Home Archivio

 

IL PELLEGRINAGGIO
ALLA MECCA
Quinto pilastro dell’Islàm

Il  pellegrinaggio alla Casa (di Allàh sulla Terra), la Nobile Kà‛bah, che si erge nel Recinto del Sacro Luogo d’Adorazione, è istituzione divina, a cui Allàh, rifulga lo splendore della Sua Luce, ha dato vita, per mezzo del profeta Ibrahīm, su lui la pace, quando, come viene ricordato nel Sublime Corano (XXII/27), gli ordinò:
<< Diffondi fra gli uomini l’appello al pellegrinaggio,verranno a te a piedi o montati da ogni valico >>...
Il Pellegrinaggio diventa obbligatorio quando il Musulmano che abbia raggiunto la maggiore età, sia in grado dal punto di vista fisico di affrontare il viaggio e di compiere i riti del Pellegrinaggio una volta giunto nel Territorio Sacro della Mecca, e dal punto di vista economico, dopo aver provveduto al pagamento dei debiti, sia in grado di sostenere le spese di viaggio e di soggiorno alla Mecca e di lasciare mezzi sufficienti al pagamento delle spese necessarie per il vitto e l’alloggio delle persone di famiglia e dei dipendenti, dei quali è responsabile in prima persona, fino al suo ritorno.
OoO
Allàh, rifulga lo splendore della sua Luce, dice nel Sublime e Sapiente Corano (III / 97):
<<< è un dovere per ogni uomo che ne abbia la possibilità il Pellegrinaggio alla Casa per amore di Allàh>>>.
E ordina (II/196):
<<< Eseguite il pellegrinaggio maggiore (al-Hàgg) e il pellegrinaggio minore (al‑‛ùmrah) per amore di Allàh>>>.
Il Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, disse: L’Islàm si fonda su cinque pilastri:
La Testimonianza che non c’è divinità, tranne Allàh e
che Muhàmmad è veramente l’Apostolo di Allàh; l’esecuzione del rito d’adorazione; il pagamento dell’imposta coranica; il digiuno di Ramadàn; il Pellegrinaggio alla Casa, obbligatorio per chi ne abbia le possibilità.
OoO
Disse, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria:
Prendete da me i vostri riti [Fate  pellegrinaggio come l’avete visto fare a me]
Disse, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria:
Colui che durante il pellegrinaggio non si accosta a donna e non trasgredisce, torna come il giorno, in cui sua madre lo mise al mondo.
OoO
Disse, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria:
Un pellegrinaggio eseguito come Allàh comanda non ha altra ricompensa che il Paradiso.
OoO
Sull’itinerario via terra, via mare e via aerea che dal luogo di provenienza porta il fedele alla Mecca per eseguire i riti del Pellegrinaggio vi è il punto di ingresso nel territorio sacro che si chiama al‑miqāt (plur. al‑mawaqīt). Cinque sono i punti di ingresso (mawaqīt) nel territorio sacro per eseguire i riti del Pellegrinaggio in relazione alla posizione geografica del Paese di provenienza. Si tratta di località indicate del Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria:
Dhū‑l‑Ḥalīfah: da esso entrano i Pellegrini che vengono da Medina; Ǧiùḥafah: da esso entrano i Pellegrini che vengono dalla Siria e dall’Egitto;
Qàrn: da esso entrano i Pellegrini che provengono dal Naǧd;
Yalàmlam: da esso entrano i Pellegrini che provengono dallo Yemen;
Dhātu l‑‛Irq: da esso entrano i Pellegrini che provengono dall’Iràq
La Mecca: da esso entrano gli abitanti della Mecca.
OoO
Nel cuore della Moschea Sacra, al‑Masgidu-l-haràm, c’è l’edificio a forma di cubo (con lo spigolo di circa 15 metri d’altezza) su un basamento di circa 2 metri; è la Nobile Kà’bah, nella facciata orientata a Nord‑Est della quale c’è, all’altezza di circa 2 m. dal suolo, la porta d’ingresso. L’edificio è costruito in pietra grigia, è ricoperto da un velario di seta nera (al‑kiswā), su cui c’è scritta - ricamata in oro - la Testimonianza ed è ornato da un nastro con ayāt del Sublime Corano. Essa è il punto di riferimento del rito di adorazione di tutti i Musulmani del mondo e attorno a essa si svolge il rito della circumambulazione (Ṭawāf).
Dice Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce: <<< La prima Casa Santa edificata (da essere meta di pellegrinaggio) per gli uomini tutti, costruzione benedetta e di guida ai Credenti, è quella di Bakka (della Mecca), in cui vi sono segni evidenti: (tra i quali) la Stazione di Ibrahìm. Chi vi entra (chi entra pellegrino alla Mecca) può stare sicuro. La gente ‑ chi ne abbia le possibilità ‑  ha verso Allàh il dovere di andare in pellegrinaggio alla Casa (di Allàh). Se poi qualcuno rifiuta di credere, si sappia che Allāh può fare a meno di tutto l’universo>>>.
(Corano, Sura III àyah 96)
<<< Quando Ibrahīm con Isma‛īl ebbero gettato le fondamenta della Casa, (padre e figlio) dissero: O Signor nostro, accetta da noi (questa opera). Tu sei Colui che tutto ode e tutto sa! O Signore, fa’ che noi due si sia  musulmani (cioè obbedienti al Codice di vita che ci hai dato) e degli appartenenti alla nostra discendenza fa’ che essi tutti siano musulmani! Insegnaci i santi riti (del Pellegrinaggio) e rivolgiti benignamente verso noi. Tu sei Colui che Benigno si volge verso i Suoi servi, il sommamente Misericordioso!>>>.
(Corano, Sura II àyah 127)
OoO
Incastonata nello spigolo orientale della Nobile Kà‛bah c’è la Pietra nera, che ha la funzione di indicare il punto del matāf [la pista per la circumambulazione], dal quale il Pellegrino deve iniziare la circumambulazione e dove deve terminarla, dopo avere compito in senso anti‑orario i sette giri del Santuario.Essa [la Pietra Nera] rappresenta “La mano destra di Allàh”, con il Quale il Pellegrino rinnova il patto di fedeltà.
OoO
Un muretto a semi cerchio delimita un’area tra lo spigolo nord e quello ovest della Kà’bah sul quale - essendo considerato parte integrante dell’edificio e sito della tomba di Hàgiar (Agar), la madre di Ismà<>ìl, su lui la pace, è interdetto il passaggio durante la circumambulazione.
A poca distanza dal lato nord‑est della Nobile Ka‛bah si trova una edicola, che sta a indicare il luogo dove il Profeta Ibrahìm, su lui la pace, si fermò per riposarsi, quando lui e Isma‛il, su ambedue la pace, stavano costruendo la Nobile Ka‛bah. Il suo nome è: Maqām Ibrāhīm.
OoO
Nella zona del cortile verso il colonnato del lato nord c’è la sorgente, con l’acqua della quale Isma‛ìl e Hàgiar, rispettivamente figlio unigenito e moglie del profeta Ibrahìm, placarono la loro sete, dopo che l’angelo Gibrìl l’ebbe fatta zampillare su ordine di Allàh, per dissetare il piccolo Ismaìl e la madre di lui, come risposta alla piena accettazione da parte di lei del volere divino, dopo la vana ricerca dell’acqua.
OoO
Nei pressi della Nobile Kà’bah ci sono due collinette – Safa e Marwa – collegate da un corridoio [al-màs’a] sul quale i pellegrini eseguono il rito del sa’y – un andirivieni di sette andata-ritorno per commemorare le corse di Hàgiar alla ricerca di acqua.
OoO
A circa sei chilometri e mezzo a est della Mecca, c’è il villaggio di Mina, dove i Pellegrini si concentrano l’8 di dhū‑l‑ḥìggiah e da cui - all’alba del giorno 9, dopo il rito d’adorazione del fàgr - si mettono in moto con ogni mezzo di trasporto [automobili, autobus, autocarri, asini, muli e cammelli] verso la pianura di ‛Arafàt.
OoO
Arafat è la vasta pianura, che si trova a circa venti chilometri a est della Mecca, dove avviene il momento culminante ed essenziale del Pellegrinaggio la Sosta di ‛àrafāt che inizia verso il mezzogiorno e ha termine al tramonto del sole.
OoO
Tra la piana di ‛àrafāt e Minā, c’è una località che si chiama Muzdalifah, dove i pellegrini, di ritorno a Mina da ‘’àrafàt, passano la notte tra il 9 e il 10 di dhū‑l‑hìggiah, dopo avere eseguito il rito d’adorazione del maghrib e dell’išā‹ insieme. A Muzdalifa vengono raccolte le sette pietruzze per la lapidazione di Satana, che i pellegrini scagliano contro le giamarāt, tre pilastri, distanti l’uno dall’altro non meno di 120 metri, eretti nei tre punti della lapidazione di Satana da parte del profeta Ibrahìm e di Isma‛il, su ambedue la pace, per respingere la tentazione di Satana alla disobbedienza. Contro ogni pilastro, che simboleggia le forze del male, i Pellegrini lanciano sette pietre, al grido di “Allàhu àkbar!” e la lapidazione adombra lo sforzo dell’uomo contro le forze del male, che lo assediano.
OoO
Il fedele, giunto al –miqàt – cioè all’ingresso del territorio sacro esegue al ghùsl e dopo averlo eseguito e aver formulato l’intenzione di eseguire il Pellegrinaggio si mette in stato di consacrazione, indossando l’abito del pellegrino, costituito da due pezze di stoffa inconsutile [senza cuciture]: l’izàr ai fianchi e ar-ridà< sull spalle. La donna indossa l’abito femminile islamico, ampio che copre tutto il corpo ad eccezione del volto e delle mani. Calzature senza chiodi, lacci o cuciture. Viene eseguito il rak’atàn [2 ràk’ah] della purificazione. L’indossamento dell’abito del pellegrino significa l’abbandono di quell’elemento che esprime, anche solo marginalmente, una differenza tra individuo e individuo, quanto a gusto personale, stato sociale e posizione economica, realizzando a livello formale l’uguaglianza e la pari dignità di tutti gli uomini al cospetto d Allàh, rifulga lo splendor ella Sua Luce.
OoO
Da quando si è messo in stato di consacrazione il pellegrino recita in continuazione la tàlbiyah :
<<< Eccomi obbediente al Tuo comando, Allàh! Eccomi obbediente al Tuo comando! Eccomi obbediente al Tuo comando,Tu che non hai condomini nella Tua Divina Maestà! In verità, solamente a Te appartiene la Lode,l’Elargizione della grazia, e il Regno, A Te, che nella Tua divinità non hai condomini!>>>.
OoO
All’entrata nella Sacra Moschea, che ha da essere eseguita con il piede destro, alla prima vista della Nobile Kà‛bah dalla bocca del pellegrino erompe:
Lā ilāha illā llāhu ‑ Allāhu àkbar!
Non c’é divinità tranne Allàh ! ‑ Allàh é Grande!
Allahùmma, ànta s‑salāmu
wa mìn‑ka s‑salām
O Allàh, Tu sei la Pace
e da Te viene la Pace!
Wa dāru‑Ka dāru s‑salām!
La Tua Casa é la Casa della Pace!
Tabārakta yā dha‑l‑gialāli
wa l‑ikrām
Sii benedetto, o Titolare della Maestà e della Gloria!
Allāhùmma, hadhā bàytu‑Ka
O Allàh, Questa è la Tua Casa,
aẓ/ẓàmta‑hu wa sharràfta‑hu
wa karràmta‑hu
che Tu hai reso sublime,
nobile e prestigiosa.
Allāhùmma, fa‑zìd‑hu tà‛ẓīman
O Allàh, accresci la sua sublimità,
 wa zìd‑hu tashrīfan
wa takrīman
e accresci la sua nobiltà
e il suo prestigio
 wa zìd‑hu mahāgiatan
e accrescine la gloria
come meta di pellegrinaggio
wa zìd man ḥàggia‑hu
bìrran wa karāmatan
e accresci a chi viene pellegrino a essa
la pietà e la dignità.
Allāhùmma, ftaḥ lī abwāba ràḥmati‑Ka
O Allàh, aprimi le porte
della Tua Misericordia,
wa dkhùl‑nī giànnata‑Ka
fammi entrare nel Tuo Paradiso
wa a‛ìdh‑nī
mina sh/shayṭāni r‑ragīm.
e proteggimi
da Satana il Maledetto.
OoO
Dopo la recitazione dell’invocazione alla prima vista della Nobile Kà‛bah il Pellegrino esegue la Circumambulazione dell’arrivo (Ṭawāf al-qudūm), entra nel matāf dicendo: Allàhu àkbar! (Takbīr), all’altezza della Pietra Nera (al‑hàgiaru‑l‑àswad) e durante l’esecuzione di ognuno dei sette giri in senso antiorario, glorifica Allàh e Lo supplica con le parole che vuole, ma è preferibile invocarLo con le parole della invocazione insegnata nel Sublime Corano (II/201):
Ràbba‑nā,
O Signor nostro,
āti‑nā fī d‑dùnyā ḥàsanatan
dacci bene nella vita di quaggiù
wa fī l‑ākhirati ḥàsanatan
e bene nella vita futura
wa qi‑nā adhāba n‑nār.
e preservaci dal castigo del fuoco!
Il Pellegrinaggio può essere eseguito solo negli ultimi tre mesi dell’anno lunare, cioè nei mesi di šawwāl, dhū‑l‑qà‛dā e, infine, nei primi otto giorni di dhū‑l‑hìggiah.
Dice Allàh, rifulga lo splendore della Sua Luce, che i mesi del pellegrinaggio sono determinati (Sublime Corano, II/197):
al‑ḥàggiu àšhurun ma‛lūmātun
Il pellegrinaggio si esegue in mesi ben noti e i suoi elementi essenziali sono:
lo stato di consacrazione
[al‑ihrām]
a sosta in ‛àrafah
[al‑uqūfu bi‑‛àrafah]-
la circumambulazione
[tawāfu l‑ifādah];
la corsa tra Sàfā e Màrwā
[As‑sà‛y bàyna s-sàfā wa l‑màrwah].
OoO
Le modalità di esecuzione del grande pellegrinaggio (al‑Ḥàǧǧ)  sono tre: 1) at‑tamàtt‛u; 2) al‑qirān; 3) al‑ifrād. Qui, però, parleremo solo del pellegrinaggio al‑ifrād, che è quello per il quale il fedele ha espresso l’intenzione di fare soltanto al‑hàgg e, entrato nello stato di ihràm, ci rimane fino al giorno del sacrificio (il 10 di dhū-l-hìggiah), in cui compie i riti che chiudono il pellegrinaggio (la lapidazione di Satana alla giàmrah di ‘àqaba, il sacrificio, la rasatura dei capelli e il tawāf al-ifādah). Il pellegrino, dopo avere eseguito il tawāf al-ifādah è sciolto dagli obblighi dello stato di ihràm. A questo punto esce dal sacro recinto della Moschea Sacra e, senza bisogno di andare fuori dal territorio sacro per rientrare attraverso un miqāt, formulata l’intenzione di eseguire la umrah, la esegue con le modalità stabilte per essa dal Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria.
Il termine إِفْرَاد ifrād, significa “semplice, singolare, da solo.
Il giorno 8 di dhu-l-hìggiah – di mattina - il pellegrino si avvia verso Mina recitando la tàlbiyah – la cui recitazione è vocale per gli uomini, mentre le donne la eseguono mentalmente.
Minā, infatti, è base di partenza verso la pianura di ‛àrafah. A Minā
Il giorno 9 di dhū‑l‑hìggiah, il pellegrino, dopo il rito di adorazione dell’alba attende in preghiera la levata del sole e al levar del sole, recitando la tàlbiyah, si avvia in maniera dignitosa e composta verso la pianura di‛àrafah in modo da giungervi in tempo per compiere il rito di adorazione del mezzodì, che viene eseguito accorciato e combinato con il rito di adorazione del pomeriggio, anch’esso accorciato.

La sosta in ‛àrafah (al‑wuqūfu bi‑‛àrafah) nel pomeriggio del giorno nove di dhū‑l‑hìggiah è il momento essenziale del Pellegrinaggio.

Disse il Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria:
الحَجُّ عَرَفَة
al‑ḥàggiu ‛àrafah
il Pellegrinaggio è ‛àrafah
La sosta nella pianura di ‛àrafah è una prefigurazione delle condizioni in cui si troveranno i risorti nel giorno del giudizio in attesa dell’apparizione di Allàh, rifulga lo splendore della Sua Luce, seduto sul Trono Sublime, portato da otto angeli; il giorno in cui non ci sarà altra ombra, tranne quella del Trono di Allàh, sia gloria a Lui l’Altissimo. Nella pianura di‛àrafah c’è una collina, la collina dalla sommità della quale il Profeta ≈ ha fatto il discorso del congedo (khutbatu l‑widà‛). A quella collina il/la pellegrino/a cerca di giungere per dichiarare ad Allàh il proprio pentimento per le trasgressioni compiute, invocare dalla sua sommità o dalle su balze il perdono dei peccati, la guida sulla retta via, l’aiuto divino al ricordo di Lui, al ringraziamento di Lui per le Sue Grazie, alla pratica nel migliore dei modi del Sublime Corano e della Nobile Sunna; per supplicare Allàh di essere Misericordioso e Benevolo, proclamando la sua unità, unicità e unipersonalità, glorificandolo per la sua Maestà infinita, lodandolo e celebrando la Sua Onnipotenza, con le braccia alzate verso il cielo, rivolto/a in direzione della qìblah  e tutto questo fino al tramonto del sole. Non appena il sole è tramontato il pellegrino si avvia verso Muzdalifah, allontanandosi rapidamente da ‛àrafah e recitando la tàlbiyah durante tutto il percorso. Quando la massa dei pellegrini è giunta a Muzdalifah viene fatta la chiamata alla cerimonia del rito di adorazione per il màghrib e per la ‛išā‹ (di 3 rak‛āt il primo e di rak‛atàyn il secondo). Con la massa dei pellegrini il/la pellegrino/a pernotta in Muzdalifah.
OoO
Al primo chiarore antelucano del 10 di dhū‑l-hìggiah, a Muzdalifah, il pellegrino si prepara per la cerimonia del rito di adorazione dell’alba e dopo averla eseguita, egli (con le mani alzate verso il cielo e rivolto/a in direzione della Mecca), ringraziando Allàh, rifulga lo splendore della sua Luce, magnificandoLo, glorificandoLo e invocando la misericordia divina, chiede il perdono dei peccati e il bene in questa vita e nell’altra; poi raccoglie le sette pietruzze da scagliare contro il pilastro di ‛àqabah e, dopo averle raccolte, si incammina verso Minā. Quando giunge a Minā il pellegrino/a si reca al pilastro di ‛àqabah (giàmratu l‑‛àqabah), il pilastro più vicino alla Mecca, e scaglia contro esso, una dopo l’altra, le sette pietruzze, dicendo a ogni lancio: “Allāhu àkbar!”. Il rito della lapidazione di Satana si chiama ar‑ràmy e il lancio delle pietruzze, il pellegrino lo deve eseguire una volta giunto una distanza tale da aver la sicurezza di colpire il pilastro.
Dopo la lapidazione di Satana, il pellegrino esegue il sacrificio della vittima sacrificale rivolto nella direzione della Mecca. Facendolo precedere, dalle parole:
“Bismi llāhi, Allāhu àkbar!
Allāhùmma hādhā min‑Ka wa là‑Ka !”
Nel nome di Allàh! Allàh è grande! O Allàh, questo, che viene da Te, è per Te!
Eseguito il sacrificio il pellegrino tiene per il suo consumo personale una piccola parte della carne della vittima sacrificale e distribuisce ai poveri tutto il resto. Dopo il sacrificio Il pellegrino si rasa la testa e la pellegrina, si taglia una ciocca di capelli. La rasatura del capo se uomo e il taglio di una ciocca di capelli se donna pongono termine a tutti i divieti dello stato di ihrām, tranne quello dei rapporti coniugali. La cessazione dei divieti di cui sopra è il ritorno alle condizioni di vita abituali; a questo punto, infatti, il pellegrino può spogliarsi dell’abbigliamento del pellegrinaggio e vestirsi come d’abitudine. Dopo il primo ritorno alla normalità il pellegrino si reca alla Mecca, dove esegue una circumambulazione, che si chiama circumambulazione della visita alla Casa di Allàh, dopo la quale cessa anche il divieto dei rapporti intimi coniugali e il torna alla sua vita normale.
OoO
Dopo avere eseguito la circumambulazione della visita alla Casa di Allàh, pellegrino ritorna a Minā, dove passa le notti che precedono il giorno 11, 12 e 13 di dhū‑l‑hìggiah, cioè i tre giorni successivi al giorno del Sacrificio che sono detti ayyāmu‑t‑tašrīq. È permesso, tuttavia, di allontanarsi da Minā prima del tramonto del giorno 12; cioè può passare a Minā soltanto due notti, invece di tre. Nel pomeriggio dei due o tre giorni del tašrìq, lapida Satana con sette pietre al grido di Allàhu àkbar! a ogni lancio contro ognuno dei tre pilastri, partendo dal primo pilastro (quello più lontano dalla Mecca), passando poi al secondo e infine al terzo. Se il sole del secondo giorno tramonta prima che il pellegrino sia partito da Minā, egli deve restare a Minā ed eseguire la lapidazione di Satana, anche il terzo giorno. Prima di tornare a casa il pellegrino deve passare per la Mecca ed eseguire una circumambulazione, detta del congedo.
OoO
La maggior parte dei Musulmani compie la visita alla Moschea del Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, in connessione con il Pellegrinaggio la per motivi logistici, cioè cogliendo l’occasione dell’andata alla Mecca per il Pellegrinaggio, ma andare a Medina con l’intenzione di visitare la Moschea del Profeta ed eseguire in essa il rito dell’adorazione è una sunna, ma non è parte del Pellegrinaggio.
In questo articolo è stato raccontato il Pellegrinaggio al-Ifràd, che è quello più difficile da eseguire. Per un’informazione capillare sul Pellegrinaggio nelle sue altre forme [at-tamàttu’ e qiràn] e la ziyàrah [la visita alla Moschea del Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria] si consiglia l’acquisto dei numeri 23 e 64 della collana Quaderni Islamici [www.edizionidelcalamo.com], che sono due manuali di istruzione completa su tutto ciò che c’è da sapere su pellegrinaggio e ‘ùmrah [n. 23] e visitazione alla Moschea dl Profeta, in relazione al fare e al non fare.
OoO
O Allàh, mettici nelle condizioni di eseguire il Pellegrinaggio alla Tua Casa.

E la Lode appartiene ad Allàh
Il Signore di tutti gli universi.

N.° 200

Dhul Higgiah
1437
Settembre
2016

Sfoglia on-line

Scarica PDF