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RICORDO DELLA NASCITA DEL PROFETA*

Il giorno 12 del mese di rabī’ al‑àwwal, il terzo mese dell’anno egiriano, ricorre la data della Nascita [al-Màulid] del Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria. Questo giorno non è giorno festivo dell’Islàm, perché come è noto la Feste di precetto nell’Islàm sono due: la Festa Solenne della Rottura del Digiuno di Ramaḍān, che cade il primo del mese di Shawwal, il decimo mese, ma dell’anno egiriano, e il giorno 10 del mese di dhū-l-ḥìggia, il giorno della Festa Solenne del Sacrificio. Festa non è, ma la data e occasione di eventi commemorativi speciali per il ricordo del Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, del quale Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce: “La tua linea di condotta, in verità, è sublime [Corano, sura LXVII “al‑qàlam”, ayah 4]” e, ancora: “Non ti abbiamo mandato, se non come misericordia per tutti gli universi”. E dalla bocca della nostra madre ‘Ā<>ishah, che Allàh si compiaccia di lei, abbiamo saputo che il Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, era un <<Corano, che cammina sulla terra!>>. Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce, dice al Suo Apostolo: “Di’: <<Se amate Allàh, seguitemi, e Allàh vi amerà>>. A cosa di meglio il Musulmano può aspirare dell’amore di Allàh? E Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce, ce lo dice: “Seguire Il Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, prendendo lui come maestro di comportamento nella nostra vita quotidiana, seguendone gli esempi e gli insegnamenti. Dice, infatti, Allàh, l’Altissimo: “C’è per voi nell’Apostolo di Allàh il modello esemplare di comportamento”. Quindi, bando a festeggiamenti di carattere imitativo di festeggiamenti di altre credenze, poiché il Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, disse: “Chi imita un popolo, entra a farne parte e con esso sarà resuscitato nel giorno della Resurrezione” [o come disse, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria] per cui, il ricordo di colui che [dopo Allàh] ha più caro il Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, di tutti gli uomini, della sua famiglia e di se stesso, è la traduzione in pratica di ogni aspetto dello stile di vita del Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, nella sua quotidianità. Compiere con devozione i doveri rituali per Allàh al tempo appropriato e nelle condizioni richieste; vestirsi di bianco nel giorno del giumu’ah; curare la nettezza del corpo e dell’abbigliamento; usare il profumo per essere gradevole e non mangiare aglio o cipolla prima del rito di adorazione in congregazione; mettere in testa un copricapo maschile; l’indossare indumenti e mettere le calzature iniziando dalla parte destra e toglierli iniziando dalla sinistra; mettere in bocca il cibo con la mano destra; bere con la mano destra e in tre sorsi; prendere dal piatto comune dalla propria parte; non soffiare su cibo e bevanda, entrare in casa con il piede destro e uscire con il piede sinistro; entrare nel luogo di decenza con il piede sinistro e uscirne con quello destro; non alzare la voce, essere cordiale e sorridente, trattare la gente con modestia e in modo socievole; usar sempre un linguaggio scevro di parole volgari, futili e indecenti; ritornare per una via diversa da quella percorsa nell’andata; camminare con dignità, salutare per primo chi conosci e chi non conosci, augurare il perdono a chi starnutisce; seguire il funerale, visitare l’ammalato, aiutare la moglie nelle faccende domestiche, coricarsi, dormendo disteso sul lato destro, portare la barba e i baffi corti, che non coprano il labbro superire, diversamente dai Persiani; portare i capelli con la scriminatura e corti dai lati non oltre le orecchie, essere puntuale agli appuntamenti, fare discorsi brevi, ma sostanziose e ricordando spesso Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce, recitare quotidianamente il Sublime Corano; ricordare molto Allàh, l’Altissimo; nello sbadigliare coprire la bocca o con il palmo della destra o con il dorso della sinistra, dire i du’ā insegnati da lui per le varie occasioni. E Altro ancora, ma far quanto sopra è bastevole abbastanza per esprimere nella imitazione di lui, il nostro amore per lui, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria: non canti e luminarie, ma opere di bene.

N.° 210

Rabì I° 1439 Novembre-Dicembre 2017

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