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MUS’AB BIN UMAYR
a BADR

COMPAGNI DEL PROFETA
Che Allàh si compiaccia di loro

Mus’ab Bin Umayr, che Allàh si compiaccia di lui, diede esempio di consapevolezza del significato di essere musulmani nel comportamento da tenere nei confronti di familiari non musulmani, dopo la vittoriosa battaglia di Bàdr. Egli, che apparteneva a una ricca famiglia della Mecca, fortemente legata alla religione tradizionale della Città, rispose alla chiamata all’Islàm del Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, per cui la madre di lui, che era donna potente e fedele ai molti dei falsi e bugiardi della Mecca, pur di farlo desistere dall’adorare Allàh, Uno, Unico e Uni-Personale, rifulga lo splendor della Sua Luce, lo fece incatenare e sorvegliare. Mus’ab, che Allàh si compiaccia di lui, riuscito liberarsi, fuggì, unendosi ai Compagni del Profeta, che Allàh si compiaccia di loro. Un evento importante, nel quale Mus’ab ebbe ruolo di protagonista, fu la battaglia di Badr.
Al termine dello scontro, che, nonostante la disparità delle forze in campo ebbe esito favorevole per coloro i quali combatterono per la Causa di Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce, dei prigionieri furono portati alla presenza del Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, il quale diede in custodia ognuno di loro a singoli musulmani. Egli, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, ordinò ai custodi: “Trattateli bene!”.
Tra i prigionieri c’era il fratello di Mus’ab, Abū ‘Azīz bin Umàyr, il quale, tempo dopo, riferì ciò che accadde; Raccontò: “Ero sorvegliato da un gruppo di Anṣār [musulmani ausiliari di Medina] ed essi, a ogni pasto, mi offrivano pane e datteri in conformità all’ordine del Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, di trattare con rispetto i prigionieri. Mio fratello mi passò accanto e disse all’uomo, che mi teneva in custodia: ‘Legalo bene, sua madre è una donna molto ricca ed è possibile che paghi un sostanzioso riscatto per la sua liberazione’. Non potevo credere alle mie orecchie e dissi: ‘Fratello mio, è questo il tuo ordine nei miei confronti?’. Mi rispose: ‘Lui è mio fratello, non tu!’”.

FEDE E MISCREDENZA
[īmān e kufr]
Il vincolo religioso ha valore maggiore di quello di sangue.

N.° 199

Ramadàn
1437
Giugno
2016

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