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TRUMP
E LA DEMOCRAZIA

Durante tutto l’anno corrente abbiamo assistito al duello tra i due aspiranti alla presidenza degli Stati Uniti, che vengono predicati come una grande democrazia: Hillary Clinton e Donald Trump. L’esito del duello – la vittoria di Donald Trump - si è rivelato sconcertante, in quanto i temi della campagna del candidato repubblicano sono stati di una preoccupante virulenza xenofoba e anti-islamica senza pari, tale da suscitare indignazione non solo a livello nazionale, ma anche a livello internazionale. Ha fatto specie il suo disprezzo nei confronti del <politicamente corretto> e della <ostilità dei mass media>, con spregiudicatezza lanciandosi a testa bassa alla conquista di un elettorato deluso dalla politica interna ed estera dell’Amministrazione uscente del presidente Barak Obama, con un linguaggio volgare, che in Italia, diremmo da trivio e con modi di fare arroganti, tipici degli spadaccini del ‘700 sprizzanti boriosa acredine da tutti i pori della pelle. Per questo suo politically uncorret style nell’arena elettorale, diversi leader del Partito Repubblicano, cui egli appartiene, come Paul Rayan, House speaker, conoscendo l’uomo furono esitanti, dapprincipio, nel sostenerne la candidatura temendo che avrebbe potuto, non avendo – secondo loro – possibilità di avere successo, danneggiare l’immagine del Partito. Il movimento razzista USA - che si oppone al multi-culturalismo e alla immigrazione e che è portavoce del nazionalismo <bianco> - ha dato il suo appoggio a Trump e la cosa ha dato luogo a proteste e violenze con scontri tra sostenitori di di lui e manifestanti, che esprimevano la loro protesta per le sue esternazioni xenofobe e razziste e per le numerose falsità che condivano i suoi discorsi, messe in evidenza da quotidiani di primo piano nel mondo della carta stampata U.S.A. come The Washington Post, The New York Times, e il Los Angeles Times. Ciò nonostante Trump ottiene la nomina nelle primarie con 14 milioni di voti, stabilendo il record di tutti i tempi nelle primarie del Partito Repubblicano. Tra lo stupore generale, disattesi i risultati dei sondaggi, che davano per vincente Hillary Clinton, il meccanismo elettorale della democrazia U.S.A, ha incoronato in Donald Trump il quarantacinquesimo Presidente degli Stati Uniti, anche se di stretta misura e ciò benché il voto popolare abbia dato il suffragio maggiore alla Clinton.
A questo punto non possiamo non cogliere l’occasione per vedere come si svolgono le elezioni del Presidente degli Stati Uniti d’America e mettere nel paniere della nostra cultura politica le loro modalità. Esse sono fissate dalla prima sezione dell’articolo 2 della Costituzione, modificato dagli Emendamenti 12, 22, 23, per cui Presidente e Vicepresidente, il mandato dei quali dura 4 anni,vengono eletti da un organo collegiale che si chiama, appunto, <Collegio elettorale USA>, i membri del quale vengono eletti da ciascuno <Stato dell’Unione>.
L’elezione avviene in due fasi: nella prima fase la popolazione partecipa alla designazione dei candidati dei due principali partiti [Partito democratico e Partito repubblicano], che si svolge nelle rispettive Convenzioni Nazionali, ed è la fase chiamata delle elezioni primarie, in cui avviene l’elezione dei candidati alle cariche di Presidente e di Vice Presidente. Nella seconda fase avviene l’elezione dei cosiddetti Elettori Presidenziali [in ogni singolo Stato e in numero pari ai senatori e ai deputati attribuiti a quel medesimo Stato].
Costoro votano a scrutinio segreto Presidente e Vice Presidente. Il Presidente del Senato a seguito dello spoglio effettuato proclama il Presidente degli Stati Uniti d’America. L’elenco dei candidati per le liste elettorali è stabilito con una selezione chiamata accesso al ballottaggio, per cui solo i candidati che ottengono una solida nomina durante le convenzioni elettorali vengono inseriti nella lista. La legge elettorale prevede la possibilità per altri candidati, ma nel corso dell’intera storia degli Stati Uniti, non si è mai dato il caso che un candidato presidenziale indipendente [cioè non repubblicano e non democratico] sia riuscito ad assicurarsi un posto sulla lista elettorale presidenziale secondo questa procedura.
Non può mancare dopo questa carrellata di informazioni sull’evento internazionale dell’anno, cioè l’elezione di mister President negli Stati Uniti d’America, che vengono chiamati l’alfiere della Democrazia, un pacchetto di notizie sul concetto di democrazia, una breve rassegna a volo d’uccello sulla sua storia e una breve considerazione dal punto di vista islamico.
Il sostantivo democrazia proviene dal greco antico, poiché è nell’antica Grecia, l’Ellade, nasce l’istituzione e dal punto di vista etimologico il suo significato è “potere politico del demos [il popolo] che è uno dei tre elementi fondamentali di uno ”Stato”, i quali sono oltre al demos [popolo] anche il territorio e l’ordinamento giuridico. Entra a questo punto in scena il concetto di “sovranità”, cioè il potere di imporre coattivamente ai soggetti da cui è costituito il popolo il rispetto delle leggi da parte delle autorità politiche nell’ambito territoriale di loro efficacia. Si tratta di un sistema di governo, nel quale la sovranità è esercitata, direttamente o indirettamente, mediante votazione da parte degli aventi diritto. L’idea di democrazia, normalmente, viene associata a una realtà statuale, ma si attua anche della struttura di qualsiasi comunità, in cui il modo di prendere le decisioni al suo interno avviene mediante votazione. Vediamo adesso le due modalità, principali in cui si può realizzare la democrazia; può essere diretta e indiretta. Nella democrazia diretta il potere sovrano è esercitato direttamente dal popolo, come avveniva nella polis dell’antica Grecia, dove i cittadini, riuniti nell’agorà discutevano leggi o posizioni politiche da prendere. Nella democrazia indiretta il potere sovrano è esercitato da rappresentanti eletti dal popolo (il Parlamento). L’Italia è una repubblica parlamentare (quindi a democrazia indiretta) ma la Costituzione prevede anche strumenti di democrazia diretta: il referendum, l’iniziativa popolare e la petizione popolare.
Non è il caso di approfondire in questa sede tutte le formulazione di democrazia che da più politologi sono state elaborate nel corso della storia a partire da Platone e Aristotele per giungere alle definizioni moderne con la costellazione di termini suggestivi ideati dai moderni filosofi della politica, tutti preoccupati di mascherare la realtà che anche la democrazia è una delle tante forme di dominio dell’uomo sull’uomo, quella più idonea a dare alle masse popolari del primo mondo, soprattutto con gli attuali strumenti di comunicazione di massa, l’illusione della libertà, dell’uguaglianza e della fratellanza, il tutto a garanzia e perpetuazione nel tempo degli interessi materiali di minoranze detentrici del potere a livello planetario, che si trovano al vertice della piramide economico-finanziaria mondiale. Le elezioni americane hanno dato una conferma che tutte le alchimie elettorali hanno un obiettivo unico, che il potere resti nelle mani di chi ce l’ha e che al governo dei popoli negli ultimi tempi ci saranno persone che esprimono il basso livello spirituale e morale di coloro che ce le hanno mandate. Oggi, come oggi, noi musulmani viviamo nel tempo oscuro predetto dal Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria; il tempo dell’assenza dello Stato Islamocratico [che non ha nulla a che vedere con il simiulacro creato dall’ISIS, che non ha nulla a che vedere con l’ISLAM|] sulla faccia della terra; assenza che durerà quanto Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce, vorrà tra la fine della khilāfah [1925] e la ricostituzione della khilàfah rāshidah, il Califfato dei Califfi Ben Guidati. A questo scopo dobbiamo lavorare con umiltà e passione con timore di Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce, ed avendo sempre sotto gli occhi l’esempio e gli insegnamenti del Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria. Dobbiamo lavorare per ricostituire nel Tawḥīd l’unità dei Musulmani a partire dal nostro piccolo, chiedendo ad Allàh, l’Altissimo di sostenerci nel nostro sforzo di radicare nei cuori di tutti i credenti nella paternità divina del Sublime Corano e nella Missione apostolico-profetica di Muhàmmad, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, l’orgoglio di appartenenza a quella Comunità di cui Allàh, l’Altissimo, dice: “Siete la miglior Comunità fatta uscire nell’umanità”, per operare nel Sublime Corano e nella Nobile Sunna alla preparazione dei cuori e delle menti al grande obiettivo.

E sia Lode ad Allàh
Il Signore di tutti gli universi.

N.° 202

Safar
1438
Novembre
2016

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