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AVVENNE IN AGOSTO
Hiroshima

Nel secolo scorso, in data 6 Agosto 1945, mentre in Europa la seconda guerra mondiale era finita l’otto maggio con la resa senza condizioni della Germania nazista, in estremo oriente la guerra tra gli Stati Uniti d’America e il Giappone era in corso nell’Oceano Pacifico dove i soldati del Sol Levante opponevano un’accanita resistenza all’avanzata dei Marines che con un alto prezzo di sangue conquistavano isola dopo isola. Gli scienziati avevano preparato un ordigno micidiale capace di uno sterminio di massa: la Bomba Atomica. Dovevano fare un esperimento per provarne l’efficacia e i politici decisero di prendere due piccioni con una fava: la verifica della devastante potenza dell’esplosione atomica e dando una prova micidiale di potenza militare, costringere il Giappone alla resa senza condizioni per evitare uno sterminio di massa. Fu così che un aereo B29 delle Forze Aeree USA, denominato Enola Gay sganciò su Hiroshima la prima bomba atomica sperimentale, la cui esplosione causò la morte istantanea di 80.000 abitanti della città e tre giorni dopo un’altra bomba atomica sperimentale fu sganciata su Nagasaki causando anche lì la morte istantanea di 40.000 abitanti. A tali cifre vanno aggiunte altre 80.000 vittime, che morirono in conseguenza dell’esposizione alle radiazioni. Fu un mostruoso episodio di terrorismo di Stato, deliberatamente deciso per spirito di vendetta, allo scopo di cancellare con un vulnus all’ennesima potenza l’insulto nipponico eseguito a tradimento con l’attacco aero-navale alla base militare USA di Pearl Harbour del 7 dicembre 1941, in cui perirono 2.402 militari e 1.247 rimasero feriti. Come misura deterrente, allo scopo di determinare il Giappone alla resa, sarebbe bastato eseguire l’esperimento dell’esplosione atomica su un isolotto disabitato del Pacifico. Il Giappone si sarebbe arreso anche in considerazione che le truppe dell’Unione Sovietica, dopo avere innalzato la Bandiera rossa con la falce e il martello sulle rovine del Reichstadt a Berlino, stavano marciando in Manshūkoku verso il Pacifico, dichiarata la guerra al Giappone, ormai in ginocchio. Fu cinicamente messo in pratica con calcolato sadismo vendicativo in chiave terroristica il principio attribuito a Macchiavelli: «Il fine giustifica i mezzi», un principio che l’Islàm rifiuta, nei confronti di qualsiasi popolazione o religione.

N.° 214

Dhul Hìjjah 1440
Luglio-Agosto 2019

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