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RIGUARDO
AL DIGIUNO

COSE DA NON DIMENTICARE

Non bisogna dimenticare che annullano il digiuno: 1 - far entrare in corpo un liquido attraverso gli orifizi; emettere liquido spermatico e liquido orgasmico, indotti da sguardo insistente, immaginazione, bacio o toccamento; 2 - vomito provocato; 3 - aver mangiato, bevuto e fatto sesso sotto costrizione; 4 - aver mangiato e bevuto pensando che fosse ancora notte e aver rotto il digiuno, avendo pensato che il sole fosse già tramontato; 5 - l’introduzione nel corpo per via orale di qualsiasi sostanza. In questi casi il digiuno deve essere recuperato dopo Ramadàn.
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Può capitare che, distrattamente, uno, per esempio mangi una caramella, o beva un sorso d’acqua, o altro. In questo caso il distratto ha da sapere che se egli si rende conto della sua infrazione, può ricominciare il digiuno, perché il suo digiuno di quel giorno è valido, ma se, invece, pensando che, ormai, il digiuno è rotto non lo riprende, ha da recuperarlo dopo Ramadàn.
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Gravi infrazioni sono il rapporto sessuale volontario e la rottura volontaria del digiuno. Chi – Allàh, l’Altissimo non voglia – dovesse commettere queste gravi infrazioni è tenuto a espiare la sua infrazione [l’espiazione si chiama in arabo kaffārah] in tre modi: 1 - liberando uno schiavo; 2 - digiunando per due mesi consecutivamente; 3 - con un pasto giornaliero a sessanta poveri, oppure con sessanta pasti giornalieri a un povero.
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Nell’Islàm ci sono giorni di digiuno devozionali, cioè facoltativo, ma nel caso di Sunna costante dell’Apostolo di Allàh, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, hanno una caratura di quasi-obbligatorietà, per cui in occasione del digiuno obbligatorio di Ramadàn, che è il quarto pilastro dell’Islàm, è utile ricordarli:
1 - il digiuno nel giorno della sosta in Arafāt durante il Pellegrinaggio, cioè il giorno nove del mese del Pellegrinaggio; 2 - il giorno dieci del primo mese dell’anno, cioè Muḥàrram, in ricordo del passaggio del mar Rosso da parte dei figli di Israele guidati da Mosè; 3 - i primi sei giorni del mese successivo a Ramadàn, Shawwāl, escluso il 1° che è il giorno della Festa della rottura del digiuno;
4 - i tre giorni del plenilunio di ogni mese, cioè il 13, il 14 e il 15 ovviamente del mese lunare;
5 - il lunedì e il giovedì di ogni settimana; 6 - il digiuno un giorno sì e un giorno no, detto il digiuno del profeta Dawùd.
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Non bisogna dimenticare che è sconsigliato digiunare: 1 - il giorno di venerdì (a meno che non si digiuni prima anche giovedì, o dopo anche sabato) e il giorno di sabato solamente; 2 - nella seconda metà del mese che precede il digiuno (Ša‛bān).
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Non bisogna dimenticare che è proibito digiunare: 1 - ininterrottamente per due giorni o più, nel giorno dubbio (se sia 30 Ša‛bān o 1° Ramaḍān); 2 - consecutivamente tutti i giorni dell’anno; 3 - nei giorni delle due Feste comandate (quella della rottura del digiuno e quella del Sacrificio) e nei tre giorni successivi alla Festa del Sacrificio. Inoltre, è proibito digiunare alla donna, quando ha le sue regole mensili e, nel caso del digiuno facoltativo, senza il consenso del marito.
Non bisogna dimenticare, infine, che il digiuno, oltre a essere uno scudo che protegge dal fuoco dell’inferno, ha anche benefici effetti sulla salute fisica, soprattutto del tubo digerente, e ha straordinari effetti disintossicanti; dal punto di vista psicologico, inoltre, favorisce il formarsi nel digiunante del controllo di sé attraverso lo sforzo di autodisciplina che l’osservanza richiede, promuove lo spirito di solidarietà e conduce al timore di Allàh.

N.° 199

Ramadàn
1437
Giugno
2016

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