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AL-QÙDS
IL ḤÀRAM ASH-SHARĪF
E AL-MASGID AL-ÀQṢĀ
MASRANNABĪ

La spianata delle Moschee di Gerusalemme e la meta del viaggio notturno del Profeta*.

Nel giorno della “proclamazione della nascita dello Stato di Israele” da Radio Tell Aviv lo speaker annunciò al mondo: “Il territorio di Yesrael sarà purificato da tutte le Chiese e da tutte le Moschee, che lo inquinano”. Questo è un aspetto del programma sionista, il cui obbiettivo strategico è la costituzione di uno stato etnicamente omogeneo dal biblico “Gran Fiume d’Egitto all’Eufrate” e dal Mediterraneo a Medina, su tutti i territori dove si è avuta storicamente una presenza ebraica [Iràk, Siria, Libano, Delta del Nilo, Arabia del Nord] nell’Asia occidentale, il cosiddetto, dal punto di vista europeo, Vicino Oriente. Nel quadro di questo progetto territoriale, che richiede la pulizia etnica degli abitanti dell’area sopra indicata, che sono circa 40.000.000 di arabi in maggioranza musulmani, rientra la ricostruzione del cosiddetto Tempio di Salomone sul Monte Moria dove c’è la Roccia del presunto sacrificio di Abramo, secondo la dottrina israelitica. Esiste ed è molto attiva nella Palestina occupata una setta denominata “Fedeli del Monte del Tempio e terra d’Israele” fondata da un certo rabbino Kook junior, insieme a tale Goldfoot, il cui messaggio è che occorre una guerra santa affinché possa avverarsi la venuta del Messia. Nell’ottobre del 2000 [15 anni or sono] la polizia ha allontanato un certo numero di militanti del “Movimento dei Fedeli del Monte del Tempio e Terra di Israele” dalla Spianata delle Moschee/Monte del Tempio, dove si stavano recando con il proposito di consacrare e deporre la prima pietra del Terzo Tempio che intendono costruire e nell’indire l’iniziativa il loro leader, tale Gershon Salomon, sostenne in un comunicato stampa di aver avuto il consenso delle autorità israeliane. L’erezione del Tempio, implica l’abbattimento della Cupola dell Roccia e della Moschea al‑Àqṣā, che è il terzo dei luoghi di culto più sacri dell’Islam dopo la Mecca. Già nell’ormai lontano ottobre del 1990 il Ghershon ebbe a dichiarare al Daily Telegraph: “La Moschea Al-Aqsa dev’essere smantellata e trasferita alla Mecca”, Lo stesso destino di demolizione, ovviamente, toccherebbe alla Cupola della Roccia, detta impropriamente in occidente la Moschea di Omar, in quanto sul luogo dove adesso insiste la Cupola, il Califfo Omar Ibn al-Khaṭṭāb, dopo la liberazione di Gerusalemme dal dominio di Bisanzio, fece erigere una Moschea di legno a protezione della Roccia, da cui ebbe inizio l’ascensione alla Presenza divina del Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria. Nel settembre del 2000 il defunto Ariel Sharon, il massacratore di Sabrah e Shatila e allora padrino politico di primo piano dei fanatici del Tempio della Montagna, fece una passeggiata, a scopo dissacratorio, con il consenso delle autorità israeliane e americane, sulla spianata delle Moschee, provocando la reazione dei Fedeli musulmani e la condanna dell’Islàm mondiale. Il capo del governo dell’establishment sionista in Palestina, Netanyahu, afferma che lo status quo sulla Spianata delle Moschee non è oggetto di discussione, in quanto, dopo le acquisizioni territoriali del ’67, cioè l’occupazione di Gerusalemme, lo stato ebraico ha mantenuto in vita dal punto di vista formale un decreto sultaniale del periodo in cui Gerusalemme era parte dell’Impero Ottomano, che riservava ai soli Musulmani l’accesso alla moschea di Al-Àqṣā e all’area circostante, riconoscendo agli Ebrei il diritto di pregare presso il cosiddetto Muro del Pianto, ma di fatto la situazione da qualche tempo è in fase di lento, ma progressivo mutamento. Ne sono segnali evidenti il divieto di accesso a gruppi arabi, soprattutto di giovani uomini, aumentato in maniera esponenziale negli ultimi anni con il parallelo aumento del numero di visite religiose non islamiche e di turisti, incoraggiati dalle autorità israeliane, che pare abbiano raggiunto l’anno scorso un picco record. Un attento esame obbiettivo di quello che sta succedendo a Gerusalemme est, in Cisgiordania [dove l’espansione delle colonie è senza freni] a Gaza, la più grande prigione a cielo aperto del pianeta, non può non far concludere che le affermazioni del Capo del governo sionista siano inveritiere e che tra gli obbiettivi del suo governo uno dei più importanti sia quello di giudeizzare totalmente Gerusalemme, colpendo i luoghi sacri delle altre due grandi religioni monoteiste, come nel primo annuncio di Radio Tell Aviv. Queste osservazioni, che fotografano le condizioni dei Musulmani nella Palestina occupata e la politica persecutoria del governo sionista vengono liquidate, tout court, come manifestazioni paranoiche di propaganda antisemita, ma non è così! La politica interna dello Stato sionista e il suo non equivoco orientamento verso l’obbiettivo sionista finale della purificazione dei Territori Occupati [e occupandi] da ogni presenza religiosa aliena, sono alla base della richiesta del governo francese di inviare Osservatori internazionali per monitorare il rispetto dello status quo, richiesta che, naturalmente, è stata respinta. Ci dovrà pure essere un motivo al perché lo Stato ebraico rifiuta la presenza dell’ONU, quindi della comunità internazionale? La risposta è che l’attuale governo dell’establishment sionista in Palestina voglia, probabilmente per promuovere il sostegno finanziario dell’Ebraismo Mondiale, creare le condizioni per la realizzazione qui e subito in Palestina dello “Stato etnicamente omogeneo”, di cui al libro sacro del Sionismo politico, il Jewish State di Teodoro Herzl [pubblicista ebreo di Budapest, apostolo del sionismo (1860 -1904)] il suo fondatore, nel quale i Palestinesi sarebbero una minoranza etnica, come i Pellerossa d’America o i Curdi in Turchia o i Sudtirolesi in Italia. Essi tramano e anche Allàh trama e le trame di Allàh sono quelle che vanno a buon fine.

N.° 194

Muhàrram
1437
Ottobre
2015

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