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Scienza - L’occhio

Ci basta aprire gli occhi e, nella misura in cui l’occhio funziona percepiamo forme e colori: vediamo! Questa è la funzione per cui Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce, ha creato l’occhio. Con certezza matematica il 99,99 per cento degli uomini nemmeno si sogna che questo fatto “naturale” è il risultato di una complessa rete di meccanismi biologici. L’occhio riceve dal mondo esterno la luce e la converte in figure chimiche, che, elaborate dal cervello si trasformano nelle immagini che percepiamo. È il cervello l’”autore” della visione! Quando, anni or sono, feci il servizio militare, in quel tempo obbligatorio, durante l’addestramento al combattimento notturno venni a conoscenza che nell’occhio sono presenti coni e bastoncelli, che, mettendo gli occhi in una certa maniera, che oggi non ricordo più quale fosse, dopo tanto tempo, permettono la visione notturna del bersaglio. Recenti studi sull’occhio hanno rilevato la presenza di altri recettori, oltre ai coni e bastoncelli, che convertono gli stimoli luminosi ingranditi dal cristallino in segnali elettro-bio-chimici. Questi recettori sono stati identificati in diverse cellule gangliari della retina e denominato con neologismi tratti dal greco: melano-psina [dal greco melanos = nero + opsis vedere] e criptocromi [kriptos = nascosto + kromos = colore]. Questi recettori svolgono un ruolo essenziale nella sensibilità alla luce e non è da escludere che essi partecipino al complesso orologio interno, l’orologio circadiano [l’orologio attraverso il quale percepiamo senza accorgercene la nictemera (giorno e notte) sinronizziamo il nostro bio-ritmo interno a quello esterno.
È dallo studio dei meccanismi dell’occhio, l’ottica, che ha avuto come padre il famoso scienziato musulmano Ibn Haitham, che l’uomo ha “ prodotto” la macchina “fotografica” a imitazione di quel miracoloso organo, che è l’occhio, che Allàh creò in Adamo, esattamente come noi lo abbiamo! Il Pensiero che l’occhio, l’organo della vista, sia il risultato di una evoluzione determinata nelle sue sequenze cronologiche da caso e circostanze ambientali, mutamenti fisiologici e quant’altro è certamente indizio di demenza teologica, funzionale a un destino infernale.

N.° 187

Sha'bàn
1435
Giugno 2014

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