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DOVERI DEI GENITORI
VERSO I FIGLI
IN TENERA ETA'

La Lode appartiene ad Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce, al Quale noi chiediamo di benedire ed esaltare il Suo Messaggero e nostra Guida spirituale e comportamentale, Muhàmmad figlio di ’Abdallàh.
In ogni tempo il tema del dovere dei genitori verso i loro figli è un tema di grande importanza, che è doveroso trattare soprattutto nell’interesse dei genitori, che hanno figli in età pre-scolare, perché è in questa età, l’infanzia, che i pargoli imparano a parlare, per imitazione dei genitori e per imitazione dei genitori e delle persone che frequentano abitualmente la famiglia apprendono il modo di comportarsi. È in questo primo frammento della loro esistenza che nei pargoli avviene la formazione della prima struttura portante della loro personalità, che si plasma sull’identità culturale e spirituale dei genitori. Il pensiero religioso e il comportamento coerente alle regole del codice di vita dell’Islàm da parte dei genitori sono fattori determinanti per la formazione dell’identità islamica dei figlio. La casa è la prima scuola dell’uomo e della donna e i primi maestri di vita sono la mamma e il papà, o il babbo, se vogliamo chiamarlo alla maniera toscana. Nell’accompagnare Sumayyah alla sua prima esperienza scolastica, la prima elementare, dopo l’entrata in classe dei bambini e delle bambine, ce n’era uno, che si rifiutava di entrare, nonostante l’invito della Signora Preside. Il suo rifiuto era accompagnato da perentori: “Voglio la mamma e il babbo punto e basta!”. La parola babbo richiamò la mia attenzione, dato che sono di origine maremmana e in Maremma Toscana si usa la parola “babbo”, mentre a Milano si usa papà; mi avvicinai e chiesi: “O che l’ tu babbo è di Toscana?”. E il bambno: “Sì! È di Firenze”, Dopo qualche convenevole lo convinsi a seguire la Signora Preside, che lo accompagnò alla classe della prima b. Mi resi conto dell’attaccamento di quel bambino ai genitori e dell’importanza che il genitore ha nell’educazione del bambino. Speriamo che questa nostra iniziativa sia accolta con favore dagli interessati e ringraziamo fin da ora coloro che faranno, se Allàh vuole, tesoro dei nostri insegnamenti, avendo avuto fiducia in noi e insieme chiediamo ad Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce, di tenerci uniti sul sentiero della rettitudine e di guidarci su esso, grazie al Sublime Corano e alla Nobile Sunna del Suo Messaggero, il Profeta Muhàmmad, Egli lo benedica e l’abbia in gloria.

In primo luogo è dovere dei genitori di educare i loro figli in età pre-scolare, impartendo ad essi lezioni di Islàm, soprattutto con il loro comportamento in famiglia, perché i bambini a quella età sono molto ricettivi e colgono anche le più piccole sfumature del comportamento. Il comportamento dei genitori ha da essere una esemplificazione dei valori morali e spirituali dell’Islàm, che si imprimono nella loro mente in modo indelebile. Nei primi anni, gli anni della curiosità e dei <perchè?> i genitori hanno da prepararsi al compito di alta responsabilità, ai fini della loro salvezza dal fuoco, quello della trasmissione dei valori spirituali e morali dell’Islàm, con racconti, calibrati sulla loro capacità di comprensione, riguardanti Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce, il Profeta Muhàmmad, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, i Profeti, su tutti loro la pace, i Compagni del Profeta, che Allàh, l’Altissimo, si compiaccia di loro. Si tratta di trasmettere la fede e la pratica dell’Islàm, in obbedienza al precetto coranico, che recita: “““O voi che credete, preservate voi stessi e le vostre famiglie dal fuoco...”””. I genitori, consapevoli della loro responsabilitò genitoriale, si sforzano di fare tutto il possibile per adempiere al comandamento di Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce. E si sforzano perché sanno che riguardo all’adempimento di questo dovere saranno loro rivolte delle domande in un Giorno, in cui nulla sarà nascosto e ogni segreto verrà alla luce: Giorno del Giudizio! Se avranno compiuto il loro dovere con diligenza genitoriale islamica, ma nonostante i loro sforzi, non saranno riusciti nell’intento, saranno scusati da Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce, poiché è Lui, che “““fa uscire il vivo dal morto e fa uscire il morto dal vivo!”””. Il primo passo nell’adempimento di questo dovere, allo scopo di mantenere dei bambini nel solco della tradizione educativa islamica, è quello di ricordare loro – sempre calibrando il discorso sul loro <calibro mentale> che essi appartengono a una comunità di fede in Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce, che è il Creatore di tutto ciò che essi possono vedere e anche di ciò che essi non possono vedere, gli Angeli, i Ginn; che noi uomini e donne siamo delle creature di Lui, che dipendiamo in tutto da Lui, sia gloria a Lui, l’Altissimo, per tutto quello che riguarda la nostra vita, per cui Egli ha diritto al nostro ringraziamento per mezzo dell’adorazione e dell’obbedienza alle Sue Leggi e noi abbiamo il dovere di ringraziarLo con l’obbedienza di noi creature alle regole che Lui ci ha dato per poter meritare le Sue grazie e il Suo favore in questa vita e farci entrare in Paradiso nell’altra vita. Insegnare loro che l’obbedienza ai genitori viene subito dopo l’obbedienza ad Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce, e al Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria e che quando il papà e la mamma sono contenti per l’obbedienza del figli anche Allàh, l’Altissimo, è contento del bambino che obbedisce, non fa capricci, non dice bugie. Nell’assolvimento di questo dovere, i genitori hanno da chiedere il sostegno di Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce, e hanno da ricorrere a Lui, chiedendo il Suo aiuto con devozione sincera, perché renda efficaci i loro insegnamenti, nel guidare i loro bambini alla conoscenza dell’Islàm e all’amore per il Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria. Avranno successo, Allàh volendo, quei genitori che dopo ogni rito di adorazione chiederanno ad Allàh, rifulga lo splendor della sua Luce, di essere messi in grado di preservare i loro figli dal fuoco con una solida identità islamica - fondata sull’amore per la fede e il rifiuto della “miscredenza”. Allàh, l’Altissimo, ama il servo, che chiede soccorso a Lui e solamente a Lui secondo l’insegnamento coranico di Suratu l-Fātiḥah: “““Iyyà-Ka nasta’ìnu”””. Una tappa molto importante, per la verifica del successo dell’insegnamento familiare dell’Islam è il settimo anno, quando già il bambino è entrato nella scuola dell’obbligo da un anno; infatti, nel settimo anno di vita, che il Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, ha consigliato di far iniziare ai figli l’esecuzione del rito di adorazione. È anche questo il momento di iscrivere i figli alle scuole istituite nei Centri di informazione di dottrina e pratica dell’Islàm e di formazione culturale e religiosa, in parallelo con l’insegnamento che viene impartito nella scuola dell’obbligo; e ciò al fine di garantire il diritto al mantenimento dell’identità islamica della famiglia nello scolaro come previsto dalla Costituzione repubblicana del nostro Paese. In ogni caso questo encomiabile atto di offrire ai propri figli scolari nella scuola dell’obbligo la possibilità di essere alunni nella scuola musulmana, non li esonera dall’essere loro punti di riferimento religioso e comportamentale. Sempre ha da essere attiva la loro presenza esemplare nella vita dei figli! Anche nella loro adolescenza e la prima giovinezza, l’età critica, devono proccuparsi della loro identità islamica, iscrivendoli alle associazioni dei giovani musulmani guidate da persone competenti nei campi della psicologia, dell’etica sociale e della dottrina dell’Islàm, ma sempre vigili, aprendo più canali di comunicazione con essi, condividendo le loro preoccupazioni e i loro sogni. A questo scopo è estremamente utile il dare vita a riunioni di famiglia, in cui parlare dei loro problemi di relazione con l’ambiente, perché questi incontri nel clima tranquillo di una riunione di famiglia hanno un grande impatto positivo. In essi, infatti, è possibile realizzare convergenza di vedute, scambio di opinioni, rimozione di alcune delle barriere psicologiche, prendere atto di cambiamenti nel loro comportamento, nel vocabolario e anche nei loro sentimenti, in positivo o in negativo. La qual cosa permetterà loro di prendere iniziative adeguate per promuovere quelli positivi e cercare di correggere quelli negativi. È importantissimo, poi, coltivare in loro la fiducia in loro stessi sulla base di una solida visione islamica del mondo, e, dopo aver assegnato loro alcuni compiti, lasciare che se la cavino da soli, il che li renderà, ad Allàh piacendo e con il Suo aiuto, degli uomini sicuri di sé, immuni da problematiche psicologiche e con una solida visione del mondo e la altrettanto solida convinzione che nulla è indipendente dal volere di Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce. Per arrivare a questi risultati i genitori, la cui funzione educativa, non ha mai fine - ricordiamolo: non ha mai fine! - hanno da essere chiari, mostrando loro le tentazioni a cui il musulmano va incontro nella vita vissuta in ambiente di cultura diversa. Mettere in guardia i figli dagli insegnamenti dei cattivi maestri, dai trucchi e dagli espedienti utilizzati per indurre in errore è un dovere genitoriale speciale, che rientra nel dovere generale < di ordinare il bene e proibire il male> e dovere genitoriale è quello di indicare ai figli i modi per affrontare le situazioni che possono essere lesive della loro identità islamica. Il tutto fa parte del dovere di mettere in pratica quello che è uno dei principi chiave dell’Islam:
il principio di precauzione.
L’avvertimento, il monito, l’attenzione per la formazione e la preservazione della personalità islamica dei figli è un obbligo inderogabile del genitore, dal quale non saranno accettate scuse di nessun genere nel giorno del Rendiconto. La giustificazione più usata, quando si esorta al dovere educativo, è: “Non ho tempo!”. Ma nel Giorno del Giudizio non sarà accolta la scusa – Non ho avuto tempo! - scusa che sarà addotta da quel genitore che è stato negligente, quale che ne sia stato il motivo, nello svolgimento del suo ruolo di genitore e di educatore. Il genitore musulmano deve fare tutto quello che è nelle sue possibilità materiali, per contrastare con energia l’attacco di Shaytān, che è sempre in agguato per indurre a comportamenti che degradano l’uomo a livelli sub-umani [asfala sāfilīn], dirottandole dal rispetto della propria dignità umana. Il genitore musulmano non deve stare a guardare, ma quanto più forte è l’attaco per la molteplicità delle fonti e dei metodi del male, tanto più forte ha da essere la sua resistenza ed energico il suo contrattacco educativo. Lo sforzo è immane, ma va affrontato con determinazione, chiedendo ad Allàh, rifulga lo splendor della sua Luce, di sostenerlo.
E la Lode appartiene ad Allàh,
il Signore di tutti gli universi.

N.° 209

Safar
1439
Ottobre
2017

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