La Misericordia nell'Islàm
Parte seconda
La misericordia (ar‑ràḥmah) non è altro che la manifestazione, a livello di comportamento, della Fede (al‑Imān) nel sommamente Misericordioso che agisce sui cuori, quando in essi vi entra.
Sì! Quando la fede autentica entra nel cuore dell'uomo, facendone un Musulmano, miracolosamente lo trasforma e la misericordia diventa un aspetto importante della sua vita.
Si narra che il grande califfo Omar, prima di fare reversione all'Islàm, cioè nel periodo detto della giahilìyah, cioe dell'ignoranza che solamente Allàh, rifulga lo splendore della sua Luce, è titolare della divinità e che, quindi non c'è ilàh (dio) tranne Allàh, era un duro, insensibile al punto di seppellire viva la sua figlioletta neonata.
Ebbene, quando Allàh, rifulga lo splendore della sua luce, lo ha chiamato all'Islàm, ascoltando la preghiera del Profeta, che Allàh lo benedica e l'abbia in gloria, il quale Gli sollecitava la reversione all'Islàm di Omar, che Allàh si compiaccia di lui, il suo cuore ha subito una trasformazione inimmaginabile.
Egli è divenuto misericordioso al punto di preoccuparsi del mulo che potrebbe rompersi una gamba, cadendo in una strada vicino all'Eufrate, a causa di una buca, che lui non ha ordinato al suo wali locale di eliminare.
Disse, infatti: "Temo che Allàh mi chieda: "O Omar, come mai non hai messo a posto la strada per non farlo cadere?".
Sempre Omar, venuto a sapere che in Egitto i cammelli venivano caricati con some dal peso equivalente a 1000 chilogrammi, manda una lettera al governatore con l'ordine che le some dei cammelli non devono essere superiori all'equivalente di 600 chili.
E il suo predecessore, Abū Bàkr aṣ‑Ṣiddiq, che Allàh si compiaccia di lui, il primo califfo, successore del Profeta, che Allàh lo benedica e l'abbia in gloria, nel salutare l'esercito, che sotto il comando di Usamah, sta per mettersi in marcia verso la frontiera, per fronteggiare la minaccia di invasione della patria islamica, detta le regole di comportamento del musulmano in guerra, tutte improntate alla misericordia.
Egli dice: "Non uccidete donne, bambini, persone anziane; non ammazzate animali per spregio, non tagliate alberi da frutto, troverete gente che fa pratiche religiose in monasteri, non disturbatela (o come disse)".
L'esercizio della misericordia si è espresso in modo eccellente nella vita dei Musulmani e ha avuto effetti positivi a livello della famiglia e a livello sociale.
Il sentimento della misericordia ha prodotto nelle persone abbienti delle gare nel fondare istituti di beneficenza (Awqāf) come espressione di misericordia, ad esempio, verso i cani randagi, per mettere a loro agio gli ammalati, gli stranieri.
Uno di questi wàqf si chiamava wàqfu‑z‑abādi e sapete quale era la sua attività benefica? Era quella di dare un piatto nuovo al domestico o alla domestica che ne aveva rotto uno in casa del datore di lavoro, onde evitare il rimprovero per il danno.
È la durezza dei cuori uno dei principali motivi della dissoluzione della società; l'odio dei poveri verso i ricchi, lo sfruttamento dei poveri da parte dei ricchi determina il conflitto e la violenza.
L'assenza della misericordia nel cuore e la dimenticanza del Giorno del Giudizio, che fa pensare all'uomo di essere eterno e che non ci sarà un giorno in cui Allàh chiederà il rendiconto di tutte le azioni, producono la superbia.
L'esempio della superbia la dà Allàh nel Sublime Corano nel sovrano d'Egitto, il cui nome proprio personale era Faraone.
Costui e il suo esercito erano superbi sulla terra, senza averne titolo, e non pensavano che sarebbero tornati davanti ad Allàh e Allàh li distrusse.
E Mosè, su lui la pace, disse, di fronte alla superbia faraonica: "Cerco rifugio nel mio Signore e vostro Signore contro chi non crede nel Giorno del Giudizio".
Tutti coloro che si sono comportati senza misericordia erano dei "senza dio", come Nerone che bruciò Roma; come Vladimir Ilic Ulianow, meglio noto come Lenin, il quale ebbe a dire: "Se un quarto dell'umanità rimanesse comunista, ammazzandone i tre quarti, lo farei!".
Un altro esempio storico di senza misericordia e senza dio fu Josif Vissarionovic Giugascvili, meglio noto come Stalin, che di Lenin fu il successore in Unione Sovietica.
Questi non solo fece massacrare i nemici di classe, ma massacrò nelle stesse file del PCUS i sui compagni di lotta.
Su 80 membri del Consiglio speciale per la Difesa ne fece ammazzare 70; fece giustiziare 3000 impiegati dello stato e 15 membri su 27 del Comitato Centrale del Partito.
Quando penso che una donna è andata all'inferno per aver lasciato morire di fame un gatto e un uomo è andato in paradiso per aver dato da bere a un cane, mi chiedo: "Dove sarà il posto, nella vita futura, di quelli che non un gatto, ma migliaia di persone, donne e bambini, hanno torturato in modo abominevole, hanno fatto morire senza pietà?".
Uno dei Compagni del Profeta, che Allàh si compiaccia di lui, raccontò: "Diedi una frustata a un mio servo e stavo per dargliene un'altra quando udii una voce alle mie spalle: "No! Ibn Mas'ūd".
Ero talmente arrabbiato che non mi resi conto che era il Profeta, se non quando si fu avvicinato a me.
Mi disse: "O Ibn Mas'ūd, non lo sai che Allàh ha su di te più potere di quello che tu hai su questo ragazzo?".
Capii che avevo fatto una cosa che non dovevo fare e dissi: "O Apostolo di Allàh, ti chiamo a testimone che sarà liberato per la causa di Allàh!".
E il Profeta: "Se tu non lo facessi, temo che il fuoco di Geenna colpirebbe la tua faccia".