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Siamo i testimoni
di Allàh**

Abbiamo fatto di voi una comunità di mezzo[dice Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce, nella Sura della Vacca], affinché voi siate testimoni nei confronti dell’umanità e l’Apostolo sia testimone nei vostri confronti…. (143)
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In questa parte iniziale dell’àyah 143 della seconda Sura del sublime Corano, Allàh, l’Altissimo, rifulga lo splendor della Sua Luce, spiega con precisione linguistica e chiarezza concettuale la ragion d’esistere della Comunità musulmana.
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Il Messaggio che Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce, affida in lingua araba alla Sua Parola, che l’Angelo Gibrīl –su lui la pace – rivela al profeta Muhàmmad, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, ha per destinatari tutti gli uomini, contemporanei a Muhàmmad, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, a tutte le generazioni dell’umanità fino al giorno della fine del mondo.
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Questo messaggio contiene una visione del mondo e un codice di vita: una visione del mondo, che ha per suo Autore lo stesso Creatore del Mondo, Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce e un codice di vita, che si fonda sui Comandamenti divini enumerati nel Sublime Corano e sui Precetti del Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, al quale Allàh, l’Altissimo, ha conferito autorità nomotetica, cioè il potere di produrre regole di vita.
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Questa visione del mondo e questo codice di vita sono stati comunicati con la parola e con l’esempio dal Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, ai Suoi Compagni, che Allàh si compiaccia di loro, i quali a loro con la loro testimonianza che non c’è divinità tranne Allàh e che Muhàmmad è Apostolo di Allàh, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, e con il loro stile di vita hanno costruito la prima Comunità musulmana.
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Questa prima comunità musulmana tradusse in pratica gli insegnamenti dottrinali e gli insegnamenti del Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, sicché egli nel giorno del giudizio potrà testimoniare di aver onorato la Missione che gli era stata affidata mettendo in pratica nella sua buona condotta e nel suo stile di vita gli insegnamenti ricevuti da Allah, l’Altissimo.
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Alla Comunità musulmana, dopo la morte del Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, fu affidato il dovere di diffondere il Messaggio dell’Islàm nel corso dei secoli e rendere testimonianza all’umanità della Verità fondamentale che non c’è divinità tranne Allàh e che Muhàmmad, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria è veramente Apostolo di Allàh, misericordia divina per tutti gli universi, facendo a tale fine ogni sforzo con qualsiasi mezzo di comunicazione del pensiero, ma principalmente con il comportamento individuale e sociale dei suoi membri.
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È compito di tutti i Musulmani di fare ogni sforzo per comunicare al mondo quello che è stato comunicato loro dal Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria con le sue parole e con la sua pratica della vita, la sua sunnah. È un imperativo categorico islamico l’adempimento del dovere di esemplarità nel bene, nell’equilibrio, nella giustizia e in ogni aspetto positivo dell’esistenza umana e in ogni tipo di rapporto intersoggettivo.
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Tutto questo è richiesto da Allàh, rifulga lo splendore della Sua Luce, perché Egli, nel chiederci di essere testimoni in favore o a carico del mondo, ci ha affidato un compito di guida dell’umanità intera sulla strada che porta al Paradiso.
Come il Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, nel corso della sua missione di maestro di vita e precettore, ha svolto il compito di essere un esempio vivente di bene, di rettitudine e di giustizia per la comunità musulmana, così la comunità musulmana ha da essere un esempio vivente di bene, di rettitudine e di giustizia per il mondo, per far conoscere al mondo questi grandi valori dell’Islàm, che non è il risultato dell’elaborazione di una mente umana, ma la guida di Allàh, rifulga lo splendor della sua Luce, per la salvezza dal fuoco.
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Dice Allàh, rifulga lo splendor della sua Luce, nel Sublime Corano: Di’: “Se amate Allàh, seguitemi, Allàh vi amerà” [S.3, a.31].
Seguire il Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, significa “camminare sulle sue orme “e, sicuramente, riuscire a pensare che come il Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, ricevette da Allàh, l’Altissimo, il grande onore e la pesante responsabilità di comunicare alla sua gente la Guida salvifica, perché si trasformasse in una Comunità missionaria del Verbo divino a tutto il Mondo, così noi che apparteniamo alla Comunità Musulmana di questo tempo, ora e qui, abbiamo il dovere di comunicare questa Guida a tutto il genere umano, utilizzando gli strumenti tecnologici dell’informatica, che permettono di giungere in ogni angolo del Pianeta.
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È nostro imprescindibile dovere verso noi stessi, che abbiamo ricevuto il Messaggio, un Messaggio che viene dalle profondità ineffabili dell’Infinita dimensione divina, prepararci in modo adeguato a svolgere questa Missione di liberazione del mondo dall’impostura, dall’errore, dall’ingiustizia, dal dominio dell’uomo sull’uomo, dalla violenza, dalla oppressione, dallo sfruttamento e in una parola sola da tutto ciò che alla Luce della Parola di Allàh e dell’Insegnamento del Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, è il Male.
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È nostro imprescindibile dovere verso noi stessi, che abbiamo ricevuto il Messaggio, un Messaggio che afferma solennemente esser la dignità dell’uomo realizzata quando non c’è obbedienza ad altri che al nostro Creatore, liberare prima di tutto noi stessi da ogni dipendenza ad altri che Lui, rifulga lo splendor della Sua Luce, nella nostra quotidianità.
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È nostro imprescindibile dovere verso noi stessi, che abbiamo ricevuto il Messaggio, un Messaggio che indica la Retta Via, la quale, ordinando il bene e proibendo il male, porta a quell’area di grandezza umana, a cui appartiene il fior fiore della creazione, secondo il riconoscimento sovrano di Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce, metterci al Servizio di questo Messaggio, consapevoli della responsabilità, che ci è stata affidata e diffonderne il significato autentico soprattutto e prima di tutto nel perimetro del mondo islamico, tanto quello geografico, nel quale soffia il vento del neo-colonialismo culturale, quanto quello mentale, in cui, spesso, permangono reliquie dell’ingnorantesimo precedente al ritorno all’Islàm.
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Ogni Musulmano ha il dovere di compiere attività di apostolato islamico perché nel Giorno del Giudizio verrà sottoposta a giudizio la testimonianza che non c’è divinità, tranne Allàh e che Muhàmmad è, veramente, l’apostolo di Allah, che egli avrà fatto davanti agli uomini con la parola, secondo le sue capacità di comunicazione, e con il comportamento, consapevole che ogni azione di esso la svolge alla Presenza di Allàh, rifulga lo splendor della sua Luce, per cui Egli lo vede, anche se egli non vede Lui, rifulga lo splendor della Sua Luce.
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Siamo noi la Comunità di mezzo, la miglior comunità fatta uscire nel genere umano, siamo noi il fior fiore della creazione! Dobbiamo renderci, singolarmente e collettivamente, degni di queste parole dell’Altissimo, rifulga lo splendor della Sua Luce, ed essere orgogliosi di appartenere ad essa non soltanto per nome ma soprattutto per linea di condotta e stile di vita, impostati sul Verbo di Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce, e sull’Insegnamento del profeta Muhàmmad, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria.
E Allàh ne sa di più.

Wa l-ḥàmdu li-llāhi ràbbi l-‘ālamīn

N.° 184

Giumada I° 1435
Marzo 2014

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