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Viaggio lampo
del Profeta*

Raccontò il Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria:
«Ero disteso ad Al-Ḥìǧr [quella sera del 27 Ràgiab] quando, all’improvviso, qualcuno si avvicinò a me e, dopo essermi giunto vicino, mi fece un taglio da qui a qui [il Profeta, che Allah lo benedica e l’abbia in gloria, accompagnò le sue parole con un gesto della mano, indicando dalla parte superiore del torace alla zona del basso ventre]. Quindi, la misteriosa creatura mi tolse il cuo­re. Una bacinella d’oro colma di FEDE, intanto, era stata portata presso di me; il mio cuore vi fu immerso, riempito di essa e, finalmente, ven­ne rimesso al suo posto nel mio petto. Dopo aver eseguito questa operazione, la creatura misteriosa, che poi era Gibrīl [l’Angelo Gabrìele], fece venire vicino a me un animale bianco, che era più piccolo di un mulo e più grande di un asino. Il suo passo era talmente lungo da raggiungere, fulmineamente, il punto più lontano nel suo campo visivo.
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Poi, il Profeta, che Allàh lo benedica e l’ab­bia in gloria, fu trasportato, di notte, da Al­-hiǧr, un punto della Ka’bah (nel masǧid al Ḥarām) fino al santuario di Gerusalemme (al‑Màsǧid al‑Àqṣā, il Remoto Luogo di adorazione, di cui Allàh ha benedetto i territori che lo circondano). Il Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, una volta ivi giunto, legò la sua cavalcatura aerea all’anello dove i Profeti di Allàh, su loro tutti la Pace, erano soliti legare le loro cavalcature e insieme a Gibrīl, su lui la pace, entrò nella Moschea, dove trovò radunati ad attenderlo i profeti Ibrāhīm [Abramo], Mūsā [Mosè]. ‘Īsā il Cristo [al‑Masīḥ] figlio di Maria [Gesù], insieme ad altri Pro­feti, su loro tutti la Pace [Nulla è impossibile ad Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce]. Con loro egli si intrattenne fraternamente e, giunta l’ora dell’adorazione, fu lui nella cripta sottostante alla «Roccia» a guidare il Rito, eseguito il quale egli venne introdotto nel mondo della «Realtà invisibile».

IL RACCONTO DEL PROFETA
Che Allàh lo benedica
e l’abbia in gloria

Raggiungemmo il «cielo» più vicino e Gibrīl domandò all’Angelo guardiano della porta d’ingresso di farci entrare. «Chi sei»? chiese l’Angelo Guardiano. «Sono Gibrīl!». «Chi è con te?». «È Muhàmmad!». «Ha già ricevuto da Dio la Veste di Profeta?». «Sì!». «Sia il benvenuto questo visitatore ecceziona­le!». La porta fu aperta e noi, Gibrīl e io, en­trammo nel «primo cielo». Qui vidi ĀDAM. Gibrīl mi disse: «Quegli è ADAMO; salu­talo!» Io lo salutai ed egli, dopo avere risposto al mio saluto, disse: «Benvenuto a questo mio Nobile Figlio e a questo Nobile Profeta!».
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Dopo questo primo incontro salimmo anco­ra, io e Gibrīl, finché raggiungemmo il «secondo cielo». Gibrīl domandò all’Angelo Guardiano di aprire la Porta. L’Angelo rispose, chiedendo: «Chi sei?». «Sono Gibrīl». «Chi è con te?» «Muhàmmad». «Ha già ricevuto da Dio la Veste di Profeta?». «Sì» «Sia benvenuto questo visitatore ecceziona­le!» La porta fu aperta e noi, Gibrīl e io en­trammo nel «secondo cielo». In questo cielo vidi i due cugini Profeti, al-Masīḥ [il Cristo] e Yàḥyā [Giovanni]. Gibrīl mi informò: «Quei due sono al-Masīḥ [il Cristo] e Yàḥyā [Giovanni], salutali!» Io li salutai ed essi, dopo avere risposto al mio saluto, soggiunsero: «Benvenuto al No­bile Fratello e al Nobile Profeta!». Ci lasciammo alle spalle, quindi, il terzo cie­lo, io e Gibrīl e salimmo al «terzo cielo».
Gibrīl chiese all’Angelo Guardiano di aprire la porta e l’Angelo guardiano disse: «Chi sei?»«Sono Gibrīl!»«Chi c’è con te?» «Muhàmmad» «Ha già ricevuto da Dio la Veste di Profeta?» «Sì» «Sia benvenuto questo eccezionale visitato­re!» Entrammo, quindi, nel terzo cielo, dove io vidi Yūsuf [Giuseppe] il figlio di Giacobbe. Disse Gibrīl: «Quegli è GIUSEPPE, salu­talo!». Io lo Ya’qūb [Giacobbe] salutai ed egli, dopo avermi restituito il saluto disse: «Benvenuto al Nobile Fratello ed al Nobile Profeta!». Quindi, salimmo al «quarto cielo». Anche qui, Gibrīl chiese che venisse aperta la porta. Dall’interno fu chiesto: «Chi sei?» «Sono Gibrīl!».«Chi c’è con te?». «Muhàmmad». «Ha già ricevuto da Dio la Veste di Profeta?». «Sì».<Sia benvenuto questo eccezionale visitato­re!». Entrammo e io vidi IDRIS. Disse Gibrīl, rivolto a me: «Quegli è IDRIS, salutalo!». Io lo salutai ed egli, dopo aver risposto al mio saluto disse: «Benvenuto al Nobile Fra­tello ed al Nobile Profeta!». Salimmo, quindi, io e Gibrīl, al «quinto cielo». Anche qui Gibrīl chiese che venisse aperta la Porta. L’Angelo guardiano domandò: «Chi sei?» «Gibrīl!».«Chi è con te?» «Muhàmmad». «Ha già ricevuto da Dio la Veste di Profeta?».«Sì». «Sia benvenuto questo eccezionale visitato­re!».
La porta venne aperta e noi entrammo.
Qui vidi ARONNE. Gibrīl mi disse: «Quegli è ARONNE. Sa­lutalo! ». Io lo salutai ed egli, dopo avere risposto al mio saluto aggiunse: «Benvenuto al Nobile Fratello ed al Nobile Profeta!».Ascendemmo quindi al «sesto cielo» e Gibrīl chiese che venisse aperta la Porta. Chiese l’Angelo guardiano: «Chi sei?» «Gibrīl!» «Chi è con te?» «Muhàmmad» «Ha già ricevuto da Dio la Veste di Profeta?» «Sì» «Benvenuto questo eccezionale visitatore!» La porta venne aperta e noi entrammo.
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Qui vidi MOSÈ!. Mi disse Gibrīl: «Salutalo!». Io lo salutai ed egli, dopo avere risposto al mio saluto, disse: «Benvenuto al Nobile Fra­tello ed al Nobile Profeta!».Quando ci allontanammo da lui, Mosè co­minciò a piangere. Qualcuno gli domandò: «Perché piangi?». «Piango perché dopo di me è stato mandato un PROFETA, i seguaci del quale entreranno in Paradiso in numero di gran lunga maggiore di quello dei miei!» Poi, io e Gibrīl, salimmo al «settimo cie­lo». Gibrīl chiese che la porta venisse aperta. «Tu chi sei?». «Sono Gibrīl!» «E chi è quello che ti accompagna?» «È Muhàmmad» «Ha già ricevuto da Dio la Veste di Profeta?» «Sì» «Benvenuto questo eccezionale visitatore!» La porta venne aperta ed entrammo.
Qui, vi­di ABRAMO. Gibrīl mi disse: «Quegli è tuo PADRE! Salutalo!». Così io lo salutai ed egli, dopo avere risposto al mio saluto disse: «Benvenuto a Te Nobile Figlio e Nobile Profeta!».
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Dopo questo incontro, fui fatto giungere al LOTO DEL TERMINE! Che meraviglia! I suoi frutti erano grossi co­me le giare di Hiǧr e le sue foglie ampie come le orecchie di elefanti enormi. Gibrīl disse: «Questo è il LOTO dell’ulti­mo confine!».Io vidi quattro fiumi: due erano nascosti e due erano visibili.Chiesi a Gibrīl: «Che cosa sono questi due tipi di fiumi?».Rispose Gibrīl: «I due fiumi nascosti sono due fiumi del Paradiso; i due fiumi visibili, invece, sono il NILO e l’EUFRATE!».
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Dopo il LOTO DEL TERMINE, vidi BAYT AL-MA’MUR (la Casa Sacra) e mi furono presentate tre coppe: la prima era colma di vino, la seconda di latte e la terza di miele! Io presi quella che conteneva il latte e Gibrīl commentò: «Questa è la Religione isla­mica, la religione che tu e i tuoi seguaci prati­cate! ».A questo punto mi venne dato l’ordine, relati­vo all’adorazione cerimoniale: mi vennero ordinate cinquanta preghiere al giorno. Sulla via del ritorno passai vicino a Mosè ed egli mi chiese: «Che cosa ti è stato ordinato di fare?». Io gli risposi: «Mi è stato ordinato di fare cinquanta riti d’adorazione al giorno!» Allora Mosè disse: «I tuoi seguaci non pos­sono farcela a fare cinquanta riti al giorno. Te lo dico a ragion veduta dopo la mia esperienza con i FIGLI DI ISRAELE! Dammi retta! Torna dal tuo Signore e prega­lo di render meno gravoso l’impegno dei tuoi seguaci!». Così io ritornai da ALLAH che mi fece una prima riduzione di dieci riti. Mosè, ancora mi disse quello che m’aveva detto prima... ed io ritornai da ALLAH, il Quale mi fece una seconda riduzione di dieci riti al giorno. Ancora Mosè mi consigliò di ritornare da Al­làh a chiedere un’ulteriore riduzione e AL­LAH prescrisse cinque riti al giorno. Quando fui di ritorno, mentre passavo da Mosè, questi mi chiese «Allora, cosa hai con­cluso?». Gli risposi: «Mi è stato ordinato di fare cin­que riti al giorno!». «Sono ancora troppi» Commentò Mosè: «Torna dal tuo Signore e chiede un’altra ri­duzione!» «Non me la sento di tornare a chiedere un’al­tra riduzione; del resto sono soddisfatto e obbedisco all’Ordine di Allàh!». Quando partii, udii una voce che diceva: «Ho mantenuto il Mio Ordine e ho allegge­rito l’impegno a carico dei miei servi!».
Disse ancora il Profeta, che Allàh lo benedi­ca e l’abbia in gloria: «Quando entrammo nel cielo più basso tutti gli Angeli che incon­trammo mi salutarono e mi diedero il benve­nuto con il sorriso sulle labbra, tranne uno, il quale mi salutò, mi diede il benvenuto, ma non sorrise... né manifestò la sua gioia come facevano gli altri. Chiesi allora a Gibrīl «Perchè non sorri­de?». Gibrīl mi rispose: «Non ride perché è MA­LIK, il Guardiano dell’Inferno!». Allora io chiesi a Gibrl se, in virtù della sua posizione di riguardo assegnatagli da Allàh, che nel Corano lo ha indicato come «Obbedito e Fido», egli potesse ordinare a MALIK, di mostrarmi l’INFERNO. Gibrīl rispose: «Certamente!». E poi, ri­volto a Malik: «O Malik, mostra l’Inferno a Muhàmmad!». Allora Malik sollevò il coperchio e io vidi...! Un mare di fiamme si sprigionò nell’aria con tal violenza ch’io pensai che avrebbe distrutto tutto! Chiesi allora a Gibrīl di ordinare a Malik di far rientrare le fiamme nell’Inferno ed egli lo fece. Quando tutte le fiamme si furono ritirate nel luogo da cui erano uscite, Malik rimise il co­perchio.
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Al suo «rientro» a La Mecca dal VIAGGIO NOTTURNO a BAYT AL-MAQDIS e l’ASCENSIONE alla PRESENZA DI ALLAH il Profeta Muhàmmad, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, raccontò ai Coreisciti quello che gli era accaduto. La maggior parte di loro diceva: «È una as­surdità. Una carovana mette un mese per an­dare in Siria e ci mette un mese per tornare! E questo Muhàmmad può andarci e ritorna­re in una notte?». Molti Musulmani tornarono alla Miscreden­za. Qualcuno andò da ABU BAKR e gli disse: «Che cosa pensi, adesso del tuo amico... che dice di essere stato la notte scorsa a Gerusa­lemme, di aver pregato lì e di essere rientrato a La Mecca in mattinata?». Abū Bakr rispose loro: «Voi state mentendo!» Gli replicarono: «Non mentia­mo! Egli sta dicendo queste cose alla gente, proprio in questo momento, vicino alla Ka’bah!». Allora, Abu Bakr disse: «Se lo dice, è vero!. Che c’è di sorprendente? Egli mi dice di rice­vere comunicazioni da Allàh in una certa ora del giorno o nella notte e io ci credo! Ciò è certamente più straordinario di questo fatto che vi sconvolge tanto!». Abū Bakr si recò dal Profeta e gli chiese se quello che si diceva era vero. Quando il Pro­feta gli ebbe risposto di si, Abu Bakr gli chie­se di fare una descrizione di Gerusalemme. E mentre il Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, stava facendo la descrizione della CITTÀ SANTA Abū Bakr annuiva e diceva: «È vero. Attesto che tu sei Profeta di ALLAH!» e di mano in mano che la descri­zione procedeva, Abū Bakr continuava ad annuire e a dire: «È vero. Attesto che tu sei Profeta di ALLAH!». Quando il Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, ebbe finito la descrizione, disse: «E tu, o Abu Bakr, sei aṣ-Ṣiddīq!». Questa fu l’occasione, in cui Abū Bakr, che Allàh si compiaccia di lui, rice­vette dal Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, il suo titolo d’onore islamico: «il Veri­tiero».

E la Lode appartiene ad Allàh
Il Padrone e Signore di tutto ciò che esiste!

N.° 191

Ràgiab
1436
Maggio 2015

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