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MEMORIA
DI SABRA E SHATILAH
PER NON DIMENTICARE

Sono trascorsi trentaquattro anni da quel maledetto settembre del 1982, quando vennero massacrati migliaia di palestinesi dei campi profughi di Sabra e Chatila a Beirut sud. Il tutto ebbe inizio il 14 settembre del 1982.
I generali Eytan e Sharon, alti responsabili israeliani, decisero di far entrare il loro esercito a Beirut ovest e di inviare i falangisti nei campi dei rifugiati palestinesi. Il giorno seguente, i carri armati israeliani accerchiarono i campi di Sabra e Chatila, pattugliandone il perimetro Combattimenti scoppiarono nel settore nord, in cui militanti di sinistra e guerriglieri palestinesi opponevano resistenza all’invasore. Il 16 settembre i campi furono bloccati e i civili che erano riusciti a evitare la sorveglianza, rientrarono nelle loro case. Nel corso della giornata, le forze cristiano-maronite, formate da militanti di Haddad, venuti dal sud e dai falangisti venuti da Beirut est, passarono le linee israeliane e si raggrupparono a sud dell’aeroporto. A partire dall’aeroporto, luogo di concentramento, i cristiano-maroniti si diressero verso nord per stabilire il loro comando presso un posto di osservazione israeliano che dominava i campi. Razzi illuminanti israeliani rischiararono il luogo, seicento miliziani cristiani invasero i campi. Colpi di cannone ed esplosioni si fecero sentire per tutta la notte, i miliziani iniziarono la mattanza, entrando e uscendo dai campi; gli israeliani fecero da spettatori, discutendo con i cristiani, ma senza interferire. Mentre si continuava a massacrare civili inermi, in maggioranza donne e bambini, i bulldozer scavavano fosse comuni ed evacuavano i cadaveri dai campi. Lo stesso giorno i miliziani cristiano-maroniti assaltarono l’ospedale Akka, uccidendo medici e infermieri. Il 18 settembre i miliziani sotto la minaccia delle armi, sgombrarono il personale medico, i pazienti e i rifugiati dell’ospedale Gaza. Quanti furono realmente i morti tra i palestinesi? Gli abitanti dei campi sono certi che i morti siano almeno cinquemila, settemila, contando i dispersi. Molti anni dopo fu scritto:
“Basta trovarsi oggi tra gli stretti e fatiscenti vicoli di Sabra e Chatila per riuscire a cogliere e percepire quel senso di ingiustizia, di rabbia, di dolore e di vendetta che nemmeno il tempo è riuscito a cancellare. Gli abitanti di quei campi, sono ormai pochi i superstiti di quell’eccidio, convivono con il peso di quella immane tragedia e con la consapevolezza che alcuni dei mandanti di quella orribile strage siedono ancora impuniti tra i banchi del Parlamento libanese”.

N.° 200

Dhul Higgiah
1437
Settembre
2016

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