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CONSIGLI AI MARITI

Il matrimonio nell’Islàm è un contratto solido, un patto forte, un legame sacro con la mawàddah – amore intenso – che è collegato con la rahmah. È peccato sciogliere questo patto o distruggerlo, senza mettere in atto, prima di arrivare alla rottura, le prescrizioni della Shari’ah, cioè della Parola di Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce. Il vincolo del matrimonio è garantito dal Timore di Allàh, rifulga lo splendor della sua Luce – at-tàqwa – e protetto dal buon comportamento. La definizione più breve della taqwa è “Che Allàh non ti veda dove ti ha vietato di essere e che tu non manchi dove Egli ti ha ordinato di essere”. Fu chiesto al Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria: “Qual è la cosa che fa entrare sicuramente in Paradiso?”. Rispose: “Il Timore di Allàh e il buon comportamento!”. La gente nel Giorno del Giudizio, il giorno in cui saranno visto i loro libri [delle azioni] e vedono la difficoltà del conto e vengono messe le loro azioni sulla Bilancia. Ognuno prenderà quello che merita sia per quello che ha fatto di bene che per quello che ha fatto di male. Non c’è cosa che pesa sulla bilancia più di quanto pesi il buon comportamento. Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce: “Coloro la bilancia dei quali sarà pesante, quelli sono coloro che avranno beatitudine!”. Il comportamento che più pesa sulla bilancia sia quanto alle parole sia quanto alle azioni è il buon comportamento in famiglia. Il metro con cui si misura il buon comportamento dei mariti è il loro comportamento con la moglie; dice Allàh, l’Altissimo: “Trattatele eccellenza del comportamento e se in esse vi dispiace qualcosa, può darsi che in quella cosa c’è del bene per voi. Il Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, nel raccomandare agli uomini il trattamento da usare nei confronti delle loro mogli, disse: “Vi raccomando di trattare bene le vostre donne, perché la donna è stata creata dalla costola, la costola è curva, la parte più pericolosa è quella superiore e se cercate di raddrizzarla, la rompete! Quindi, vi raccomando di tratte bene le mogli!”. Nella Khutbah dell’Addio, Egli, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, disse: “Esse non hanno altra protezione che in voi, perciò trattatele bene”. Se uno vuole essere felice nella sua vita lontano dall’ansia e dalla tristezza ha da allontanarsi da ogni motivo che può generare un contrasto e deve chiudere gli occhi riguardo alle cose di poco conto e sforzarsi di vedere in esse i lati positivi e come disse Omar, che Allàh si compiaccia di lui, disse: “Può darsi che cose che adesso non ti piacciano, ti piacciano domani [o come disse]. C’era uno che aveva una moglie bisbetica e se ne lamentava con un suo amico. L’amico gli disse: “Divorziala!”. E l’uomo: “Eh no! Non voglia che ella causi a un altro lo stress che causa a me! L’Amico dice: “Che vuoi fare?”. La tengo perché ricordo che il Profeta, che Allah lo benedica e l’abbia in gloria, disse: “Qualsiasi uomo che ha pazienza di sopportare il cattivo comportamento della moglie, non avrà come compenso se non la ricompensa che ebbe il profeta Giobbe [Ayyùb] per la sopportazione della prova che ha subito e non c’ è una donna che pazienta sul cattivo comportamento del marito, che non avrà la ricompensa avuta da Asia, la moglie di Faraone. Ogni marito deve avere a modello il Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, quale si comportava esemplarmente nei confronto delle sue mogli, anche quando erano preda di nervosismo. E dice il Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria: “Il migliore di voi è quello che si comporta nel modo migliore in famiglia”.
Concludiamo questo articolo con un estratto dal libro “La famiglia nell’ordine islamico”. Pubblicato dal Centro Islamico nel 1974.
LA FAMIGLIA NELL’ISLAM:
STRUTTURE, PRINCIPI E REGOLE
Matrimonio e Divorzio
Il matrimonio, come istituzione sociale, è essenzialmente un contratto civile. E come contratto civile è regolato dalle norme che regolano tutti gli altri contratti. La sua validità dipende dalla capacità delle parti contraenti che, secondo la Legge Islàmica, consiste nella presenza nel soggetto della maggiore età e dalla capacità di intendere e di volere. Il consenso libero di ambedue i contraenti e la pubblicità del contratto sono elementi essenziali.
La legge non precisa le formalità con cui il contratto abbia da essere stipulato né richiede una particolare cerimonia religiosa.
Per quanto riguarda la “Sciarìa”, la validità del matrimonio è fondata sulla “proposta di matrimonio” di una delle due parti e sulla “accettazione della proposta” da parte dell’altra.
La proposta (Igiàb) e la accettazione (qubùl) possono aver luogo o direttamente tra le parti o a mezzo di un procuratore (uakìl). Nel matrimonio islàmico tradizionale il consenso della sposa viene dato tramite il suo rappresentante.
Normalmente, ci sono due testimoni, alla stipulazione di questo contratto nel corso di una cerimonia familiare. c’è anche un “dono nuziale” (màhr) che deve essere dato dal marito alla moglie e che la moglie deve utilizzare a suo esclusivo beneficio. Dato che si tratta di un contratto civile, ciascuna delle parti mantiene i propri diritti personali sia nei confronti della controparte sia nei confronti dei terzi. Il potere di risolvere il vincolo matrimoniale appartiene ad ambedue i coniugi e per lo svolgimento sono state fissate modalità ben precise. Il matrimonio islàmico non è una unione a tempo determinato e nell’intento dei contraenti esso deve durare tutta la vita. Lo scioglimento, comunque, è permesso quando il matrimonio non riesce a realizzare i suoi scopi ed è avvenuta una rottura irreparabile tra i coniugi.
Prima della rottura definitiva è stato reso obbligatorio il ricorso ad un arbitrato familiare (dal Corano e dalla Sunnah). Se il tentativo di composizione esperito dagli arbitri fallisce, allora si fanno i passi per lo scioglimento del matrimonio. Ci sono tre forme di scioglimento. Quello chiesto dal marito (talàq), quello chiesto dalla moglie (khulà) e quello pronunciato dal giudice. Le procedure sono state dettagliate nel Corano, nella Sunnah e sono state codificate dalla giurisprudenza islàmica (fiqh).
Poiché il matrimonio, oltre a creare una relazione personale tra gli sposi, crea anche dei vincoli tra famiglie e tra gruppi, la sua stipulazione coinvolge anche altri componenti delle famiglie, specialmente i genitori della sposa e dello sposo. Il consenso della sposa e dello sposo sono essenziali, anzi, indispensabili. Quindi, al fine di poter garantire una libertà e spontaneità del consenso, è permesso ai candidati al matrimonio di vedersi prima del matrimonio; comunque, sta di fatto che, nella società islàmica, il matrimonio non è un affare esclusivamente privato tra marito e moglie. Per questo motivo tutta la famiglia partecipa nella sua conclusione, nella sua realizzazione materiale e nella sua vita.
Forma in cui si celebra il matrimonio
Nessun rituale è prescritto per la celebrazione del matrimonio. In linea di principio, è stato sottolineato che il matrimonio deve avere una certa pubblicità. Gli altri membri della società devono sapere, preferibilmente secondo gli usi e costumi (urf) in vigore, che si è formata una nuova famiglia. Normalmente, il contratto di matrimonio (nikàh) viene stipulato in un raduno sociale a cui presenziano i membri delle due famiglie, parenti e amici. Di solito il contratto di matrimonio, che può essere redatto da qualsiasi persona, viene redatto da un Qàdi (una persona che si occupa di redigere il contratto di matrimonio), il quale recita un sermone per il matrimonio, i cui argomenti sono tratti dal Corano e dalla Sunna, ed invita gli sposi ad una vita islàmica di purezza, reciproco amore, fedeltà e responsabilità sociale.
Poi viene stipulato il matrimonio mediante lo scambio dei consensi davanti ai testimoni. Dopo il matrimonio la sposa entra nella casa dello sposo e qui incomincia per i due un nuovo capitolo della loro vita.
Dopo la consumazione del matrimonio lo sposo dà una festa per amici e parenti.
Lo scopo di queste riunioni e di queste feste è quello di fare dell’evento un fatto sociale e di far in modo che la società ne venga a conoscenza e vi partecipi.
Il Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, raccomandò che queste celebrazioni fossero semplici e che fossero fatte per render partecipi gli altri della propria gioia. Disse: “Il matrimonio migliore è quello in cui i fastidi e le spese sono ridotti al minimo!”. “La peggiore delle feste è quella festa di matrimonio in cui vengono invitati i ricchi e vengono lasciati fuori i poveri. Chi declina l’invito a partecipare ad un matrimonio ed alla festa, disobbedisce a Dio ed al Suo Messaggero.”

N.° 209

Safar
1439
Ottobre
2017

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