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BUSRAH

Il toponimo Bùsrah ricorre nella storia della vita del Profeta Muhàmmad, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, quando egli, ancora fanciullo, al servizio dello zio Abū Tālib, si recò all’estero con lui, come premio per la sua diligenza nel lavoro di garzone. L’ estero, per gli Arabi della Mecca era l’Impero bizantino, di cui la provincia confinante con l’Arabia era la Siria, di cui capitale era Damasco e a Damasco era diretta la carovana di Abū Ṭālib, che portava con sé il fanciullo Muhàmmad. Non lontano da Damasco, sulla strada carovaniera proveniente dalla Penisola c’era un vllaggio, Bùsrah, dove c’era un luogo di sosta per le carovane mercantili, prima di entrare a Damasco. A Bùsrah c’era un eremo di monaci, che ospitavano i mercanti arabi. L’eremita priore dell’eremitaggio, all’epoca, si chiamava Serghion [Bahīrah era il suo nome siriaco], il quale, conoscitore delle sacre scritture, dopo aver fatto delle domande al fanciullo, che aveva richiamato la sua attenzione, si rese conto che era lui l’uomo il quale sarebbe stato il Messaggero finale di Allàh, rifulga lo splendor della sua Luce, dell’avvento del quale parlavano le Scritture. Serghion parlò a Abū Ṭālib della sua scoperta, consigliandolo di tenere il segreto e proteggere suo nipote, per impedire che gli venisse fatto del male.

N.° 199

Ramadàn
1437
Giugno
2016

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