15 maggio 1948
Nell’anno 1917 mentre l’Europa è insanguinata dalla prima guerra Mondiale, il Movimento politico sionista ottiene dalla Gran Bretagna, una delle potenze belligeranti, l’appoggio al progetto di costituzione di una presenza politica ebraica in Palestina, allora territorio sotto la sovranità dell’Impero Ottomano, potenza belligerante avversaria dell’Inghilterra., con la cosiddetta “Dichiarazione di Balfour”, sotto forma di lettera, inviata dall’allora ministro degli esteri di S. M. Britannica, a uno degli esponenti più in vista del Movimento Sionista in Gran Bretagna, Lord Rothschild.[La Gran Bretagna vende la pelle dell’Orso prima di averlo ucciso e le va bene!]
Ahi Arthur James,
di quanto mal fu madre
La tua Dichiarazion…Gabinetto di Sua Maestà
Imperiale Britannica,
Foreign Office
(Ministero degli Affari Esteri)
Londra, 2nd November 1917Caro Lord Rothschild,
sono molto lieto di inviare a Lei, da parte del Governo di Sua Maestà, la seguente dichiarazione di simpatia per le aspirazioni degli Ebrei Sionisti, che è stata sottoposta e approvata dal Gabinetto.
Il Governo di Sua Maestà vede con favore lo stabilirsi in Palestina di un focolare nazionale per il popolo ebraico (a jewish national home) e userà i suoi migliori uffici per facilitare il conseguimento di questo obiettivo, essendo chiaramente comprensibile che nulla sarà fatto che possa pregiudicare i diritti civili e religiosi delle comunità non ebraiche esistenti in Palestina o i diritti e gli statuti politici che gli Ebrei godono in ogni altro paese”.
Le sarò grato se porterà a conoscenza della Federazione sionista questa dichiarazione.Sinceramente vostro.
Arthur James Balfour
La disfatta degli Imperi
e i 14 punti di Wilson
La prima guerra mondiale si chiude nell’anno 1918 con il crollo militare degli Imperi Centrali e dell’Impero ottomano. Il Presidente degli Stati Uniti, Wilson elabora la sua dottrina per la sistemazione geo-politica delle aree geografiche appartenenti all’Impero ottomano e tale dottrina è passata alla storia come i 14 punti di Wilson.
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Il punto 12 ha per oggetto anche la PALESTINA e recita: “Alle nazionalità liberate dal dominio turco si garantisce una indubitabile sicurezza di vita e la possibilità di uno sviluppo autonomo, assolutamente immune da qualsiasi violenza”.
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Wilson invia una Missione esplorativa nel Vicino Oriente, per avere un quadro della situazione in quell’area geografica e il 28 agosto la Commissione presenta la sua relazione. Dalla relazione Wilson apprende che in Palestina esiste una popolazione costituita da un 93% di Arabi e di 7% di Ebrei. I Relatori hanno scritto nel paragrafo E della Relazione: “Raccomandiamo che venga seriamente modificato il programma sionista, mirante a fare della PALESTINA uno STATO prettamente giudaico, mediante l’immigrazione di GIUDEI (JEWS). Infatti, difficilmente può essere presa in considerazione la pretesa – spesso avanzata dai sionisti – di un diritto che essi affermano di avere sulla Palestina, come conseguenza di una occupazione (ebraica) risalente a 2000 anni or sono”.
Nel 1922 la SOCIETA’ delle NAZIONI, conferisce all’Inghilterra il Mandato di Amministrazione” sui territori occupati [tra i quali la PALESTINA] e nell’articolo 2 del MANDATO c’è scritto: “L’Inghilterra, potenza mandataria, dovrà provvedere, nel rispetto delle popolazioni e delle comunità religiose che abitano in PALESTINA, a garantire che nessuna modifica venga apportata all’integrità del territorio”. Nonostante questa dichiarazione di salvaguardia della situazione esistente in Palestina, i Sionisti affermano con sicumera: “La Palestina diventerà giudaica, come l’Inghilterra è inglese!”.
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Ha inizio una poderosa invasione coloniale strisciante di militanti sionisti che in ventotto anni, facilitata dalla Potenza Mandataria, è addirittura di oltre mezzo milione, per cui nel 1946 la presenza sionista,]è di 608.000 unità in un territorio dove si trova una popolazione araba di 1.239.000 unità. La proprietà araba è del 94%, mentre la proprietà privata legale dei sionisti è pari al 6% del territorio
Nel 1947, la Gran Bretagna, incapace ormai di fronteggiare la situazione, dichiara, che il 15 maggio del 1948, prima della scadenza del mandato, abbandonerà la Palestina. Nell’ imminenza dell’abbandono del territorio palestinese da parte della Potenza Mandataria, che sarebbe avvenuto prima della scadenza del mandato, come da annuncio (un vero e proprio disonorevole getto della spugna) il massacro di Palestinesi da parte delle organizzazioni terroristiche ebraiche diventa sistematico. Il 29 novembre del 1947 l’Organizzazione delle Nazioni Unite (UNITED NATIONS ORGANIZATION ) approva una Risoluzione, la Risoluzione 181, che raccomanda la divisione del territorio della Palestina, dal Mediterraneo al fiume Giordano e dal Libano al Sinai, in tre parti: a) uno stato ebraico; b) uno stato arabo; c) una zona internazionalizzata attorno ad al-Qùds (Gerusalemme), in quanto Città Santa per le tre religioni monoteiste. Immediatamente, il meccanismo terroristico sionista si scatena per liberare più territorio possibile dalla presenza palestinese in operazioni di vera e propria pulizia etnica; e ciò mediante attentati dinamitardi, omicidi, massacri, eccidi, atrocità efferate contro individui e contro comunità arabe; altissimo è il numero delle vittime: un continuo spargimento di sangue e di distruzioni sistematiche di abitati sono il mezzo per spingere gli Arabi all’abbandono del territorio, per effetto del terrore. La parola d’ordine sionistica è: Fare piazza pulita degli Arabi!
È doloroso datare e quantificare le imprese e i risultati delle brutali azioni terroristiche dello squadrismo sionista. Nel dicembre del 1947 vengono perpetrati: - il giorno 12, massacro con 12 vittime nei pressi di Haifa; il giorno 14, massacro nei pressi di Tell Aviv, con 18 morti e 100 feriti; il giorno 19, massacro a Safad, con 10 morti; il giorno 29, massacro a Giaffa, con 30 morti; nei giorni 30 e 31, massacro a Balad al-Shàykh, con 60 morti.
Nel gennaio del 1948 vengono perpetrati massacri a: Tannoura, il giorno 19, con 2 morti e 3 feriti; il 20, a Tireh, con 7 morti e 5 feriti; il 14 e 15, a Saasa, con 60 morti.
-Nel mese di febbraio del viene perpetrato un massacro a Haifa, con 6 morti.
-Nel mese di marzo vengono perpetrati massacri a Kfar Huseiniyyah, con 30 morti, il giorno 13; e a Sarafand, con 16 morti e 12 feriti, il giorno 16.
-Nel mese di aprile viene perpetrato il massacro di Deyr Yassin, con 254 morti.
-Nello stesso mese vengono distrutti: il villaggio di Saris (giorno 16), di Surik e quello di Siddu (il 20 aprile), viene occupata Haifa (il 22) con 50 morti e 200 feriti; viene massacrata una colonna di profughi da Haifa, in prevalenza donne e bambini, con cento morti e 200 feriti (il giorno 23) e il 25 aprile viene occupata Giaffa.
I terroristi sionisti imperversano su tutto il territorio palestinese seminando morte e distruzione.
A proposito dell’eccidio di Deyr Yasin:
Toynbee, storico inglese, scrive: “Il massacro di Deyr Yasssin è paragonabile alle atrocità commmsse dai nazisti contro gli Ebrei “
Winston Churchill, statista inglese, dice: “Una criminale aggressione e un altro crimine da aggiungere alla lunga lista dei crimini del Sionismo” Il clima di tensione, provocato dall’intensità delle azioni terroristiche e dalle atrocità perpetrate a danno delle popolazioni indifese e inermi è di tali proporzioni da indurre il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a intervenire. Nel mese di aprile, mentre l’Assemblea dell’ O.N.U. delibera un piano per metterre la Palestina sotto Mandato fiduciario dell’O.N.U. e il Consiglio di Sicurezza intima la cessazione di tutte le attività terroristiche, i dirigenti sionisti scatenano una nuova offensiva generale contro tutte le città e i villaggi palestinesi. Lo spettro di Deyr Yasin terrorizza le popolazioni arabe e induce molti a cercare scampo nella fuga alla minaccia del massacro. Quelli che non riescono o non vogliono fuggire vengono in parte massacrati e in parte costretti con la forza e sotto la minaccia di morte ad abbandonare le loro case e le loro proprietà, venendo costretti nella miserevole condizione di profughi. L’eccidio di Deyr Yasin ha una parte importante nell’aiutare i sionisti a fare piazza pulita degli Arabi. In proposito, il comandante dei massacratori di Deyr Yasin, il super terrorista Menachem Begin, organizzatore della strage del King David Hotel, due anni prima, scrive in un suo libro (Story of the Irgun): “Non si sarebbe potuto realizzare lo Stato di Israele, senza la vittoria di Deyr Yasin! Il panico travolse gli Arabi nella Terra di Israele e iniziarono a fuggire in preda al terrore. Non fu ciò che accadde a Deir Yassin, ma ciò che fu inventato su Deir Yassin ci aiutò a vincere... in particolare nella conquista di Haifa, dove le forze ebraiche avanzarono come un coltello nel burro mentre gli Arabi fuggivano nel panico gridando ‘Deir Yassin!’”. I Sionisti, con la logica del terrore e della violenza, prima della partenza degli Inglesi e prima della proclamazione dello Stato Sionista (con denominazione Israele) costringono circa 400.000 Palestinesi ad abbandonare le loro case e ad evacuare i territori. Aharon Cizling, ministro israeliano per l’agricultura, afferma: “Adesso anche gli Ebrei si comportano come nazisti e tutta la mia anima ne è scossa...Ovviamente, dobbiamo nascondere al pubblico questi fatti...ma essi devono essere indagati”.
14 maggio 1948
un giorno prima dell’annunciato getto della spugna da parte dell’Inghilterra, viene proclamata, a Tell Aviv la fondazione dello Stato ebraico, con denominazione Israele.
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Vale la pena citare la dichiarazione del Rabbino Elmer Berger: “Lo stato di Israele, come oggi concepito, e il Sionismo… hanno totalmente divorziato dal Giudaismo!”.
Vale la pena di citare un noto scrittore e pensatore ebreo (Erich Fromm): “La pretesa degli Ebrei (Sionisti) sul territorio di Israelle è politicamente assurda. Se, improvvisamente, tutte le nazioni pretendessero i territori, in cui i loro padri hanno vissuto duemila anni prima, il mondo sarebbe un manicomio!”.
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La proclamazione della nascita dello Stato di Israele è la prima violazione della Risoluzione 181 delle N.U. la quale prevede che lo status quo, in atto alla fine del mandato britannico, permanga tale e quale per tre mesi, prima di dare avvio alla tripartizione del territorio di Palestina in tre entità statuali: a) lo stato ebraico; b) lo stato arabo-palestinese e C) il territorio internazionale di al-Qùds (Gerusalemme). L’entità sionista, presente in Palestina, si dilata, espellendo le popolazioni dei territori occupati e distruggendo gli abitati per impedire il ritorno dei profughi, sloggiati con la violenza e con il terrore.
15 maggio 1948,
Scoppia il primo conflitto arabo-israeliano. Ha inizio la marcia di avvicinamento dell’entità ebraico-sionista in Palestina, orgnizzata in Stato con la denominazione di Israele, alla realizzazione del progetto di edificazione di uno stato etnicamente omogeneo dal “gran fiume d’Egitto all’Eufrate”.
La prima impresa sionista, di allargare il dominio territoriale dello stato di recente costituzione, ha uno strepitoso successo, molto probabilmente dovuto, anche, al fatto che l’entrata in guerra degli Stati arabi confinanti è stata ordinata dai loro governanti, in obbedienza alle sollecitazioni delle Potenze imperialiste occidentali, che hanno interessi in quell’area geografica, per consentirre alla nuova entità politica, che l’imperialismo ha deciso di istallarre in Medio-Oriente, di legittimare la propria esistenza con il diritto di conquista, in cui si esprime la legge del più forte che governa di fatto le relazioni internazionali.
Fu veramente demoralizzante dover constatare gli effetti devastanti della propaganda sionista quando si sente dire da personaggi politici: “E non possiamo dimenticare la lotta disperata che gli Ebrei dovettero condurre nel 48 contro numerosi eserciti arabi per affermare definitivamente il loro diritto a ergersi a stato indipendente…”. A tal punto hanno la capacità di giungere i maestri dell’impostura e i manipolatori dei cervelli nella mistificazione e nella distorsione della verità!