rito d’adorazione quotidiana; le ultime ayāt della Sura della Vacca (il Secondo capitolo del Sublime Corano); il perdono per tutti gli appartenenti alla ùmmah, i quali, per regolare la loro vita, non prenderanno nessuna altra guida all’infuori della Parola di Allàh [il Sublime Corano]. Il RITO D’ADORAZIONE, in quanto forma cerimo­niale del culto divino, è il fulcro della religiosità islamica; esso è il più grande dono che Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce, ha fatto agli uomini. Il Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, disse: Il RITO D’ADORAZIONE impedisce all’uomo di fare cose ver­gognose e proibite.

Quando uno prega, egli stabilisce un rappor­to di tipo confidenziale e riservato con ALLAH e l’essenza della RITO è il SENTI­MENTO della realtà di questo RAPPORTO CON ALLAH diretto e senza intermediari!. Disse, ancora, il Profeta, che sempre Allàh lo benedica e l’abbia in gloria: una RITO D’ADORAZIONE fatto con devozione autentica è l’ascensione al divino dei miei seguaci [o come disse, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria]. I Musulmani nel loro culto di adorazione si rivolgo­no unicamente ad Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce e la prosternazione è segno di umiltà ed espressione gestuale del de­siderio di avvicinarsi ad Allàh, l’Altissimo. Il Secondo capitolo del Corano, la Sura della Vacca, inizia così:

Nel Nome di Allàh
il Sommamente Misericordioso
il Clementissimo
àlif lām mīm
Quel Libro, sulla cui pro­venienza divina non c’è alcun dubbio, è una GUIDA per i TIMORATI di ALLAH.

La chiusa del Capitolo è un sublime atto di FEDE che Allàh, l’Altissimo, insegna al credente.
Dice Allàh, l’Altissimo:

Tutto ciò che esiste nei cieli e sulla terra ap­partiene ad Allàh. Anche dei vostri sentimenti, sia quelli che manifestate sia quelli che tenete dentro, Id­dio vi chiamerà a render conto e poiché Egli è l’Onnipotente, perdonerà a chi vuole e pu­nirà chi vuole! L’Inviato ha fede in ciò che gli è stato man­dato dall’alto e con lui i credenti! Tutti credono in Allàh, negli Angeli di Lui, nei Suoi Libri, nei suoi Inviati, fra i quali non facciamo distinzione! Essi hanno detto: «Abbiamo udito e abbia­mo obbedito! Perdonaci, o Signore nostro! Il traguardo finale sei Tu!». Allàh non impone a nessuno qualcosa supe­riore alle sue forze. A favore di ognuno è se­gnato il suo merito ed a carico di ognuno vie­ne messo il suo demerito. Non ci rimproverare, o Signor nostro, se di­mentichiamo o sbagliamo! Signor nostro, non farci portare un pesante fardello come l’hai fatto portare a coloro che ci hanno preceduto. O Signor nostro, non ci far portare ciò, per cui non abbiamo la forza. Rimettici i nostri peccati, perdonaci, sii mise­ricordioso con noi. Tu sei il nostro unico Padrone, sostienici, quindi, contro gli Infedeli».

Fu dopo dodici anni dall’inizio della Mis­sione apostolico-profetica che Muhàmmed, Allàh lo be­nedica e l’abbia in gloria, ebbe modo di fare questa esperienza straordinaria. Egli fu trasportato agli estremi confini della creazione, dove ha termine l’esperienza tridi­mensionale e il tempo si dissolve oltre la lu­ce nei portentosi abissi dell’inesplorabile eternità. Così egli, nella sua pienezza di creatura, limi­tata nel tempo e nello spazio, fu ammesso ad affacciarsi - grazie all’onnipotente misericordia del Creatore - sull’Infinita Maestà Divina e a sentire l’Ineffabile Presenza. Nella notte del 27 RAGIAB, il settimo mese dell’anno lunare, il Profeta Muhàmmed, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, fu. miracolosamente trasportato in un viaggio notturno, alla velocità del lampo, dalla Sacra Moschea della Mecca a alla Moschea Remota [al-àqsā] che si trova Gerusalemme. Il viaggio fu un vero e proprio VIAGGIO FISICO e l’ascensione alla Divina presenza e il Colloquio con Allàh furono esperienze vissute in carne e ossa da parte del Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria! Il tutto non fu une esperienza onirica o una visione estatica! Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce, che ha creato dal nulla ogni realtà mediante un monosillabo; che ha creato lo spazio e il tempo e che governa, senza af­faticarsi, tutti gli universi, concesse al Suo Profeta un’esperienza straordinaria, che lo svincolò dalla dipendenza spazio-temporale, a cui l’uomo non può sfuggire, trasportandolo a cavallo del lam­po, nella notte santa di RAGIAB, dal SA­CRO TEMPIO CUBICO, costruito dal profeta Ibrāhīm [ABRAMO], su lui la pace, alla Città Santa di Gerusalemme. Dopo avere adorato l’Onnipotente nel TEM­PIO REMOTO (al - màsǧid al àqṣā) il Pro­feta Muhàmmad, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, venne introdotto da ALLAH nel mondo della realtà invisibile. Egli, che Allàh lo benedica e l’abbia in glo­ria, entrò nella Realtà «invisibile», con il suo CORPO e con la sua ANIMA. L’analisi testuale del brano coranico, in cui vien fatto cenno al VIAGGIO NOTTURNO e all’ASCENSIONE, suffraga la «corpora­lità» del viaggio, in quanto la parola usata è la parola «àbd» il cui significato è schiavo, persona in condizione di completa sottomis­sione fisica. Il verbo usato, àsrā, viaggiare di notte, è usato nel Corano per indicare il movimento «fisico» di un corpo, anche nella Sura 20 (ayah 77) dove Iddio ordina a Mosè di «muo­versi» con i Suoi servi per abbandonare l’Egitto... Questo lo diciamo perché - per privare l’evento della sua portata soprannaturale - è stata avanzata l’idea che «al-isrà ual mi’ràj» (il viaggio not­turno e l’ascensione al cielo) sia stata soltan­to un’esperienza spirituale e che si sia tratta­to di un «viaggio onirico!». Se si fosse trattato di un «viaggio onirico» o di una «visione estatica» Iddio avrebbe usato nel Corano la parola appropriata per signifi­care che si era trattato di un sogno o di una visione... come nella «sura di Giuseppe» (Ayàt 5-6) e nella sura 37 (Ayah 102). Perciò siccome Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce è Verità e la Sua Parola è Verità che si esprime anche in precisione linguistica e chiarez­za di proprietà terminologica... non c’è dubbio che il «Viaggio» del Profeta sia stato un viaggio fisico.

E la Lode appartiene ad Allàh
Padrone e Signore di tutto ciò che esiste!

N.° 191

Ràgiab
1436
Maggio 2015

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