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FUNERE MERSIT ACERBO
IN MEMORIA
DI KARÌM SALÀH

È il titolo di un sonetto del poeta dell’800 - Giosuè Carducci – tratto da un verso dell’Eneide di Virgilio nel quale – parlando dei bambini morti prematuramente dice: <Abstulit atra dies et funere mersit acerbo> [Li strappò il nero giorno e li sommerse in morte acerba].
Questo titolo mi è venuto in mente, quando sono venuto a conoscenza della tragica scomparsa di Karìm Salàh, uno dei ragazzi del Centro Islamico, nel giorno della Festa della Rottura del Digiuno, domenica 25 giugno, subito dopo il ricordo della Parola di Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce, che nel Sublime Corano, dice:
<<<Certamente, vi metteremo alla prova con qualcosa della paura, della fame, della perdita di beni e di persone e di frutti. Annuncia, perciò, una buona novella ai pazienti! (155)
Su coloro che, quando una sventura li colpisce, dicono: “In verità, apparteniamo ad Allàh e, in verità, a Lui noi facciamo ritorno!” (156),
(scendono) benedizioni e misericordia da parte del loro Signore! Quelli sono i ben guidati (157) >>>.
Alla luce di queste ayāt, e consapevoli, che nulla accade, indipendentemente dal volere di Allàh, l’Altissimo, i genitori di Karìm Salàh hanno affrontato la perdita del figlio con il forte sentimento dell’Islàm della pazienza e l’accettazione del decreto divino.
Soprattutto la madre, come testimoniato dal padre.
La Direzione del Centro Islamico ha deliberato di intestare a Karìm un’aula della Scuola al-Rahmàn del Centro, che egli ha frequentato con profitto.
Karìm è vivo
nel Paradiso dei Martiri.

N.° 207

Shawwàl
1438
Luglio
2017

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