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CURIOSITÀ
ACUME MATEMATICO
UNA SUCCESSIONE EREDITARIA AL TEMPO DELLA GIAHILIYYAH

Se l’Europa ha raggiunto il livello di conoscenza e di realizzazioni scientifiche, che ha raggiunto lo deve, sicuramente, al fatto che ha imparato dagli Arabi il calcolo numerico posizionale con l’utilizzazione dello zero e sfruttato a scopo divulgativo l’uso della carta. Senza lo zero, infatti, e gli “algoritmi”, non sarebbe nato il computer. Una dimostrazione della abilità ragionativa dell’Arabo ce la dà un racconto relativo all’eredità, prima che Allàh, rifulga lo splendor della sua Luce, legiferasse in tema di successione ereditaria, con precisissime regole per la distribuzione delle sostanze del defunto con criteri finalizzati alla giustizia ereditaria tra i suoi congiunti. Dice il racconto del tempo della giahilìyyah, cioè precedente alla discesa del Sublime Corano e della sua realizzazione, a livello politico-giuridico-amministratvo, nella Città-Stato del Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, che un uomo aveva lasciato in eredità ai suoi tre figli 17 cammelli e che le sue ultime volontà erano state che l’eredità, i 17 cammelli, avrebbe dovuto essere divisa in modo che al primogenito toccasse la metà dell’armento, al secondogenito un terzo e al figlio cadetto un nono. L’esecutore testamentario, non riusciva a trovare la soluzione perché le ultime volontà del defunto fossero rispettate, per cui si rivolse a un noto saggio, Fulān al-ma’rūf, il quale si recò dove l’armento dei 17 cammelli pascolava e, mentre era lì, udì il bramito di un cammello condotto dal suo proprietario che stava passando. Nella mente del sapiente balenò un’idea, subito invitò il proprietario del cammello ad avvicinarsi con la sua bestia e, quando l’uomo fu vicino gli disse: “Ho bisogno del tuo cammello”. L’uomo, conoscendo Fulān al-ma’rūf disse: “Eccolo!”. Allora Fulān fece unire il cammello dell’uomo a quelli dell’eredità e i cammelli furono 18. A questo punto Fulān si rivolse al primogenito e disse: “Prendi la metà dei cammelli e portali fuori dal prato!”, Il primogenito prese, quindi nove cammelli, sicché ne rimasero nove. Poi, Fulàn al-Ma’rūf si rivolse al secondogenito e disse: “Prendi sei cammelli !”. Il secondogenito prese sei cammelli e rimasero tre cammelli. Infine, Fulān, rivoltosi al terzogenito, disse: “Prendi due cammelli dell’armento del tuo defunto padre”. Il terzogenito prese due cammelli e rimase un cammello, il cammello del passante.
Al passante sbalordito Fulān disse: “Riprendi il tuo cammello!”. La volontà del defunto fu rispettata, grazie all’acume matematico del sapiente arabo Fulān al‑Ma’rūf; infatti: nove è la metà di 18 (18: 2 = 9); sei è un terzo di 18 (18:3 = 6); due è un nono di 18 (18: 9 = 2)”.
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Come il lettore ha visto nell’articolo su “L’eredità nell’Islàm” del numero precedente e come vedrà – se Allàh vuole – nella seconda parte pubblicata in questo numero, le cose non sarebbero andate così nel regime di successione, fondato sulla Parola di Allàh, rifulga lo splendor della sua Luce, e gli sarà data la spiegazione del perché.

N.° 205

Ràgiab
1438
Marzo
2017

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