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Editoriale

Siamo entrati in Sha’bàn, il mese che precede Ramadàn, il mese nel quale il Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, soleva digiunare spesso nella prima metà del mese, un digiuno nàfl (super-erogatorio) che i fedeli eseguono per devozione al Profeta [s].
In esso c’è una notte, quella del 15, quando la luna è piena, che si chiama làylatu-l-barā‹ah [la notte di liberazione dal fuoco], in cui si svolge una particolare veglia notturna di adorazione [qiyāmu-l-làyli].
In questa notte, nell’anno 2 dopo l’Egira, avvenne il cambiamento della direzione del rito di adorazione [dalla direzione verso al-masgid al-Àqsā (Gerusalemme) a al-Màsgidu-l-Harām (La Mecca)], un evento di fondamentale importanza, accaduto durante il rito d’adorazione della notte in una moschea alla periferia di Medina, cui venne dato il nome Masgidu-l-qiblatàyn [la Moschea delle due qìble], dato che il Profeta [s], ricevuta la rivelazione, mentre stava dirigendo il rito, si volse dalla direzione verso nord a quella verso sud.
Come tutti gli anni la Direzione del Centro programma in questo mese il calendario delle attività che, se Allàh vuole, saranno svolte nel mese di Ramadàn, il cui inizio probabile è in uno dei giorni della fine del mese di giugno e produce la imsakìyah [la tavola degli orari dei riti d’adorazione con l’indicazione dell’ora dell’ imsāk (inizio dell’astinenza) dell’iftār (la rottura del digiuno) e del tarawīh (il rito notturno, che viene eseguito congregazionalmente in moschea, nel mese di Ramadān, dopo il rito della notte
(Salātu-l-‛ishā‹)].
Come ogni anno ci sarà, sempre Allàh volendo, la presenza al Centro di uno shàykh dotto in scienza islamica e dalla bella voce per la recitazione del Sublime Corano nel tarawīh e per fare lezioni di dottrina e di pratica dell’Islàm.
Buona lettura.

N.° 187

Sha'bàn
1435
Giugno 2014

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