Home Archivio

 

JUS SOLI

L’espressione latina “jus soli” appartiene alla terminologia giuridica e significa alla lettera “diritto del suolo”. Essa si contrappone all’espressione “jus sanguinis:”, che significa diritto del sangue, L’una e l’altra si ricollegano – per rimanere nella terminologia del diritto romano - allo “jus civitatis” che significa “diritto di cittadinanza”.
La cittadinanza è quello status di un soggetto personale [civis] al quale l’ordinamento politico-giuridico-amministrativo, vigente in un territorio, cioè lo Stato sovrano nel quale il soggetto vive, riconosce diritti civili e politici: si tratta, quindi, ovviamente, di un rapporto giuridico, Lo status di cittadino è stabilito dalla legge dello Stato, che ha per oggetto il “diritto di cittadinanza” e “cittadino” è il termine che indica il titolare del diritto di cittadinanza, Il termine “straniero” indica invece la persona che ha la cittadinanza di un altro Stato e il termine “apolide” indica la persona che non ha cittadinanza [dal greco: alfa privativo (α) a + polis = città (da cui la parola “politica”].
Lo jus soli è il diritto – riconosciuto da una norma giuridica a un soggetto - di essere considerato cittadino, come conseguenza del fatto di esser nato sul suo territorio [indipendentemente dalla cittadinanza dei genitori]. Esso si contrappone - come già accennato in precedenza - al «diritto del sangue», che è in vigore negli Stati, nell’ordinamento giuridico dei quali le norme che regolano cittadinanza stabiliscono che essa si trasmette da padre cittadino in figlio.
oOo
Quasi tutti i Paesi con vasti territori da popolare applicano per ovvie esigenze demografiche lo jus soli in modo automatico e senza condizioni. Quasi tutti i Paesi europeizzati delle tre Americhe e anche alcuni Paesi europei concedono la cittadinanza per ius soli a certe condizioni, di cui trattare questa non è la sede, sempre per motivi demografici.
In Italia lo jus soli viene applicato in favore del figlio di genitori ignoti, di genitori apolidi o di genitori stranieri, che non possono trasmettergli la cittadinanza secondo la legge dello Stato, cui appartengono. In via eccezionale una forma mascherata di jus soli si trova nella normativa per cui un nato in Italia da genitori stranieri, presente in Italia dalla nascita al 18° anno [maggiore età] acquista la cittadinanza italiana, se la chiede entro 365 giorni dal diciottesimo compleanno.
LA CITTADINANZA IN ITALIA
Al Senato della Repubblica - in attesa di discussione - è nel cassetto da tempo “il disegno di legge sulla cittadinanza approvato alla Camera nell’Ottobre 2015” che mira a modificare il sistema italiano sul diritto di cittadinanza, che, attualmente, funziona com segue. L’acquisizione della cittadinanza in Italia si ottiene, secondo la normativa vigente [la legge in vigore è del 1992]: 1 – in modo automatico in base allo ius sanguinis (è cittadino italiano il figlio, naturale o adottato, di uno o entrambi i genitori italiani); 2 - su domanda: a) per aver prestato il servizio militare di leva o servizio civile; b) per essere residenti ininterrottamente in Italia per 5 anni; c) per “naturalizzazione”, dopo dieci anni di residenza legale in Italia, a condizione di assenza di precedenti penali e di presenza di adeguate risorse economiche; d) per matrimonio con un cittadino italiano [dopo due anni]; e - per essere nati in territori già italiani.
Numerose sono state la proposte di legge, nelle quali è stata ventilata l’introduzione nel nostro ordinamento dello jus soli, ma, come accennato all’inizio, la norma che prevede l’introdzione di esso è ferma in Senato da due anni, per cui è lecito porsi la domanda: chi ha paura dello jus soli? Per dare una risposta credibile a questa domanda, dobbiamo scendere dal piano giuridico su quello politico e fare uno studio sociologico per accertare su quale versante si riverserebbero – in caso di approvazione dello jus soli - in sede elettorale i voti delle centinaia di migliaia di nuovi elettori, che sono esclusi, attualmente, dai diritti politici. L’ ipotesi più plausibile è che siano le parti politiche che sono contrarie all’approvazione della legge, le quali per “tutelare” gli interessi di pochi, danneggiano tutta la società, a temere l’approvazione della legge.
Secondo i dati del Ministero dell’Istruzione, aggiornati al 31 dicembre 2016, in Italia ci sono 815mila alunni e alunne che verrebbero coinvolti dalla nuova legge sulla cittadinanza, se viene introdotto nel nostro ordinamento giuridico il principio della acquisizione della cittadinanza per effetto della nascita di un soggetto sul territorio della Reppubblica, cioè grazie allo JUS SOLI.
oOo
Bisogna considerare tanto i figli di immigrati nati in Italia dal 1999 a oggi, i genitori dei quali risiedono in Italia da almeno 5 anni [che acquisirebbero la cittadinanza con lo jus soli temperato, che... non è quello indiscriminato] sia gli alunni nati all’estero che abbiano già completato 5 anni di scuola in Italia (e che rientrano nella riforma grazie allo jus culturae).
oOo
Sono ragazzi e ragazze che stanno crescendo nel nostro Paese, che parlano la lingua italiana, che ora è la loro lingua, molto spesso meglio di loro coetanei italiani, che lo sono per jus sanguinis.
oOo
Sono ragazzi e ragazze che giocano a calcio, a basket, a pallavolo e praticano tutti gli altri sport, a cui si avviano i ragazzi italiani e le ragazze italiane; che siedono negli stessi banchi di scuola, che studiano le stesse materie, che vivono in Italia “da una vita” (la loro).
oOo
Sono completamente fuori dalla storia del nostro Paese coloro i quali pretendono che queste centinaia di migliaia di soggetti presenti sul territorio della Repubblica siano esclusi dal godimento dei diritti politici, di cui godranno i loro coetanei italiani al compimento di 18 anni.
oOo
Una realtà nuova questa presenza nella storia del “Bel Paese là dove ‘l si suona”, fino a non molti anni or sono Paese di massiccia emigrazione [tanto è vero che numerosi milioni sono gli Italiani all’estero, di prima, seconda e terza generazione, che godono di “italianità” per jus sanguinis, di cui gran parte sa ben poco dell’Italia].
oOo
Alle generazioni di nuovi abitanti della Repubblica, che sono tali per effetto dell’immigrazione e che intendono radicarsi per sempre in Italia, lo Stato ha il dovere di riconoscere il diritto di considerare l’Italia casa loro. Si rende, quindi, necessario che il Parlamento vari, al più presto, la legge di riforma della cittadinanza prima della fine di questa legislatura.

N.° 209

Safar
1439
Ottobre
2017

Sfoglia on-line

Scarica PDF