Festa Solenne
del Sacrificio
<<<Allàhu àkbar, Allàhu àkbar, Allàhu àkbar>>>
<<<Lā ilāha illa-llāh!>>>
<<<Allàhu àkbar, Allàhu àkbar, Allàhu àkbar >>>
<<<Wa li-llàhi l-ḥàmd!>>>
Allàh è grande, Allàh è grande, Allàh è grande!
Non c’è divinità, tranne Allàh
Allàh è grande, Allàh è grande, Allàh è grande!
E la Lode appartiene ad Allàh!
Questa giaculatoria di magnificazione di Allàh e di proclamazione della sua unità, unicità e uni-personalità, rifulga lo splendor della Sua Luce, ripetuta coralmente dai Musulmani di Milano e Lombardia, i quali hanno nel Centro Islamico di Segrate e nel Masǧidu r-Rahmān [Moschea del Misericordioso] di Milano il loro punto di riferimento della legalità islamica nella Città di Milano e nella Regione Lombardia, si è innalzata, sempre più alta e potente dalla Musalla del Centro, nelle prime ore del mattino del giorno 10 di dhū-l.Hìǧǧah, corrispondente a sabato 4 ottobre 2014, di mano in mano che essa si andava riempiendo di fedeli.
I Fedeli - inneggiando ad alta voce alla grandezza di Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce, salmodiando:
Allàhu àkbar Allàhu àkbar Allàhu àkbar
La ilāha illa-llàh
Allàhu àkbar Allàhu àkbar Allàhu àkbar
Wa li-llàhi l-ḥàmd
chi con il proprio mezzo di trasporto, chi con l’autobus 925 dalla MM2 di Cascina Gobba, chi a piedi si sono affrettati nelle prime ore del mattino in giubilo – sono affluiti alla musalla del Centro Islamico,
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Essi, in verità, che sono il fior fiore della comunità musulmana di Milano e lombardia, hanno raggiunto mattinieri il Centro, che è la matrice della presenza storica della presenza dell’Islàm non soltanto nella metropoli lombarda, ma, senza alcun dubbio in Italia, come prima organizzazione socio culturale di base dei Musulmani, nata nella seconda metà del secolo scorso, con la sua prima sede il via Anacreonte 7.
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Tra essi erano presenti molti Fedeli della prima presenza dell’Islàm a Milano e in Lombardia. Con commozione molti di loro erano presenti insieme alle loro mogli e ai loro figli, nati in gran parte a Milano e in Lombardia e numerosi erano i nipotini, che fanno numericamente più grande la presenza islamica nel capoluogo lombardo e nella Regione. Molti, anche, gli Italiani ritornati all’Islàm, attraverso le attività di insegnamento della dottrina e della prassi dell’Islàm, che è uno degli scopi istituzionali del Centro.
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È stato un tripudio di scambievoli auguri, di fraterni abbracci, di ricordi del passato glorioso, rammentati con grande emozione dai “veterani”, molti in giallabiah e copricapo della tradizione nazionale, le signore e le signorine, abbigliate in perfetta osservanza del codice di vestimento della donna musulmana, i bambinelli e le signorinelle con i vestitini nuovi fiammanti, alcuni anche con graziose giallabiette e cappellini, un amore a guardarli!
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All’ora stabilita per l’inizio del rito congregazionale della solennità, l’imàm, il dott. Ali Abu Shwaima, presidente del Centro è entrato nella musalla ed è cessata la devozione corale del Takbīr. I Fedeli si sono disposti in righe parallele successive in perfetto silenzio. L’imām ha ricordato ai Fedeli, prima in arabo e poi in italiano, le modalità di esecuzione del rito; poi, rivoltosi nella direzione della Mecca, la qìblah, per sette volte ha fatto Takbīr: Allàhu àkbar, Allàhu àkbar, Allàhu àkbar, Allàhu àkbar, Allàhu àkbar, Allàhu àkbar, Allàhu àkbar.
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A ogni Takbìrah dell’imām tutti i fedeli all’unisono hanno fatto Takbìr. Al termine della settuplice magnificazione corale di Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce, l’imām, dopo avere recitato la sura al-fātiḥah, la cui recitazione è uno degli elementi essenziali di ogni rito d’adorazione, ha recitato la sura dell’Altissimo [la sura 87 del Sublime Corano], dopo di ché il rito si è svolto secondo la cinematica della prima ràk’ah di ogni rito di adorazione. L’Imām, ritornato in posizione di <<recitazione>> [qirā‹ah], ha fatto cinque volte Takbīr e a ogni Takbir dell’Imàm i fedeli, come in precedenza nella prima ràk’ah, hanno risposto in coro con il Takbir, alzando le mani all’altezza delle orecchie e ritornando, poi, in posizione di recitazione. Dopo il quinto Takbīr, l’imām, recitata la sura al-Fātiḥah, ha recitato la sura al-ghāshi’ah [la sura 88 del Sublime Corano].
Eseguite le due ràk’ah del cerimoniale del rito congregazionale della solennità festiva del Sacrificio, l’Imàm è salito sul minbar e ha fatto il sermone, la khùtbah speciale della festività, iniziando con i sette takbīr rituali, cui ha fatto seguito la testimonianza dell’unicità di Allàh, il tawḥīd, e della autenticità della missione apostolico-profetica di Muhàmmad, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, e l’esortazione al timore di Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce. Il tema della khùtbah è stato il richiamo, rivolto a tutti i Musulmani, di prendere ad esempio il profeta Ibrahīm, su lui la pace, quanto all’obbedienza dovuta, senza se e senza ma, ai Comandamenti di Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce, sottolineando e di prenderlo ad esempio anche quanto al dovere di educazione dei figli, che ha da essere curata con somma diligenza. Grande cura e somma diligenza sono doverose a carico dei genitori, affinché nel cuore dei figli metta radice profonda il sentimento di amore verso Allàh, l’Altissimo, e il Suo Profeta, Egli lo benedica e l’abbia in gloria, e insieme all’amore per Allàh e per il Profeta, metta anche radici il sentimento del dovere dell’obbedienza, in modo che essi si comportino come si comportò Isma‛īl, su lui la pace. Egli, quando il padre lo ebbe informato che, per ordine di Allàh, avrebbe dovuto essere vittima sacrificale, con la serenità, che deriva dalla consapevolezza che ciò che Allàh, l’Altissimo, ordina è per il bene e che il far diversamente è il male, disse: “Fa’ come ti è stato ordinato!”.
Questa altissima caratura del sentimento del dovere di obbedienza ad Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce, del profeta Ibrāhīm e di suo figlio ha da essere l’obiettivo di uno sforzo costante dei Musulmani e, in modo speciale, dei musulmani genitori nell’educazione dei figli all’Islàm; una educazione con la parola e con il comportamento, essendo la famiglia la prima scuola di apprendimento dei valori dell’Islàm nella dottrina, nel culto e nella morale. Con la loro pratica assidua dell’Islàm negli anni, in cui i bambini imparano a parlare, per imitazione dei grandi, i genitori musulmani, consapevoli dell’importanza del loro esempio, avranno da curare di trasmettere ai figli, comportamentalmente, ill sentimento religioso e la fede che << non c’è divinità, se non Allàh e che Muhàmmad è l’Apostolo di Allàh >>, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria.
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Un dovere, quello dell’educazione islamica della prole, che ha da essere osservato dai genitori, tassativamente, in quanto, quando Allàh, rifulga lo splendor della sua Luce, adopera nel Sublime Corano il modo imperativo di un verbo, l’esecuzione dell’azione indicata da quel verbo diventa obbligatoria e, quanto all’educazione dei figli e del coniuge, Allàh, l’Altissimo, ordina con chiarezza monosillabica [qū]: “O voi che credete, preservate voi stessi e le vostre famiglie dal fuoco…!” e la preservazione dal fuoco la si ottiene, non senza il concorso determinante della misericordia di Allàh, attraverso il credo della verità inalterabile dei sei articoli di fede islamica e nella pratica con sincerità e timore di Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce, non solamente dei cinque pilastri dell’Islàm, ma di tutte le norme del codice di vita, che si trovano nel Sublime Corano e nella Nobile Sunna; codice di vita, del quale i cinque pilastri sono soltanto la struttura portante. E questo dovere è essenziale, soprattutto, in quanto i figli, una volta usciti dal perimetro della famiglia, vengono immersi in un contesto scolastico e socio-culturale governato da leggi diverse da quelle dell’Islàm, per cui essi hanno da essere vaccinati, ben bene, in quegli anni, in cui la vaccinazione spirituale e morale ha condizioni favorevoli di successo, perché non soltanto non si assimilino all’ambiente, ma anche, frequentando spontaneamente la Moschea, rafforzino la loro identità islamica ed esprimano nella loro fedeltà alle regole di vita dell’Islàm, l’orgoglio di appartenere a quel genere di uomini e donne di cui Allàh, l’Altissimo, dice nel Sublime Corano: “Siete il fior fiore della creazione!” e ancora “Siete la migliore delle comunità umane!”. La stragrande maggioranza dei fedeli è rimasta seduta ad ascoltare il sermone, del quale è stata fatta una sintetica traduzione in italiano, per i numerosi fratelli, che ancora l’arabo non lo masticano, e ciò per la raccomandazione data all’inizio dall’Imām di ascoltare la khutbah, che è una sunna raccomandata, in quanto in essa il khatīb ammonisce, ricordando e il ricordare non è mai inutile!
Dopo le invocazioni, che, ritualmente, concludono il sermone, il dott. Ali Abu Shwaima, il quale con passione ha svolto la sua funzione religiosa ed educativa di imām, ha fatto gli auguri di “Eid felice e benedetto” ai fedeli presenti e con gli auguri finali dell’Imàm ha avuto termine la celebrazione.
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Coloro i quali, trovandosi nella condizione di debitori dell’imposta coranica, avevano programmato il sacrificio, si sono subitamente allontanati per recarsi ad eseguire il rito della macellazione della vittima sacrificale, mentre la grande massa dopo lo scambio di auguri è tornata a casa per celebrare in famiglia la festa, i frequentatori assidui del Centro Islamico si sono recati a pranzo in un Ristorante, prenotato dalla commissione affari sociali del Centro per rafforzare convivialmente le relazioni di fratellanza esistenti tra loro e la relazione di ciascuno di loro con il Centro, per accrescere la partecipazione alle attività del Centro e alle iniziative programmate dalla Direzione, in esecuzione delle deliberazioni dell’Assemblea. Dopo il pranzo i bambini sono stati portati dai genitori al parco giochi dell’Idroscalo, mentre gli altri sono tornati parte al Centro per i riti del ẓùhr e del ‘àṣr e parte hanno fatto ritorno alle loro case.
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Quest’anno la festa è caduta di Sabato e – siccome usanza del Centro è fare la domenica successiva all’Eid un ricevimento, finalizzato, principalmente, a dare ai bambini e ai ragazzi l’opportunità di esibirsi per dimostrare la loro bravura islamica e per distribuire alla fine dell’evento dei regali a tutti i bambini presenti, nel nel pomeriggio di Domenica 5, il primo dei tre giorni festivi, successivi alla Festa del Sacrificio, ha avuto luogo al Centro Islamico, l’evento tradizionale. Un giovanissimo presentatore, ha introdotto e condotto le performance che sono avvenute sul palcoscenico, allestito nel salone dei ricevimenti del Centro. Dopo la recitazione del Sublime Corano, che introduce ogni manifestazione islamica e che è stata eseguita da un giovanissimo, ha parlato Davide, un simpatizzante dell’Islàm, professore di storia, il quale ha avanzato alla struttura scolastica la richiesta di anticipazione degli esami, in quanto l’anno prossimo il tempo degli esami di fine anno cade in Ramadàn, e ha invitato a una manifestazione da lui organizzata.
Hanno parlato il dott. Ali Abu Shwaima, il rappresentante della Rabitah a Milano, esibizioni canore di coretti, una commediola rappresentata dai bambini, recitazioni del Sublime Corano, alla fine una parola del vegliardo ‘abdu-r-Rahmàn, prima della distribuzione dei regali. Il salone era gremito all’inverosimile di genitori dei piccoli esibizionisti e di fratelli e sorelle, che normalmente frequentano il Centro nel giorno di Domenica. Gli interventi sono stati gratificati di calorosi applausi e alla fine della distribuzione dei regali i presenti hanno fatto una cenetta alla tavola allestita con cibi e bevande. Naturalmente, agli orari del rito del maghrib l’evento è stato sospeso per la celebrazione del rito dopo il rito è continuato il programma fino al rito del calar della notte, dopo il quale l’evento si è chiuso. Mentre la maggioranza lasciava il Centro, un gruppuscolo di aficionados è rimasto per ripristinare il salone nello status quo ante, insaccando piatti e bottiglie nei contenitori della spazzatura, smontando i tavoli e impilando le sedie e facendo, infine, la pulizia del pavimento; e che Allàh li ricompensi come meritano. Si è conclusa così, con questo ben riuscito ricevimento, che è stata un’ottima occasione di socializzazione, ben organizzata e gestita dal responsabile della commissione degli affari sociali del Centro, la celebrazione comunitaria della Festa commemorativa del Sacrificio del profeta Ibrāhīm, su lui la pace.
E la lode appartiene ad Allàh
il Signore dei Mondi.