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Seconda parte
L’EREDITA' NELL'ISLAM

Vale la pena di ripeterlo - all’inizio di questa seconda parte sul tema dell’eredità – che uno dei cavalli di battaglia nell’arsenale dei propalatori di immagini distorte dell’Islàm, al servizio della conservazione del potere sulle masse femminili sottomesse delle società occidentali, che la donna <vale la metà dell’uomo> per il fatto che essa prende la metà dell’uomo. Il dire che la donna prende la metà dell’uomo nell’eredità è una dichiarazione assolutamente falsa se sottesa da un animus diffamandi, se, invece, fondata su erronea lettura del testo coranico è, quanto meno, imprecisa, poiché non tutti i maschi e non tutte le femmine sono sotto lo stesso regime ereditario. L’Autore del Sublime Corano, è Allàh, rifulga lo splendor della sua Luce, e Allàh non dice: <<< Allàh vi raccomanda nell’eredità per i maschi il doppio delle femmine >>> ma dice: <<< Allàh vi raccomanda nei vostri figli il doppio della femmina per il maschio >>>. La qual cosa vuol dire che nel distinguere non viene usato un unico metro per tutti i casi, ma per casi speciali e molto limitati. Nella normativa successoria l’Islam non si basa su quello che spetta secondo il sesso, maschi e femmine, ma, ma adotta una filosofia, che si basa su tre aspetti: il primo aspetto è il grado di parentela tra il de cujus e l’erede: all’erede più vicino spetta più dell’erede più lontano; il secondo aspetto è quello della posizione della generazione: secondo il tempo della generazione, l’erede più giovane eredita di più dell’erede più vecchio e questo in quanto quello più giovane ha davanti a sé una speranza di vita più lunga con tutti i relativi pesi economici da affrontare, mentre quelli che sono più avanti negli anni hanno una posizione economica già fatta; è per questo che ai primi è assegnato di più che ai secondi, a prescindere che si tratti di maschi o di femmine. Alla figlia del de cujus è assegnato di più che alla madre del de cujus; così il figlio del de cujus prende di più del padre del de cujus. Il terzo aspetto è la responsabilità patrimoniale che la legge islamica addossa all’erede nei confronti di altri titolari del diritto di successione. Questo caso è l’unico in cui il maschio prende di più della femmina. La ragione della differenza sta nel fatto, essendo i due eredi nello stesso grado di parentela e nella stessa posizione generazionale [fratello e sorella] al maschio che succede nella posizione del de cujus [padre] incombe il dovere sharaitico di mantenimento della sorella, che incombeva al padre. Il Corano non stabilisce, quindi, come regola generale che al maschio spetta il doppio della femmina, ma che al figlio spetta il doppio della figlia e la ratio legis della differenza sta nel fatto che l’erede-figlio ha a suo carico, per legge, il mantenimento della sorella di lui coerede con lui del padre defunto.
Se prendiamo in esame tutti i casi di eredità possiamo scoprire una verità molto importante, che tanti non conoscono, o che, deliberatamente, ignorano con malizia. Ci sono solo 4 casi in cui la femmina eredita metà del maschio, più di 30 casi in cui la femmina eredita in misura perfettamente uguale al maschio e 10 casi in cui la femmina eredita più del maschio. Non solo. Ci sono anche casi in cui la femmina eredita, mentre il maschio nel suo grado di parentela, non eredita. I casi in cui la femmina eredita metà del maschio sono 4. Nel caso che ci siano delle figlie con figlio – stesso grado e stessa generazione. Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce, dice: <<<il maschio prende il doppio della femmina>>>. Il padre del de cujus e la madre di lui: il padre prende 2/3 e la madre 1/3. Il fratello e la sorella del de cujus: il maschio prende il doppio della femmina. Quando uno sposo muore la sposa prende ¼ se non ha un figlio, mentre se ha un figlio prende 1/8; se la sposa muore il marito prende la metà, se non ha figli, ma se ha figlio prende ¼. I casi nei quali la femmina eredita in misura eguale all’uomo sono trenta. Ecco alcuni esempi. La mamma del defunto, quando c’è un figlio o una figlia. Nel caso che il de cujus abbia fratelli e sorelle, la femmina prende come il maschio, anche nel caso che siano coeredi: la femmina prende come il maschio.
Casi in cui la femmina prende più del maschio. Quando il de cujus ha padre e non ha figli maschi, ma ha una o due figlie: se la femmina è una sola prende metà dell’eredità e l’altra metà va a tutti gli altri eredi; se le femmine sono due, esse prendono 2/3 dell’eredità, mentre il residuo 1/3 va a tutti gli altri eredi, sia maschi che femmine. Nessun caso c’è che un erede prenda la metà dell’eredità tranne questo. La percentuale di 1/6 dell’eredità è riservata a 5 titolari di diritto di successione femmine [la madre, la nonna, la nipote, la sorella del padre e quella della madre] mentre solo a 3 maschi: Il nonno, lo il fratello del padre e quello della madre.
Sono, quindi, sbugiardati, coloro i quali, a scopo diffamatorio, affermano che nell’Islàm la donna vale la metà di un uomo, adducendo come prova che nel Corano il maschio ha il doppio della femmina, tacendo, ovviamente, che la cosa non è regola generale, ma speciale e con una ragione che affonda le sue radici nell’ordinamento familiare dell’Islam.

N.° 205

Ràgiab
1438
Marzo
2017

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