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IN RICORDO
DELLA MIA CARA ZIA
Di: Stefania Mazza

Qualche tempo fa sono stata informata che a maggio sarebbe stato pubblicato un numero speciale del Messaggero dedicato a mia zia, a un anno dalla sua scomparsa.
È già passato un anno, non mi sembra vero, perché quando penso a lei ho ancora nelle orecchie il suono dell’ambulanza, davanti agli occhi le sue sofferenze, il suo dolore percepibile e la nostra impotente vicinanza.
È da un po’ che provo a scrivere, ma questi pensieri prevalgono… ma voglio sforzarmi di ricordare anche altro, tutto l’altro di lei… sono pensieri personali e ricordi privati, ma mi fa piacere poterli condividere con chi le voleva bene.
Il primo ricordo è legato a quando ero molto piccola, avevo due o tre anni al massimo, eravamo al parco giochi nei mesi estivi a Milano, caddi dagli scalini dello scivolo tagliandomi gravemente il gomito destro, la zia era impressionabile alla vista del sangue e nonostante lo spavento, mi portò nell’ambulatorio medico vicino a casa per farmi ricucire… e per anni mi ha raccontato che piangevo dicendo “Basta dottore!” e lei tentava di rassicurarmi e di calmarmi.
Ricordo poi, il suo matrimonio, al Centro di Via Anacreonte, non capivo fino in fondo il significato della sua scelta, in realtà non importava, era normale, anche se certo non avevo una famiglia classica, tre mamme, uno zio, un fratello.
Da bambina ho cominciato a capire che la gente ha molti pregiudizi…quando uscivamo per una commissione o altro, spesso si posavano su di noi molti sguardi, non è come oggi, che è normale vedere una donna musulmana con il velo… nella nostra zona era forse la prima donna a vestire con l’abito lungo e il velo… Non ricordo se mi sembrava strano… pensavo solo che d’estate avesse caldo…; a volte qualche persona non si limitava a guardarla… esprimeva qualche giudizio negativo pensando che non comprendessimo l’italiano, la zia rispondeva in milanese, con mio grande divertimento!
Ricordo tante piccole cose… le sue amiche, il maqluba e la kufta che mi ha insegnato a cucinare, la nonna che le tagliava i capelli in sala, l’album delle fotografie… tra le tante belle foto, della zia ce n’era una bellissima, in bianco e nero, da ragazza con i capelli lunghi lunghi… era veramente bella e il viso è sempre rimasto così, nonostante gli anni e i malanni, anche per l’ultimo saluto, un anno fa.
Amava i bambini e il profumo di iris e violetta, è stata un punto di riferimento per noi e credo che sia stata molto importante per tante persone.
Crescendo a volte i rapporti non sono stati sempre sereni e facili, come accade in ogni famiglia, ma nella mia forse un po’ di più… nonostante le divergenze e difficoltà della vita, nei momenti belli e in quelli di maggior bisogno siamo sempre state presenti reciprocamente, ognuna di noi per come è stato possibile nella complessità delle nostre vite, avrei voluto ancora un po’ di tempo con lei… ma come si dice …“Inshallah”.
Stefania Mazza

N.° 213

Ramadàn 1440
Maggio 2019

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