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Ricorrenza della Catastrofe
(An-Nakbah)

La parola araba an-nàkbah, il significato della quale è la catastrofe [il disastro, il cataclisma] sintetizza i tragici eventi storici accaduti in Palestina alla fine del Mandato inglese, culminato nel maggio del 1948 del con il getto della spugna dell’Inghilterra, potenza mandataria e la proclamazione dello Stato d’Israele da parte della massiccia presenza sionista, radicatasi sul territorio con la complicità degli Inglesi, in virtù della Dichiarazione di Balfour, a partire dalla fine della prima guerra mondiale. In quel lasso di tempo che va dall’annuncio di fine mandato nel 1947 al getto della spugna nel 1948 il terrorismo sionista si scatena provocando l’espulsione dalle loro case di circa poco meno di 730.000 Arabi di Palestina e l’esodo palestinese prosegue durante le operazioni militari del primo conflitto isaraelo-arabo. Forti preoccupazioni per quanto riguarda il rispetto del significato religioso della Moschea al-Àqsā da parte dell’usurpatore sionista sono generate nel Mondo islamico dalle attività delle forze di occupazione, che permettono ai fanatici ultraortodossi del giudaismo di entrare nella Moschea, per dissacrarla, disturbando i fedeli in preghiera usando violenza agli stessi, impedendo l’accesso al Hàram Sharīf ai fedeli di età inferiore ai 50 anni, arrestando i guardiani e gli addetti ai servizi della moschea.
Fonte di sdegno e di orrore sono le foto che documentano il genocidio che miliziani della maggioranza cristiana della Repubblica Centrafricana stanno perpetrando contro la minoranza musulmana, nonostante la presenza di militari francesi e di caschi blu, rastrellando musulmani e scannandoli per strada.
Fonte di sdegno e di orrore sono le immagini raccapriccianti che documentano una politica di genocidio in corso in Birmania, oggi Myanmar, da parte della dittatura militare buddista contro la minoranza musulmana Rohingya, mentre l’opinione pubblica mondiale viene tenuta all’oscuro da un complice silenzio del mass media. Sono momenti durissimi per la Ummah che vede in più regioni del mondo una violenta offensiva anti-islamica e la vede, particolarmente, in questi ultimi anni in Siria, dove, quotidianamente, vengono perpetrati delitti contro l’umanità da parte della dittatura alawìta e in Egitto dove sono state emesse 529 condanne a morte nei confronti manifestanti che protestavano contro il colpo di stato militare, che ha destituito il dott.Morsi, primo presidente dell’Egitto eletto con il metodo democratico.
Preghiamo Allàh, l’Altissimo, affinché liberi da queste violente afflizione la Ummah di Muhàmmad,
che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria.

N.° 185

Giumada II° 1435
Marzo 2014

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