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EDITORIALE

<<<Ogni anima gusterà la morte>>>
Questo frammento di àyah [Sura dei Profeti – XXI - <<<Ogni anima gusterà la morte. Vi metteremo alla prova con il male e con il bene, come tentazione e a Noi ritornerete. (35)>>>] ha ispirato il contenuto di questo numero del Messaggero. Il musulmano italiano – ritornato all’Islàm – oltre a realizzare la sua testimonianza [che non c’è divinità tranne Allàh e che Muhàmmad è, veramente, Apostolo di Allàh] durante la sua esistenza terrena in funzione della sua vita futura, deve preoccuparsi della sua salma e della sorte dei suoi beni e dei suoi rapporti, di cui era soggetto da vivo, affinché venga applicata la Parola di Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce. Ecco che in questo numero si parla dell’eredità nell’Islàm e il Messaggero coglie l’occasione per dare la dimostrazione documentale che l’affermazione che “la donna vale metà dell’uomo”, prendendo a spunto un’ayah del Corano, dice una falsità, per influenzare le donne in chiave anti-islamica. C’è poi il problema della sepoltura, per cui i Musulmani italiani, le salme dei quali non possono che essere seppellite in Italia, devono attivarsi per chiedere un “campo islamico” nel cimitero del comune di residenza, dove seppellire i defunti musulmani residenti in loco. In fine, la Vita del Centro Islamico, che continua da più di quaranta anni la sua missione di diffondere l’informazione sull’Islàm per la sempre più profonda integrazione della componente musulmana nel quadro pluralistico della società italiana, con attività in sede e fuori sede dei suoi responsabili e attraverso le nostre pagine on line con ayàt del Sublime Corano e Insegnamenti e precetti del Profeta Muhàmmad, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria. Non mancano la ricetta
e alcune curiosità narrative.
Buona e fruttuosa lettura.

Tornate al vostro Signore, e fate Islàm, prima che ricada su di voi un castigo contro il quale non vi sono soccorritori. Seguite le cose migliori che sono state fatte scendere per voi dal vostro Signore, prima di essere travolti da un castigo improvviso, che non vi aspettate.
(Sura 39, 54-55)

N.° 205

Ràgiab
1438
Marzo
2017

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