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IL
GALLEGGIAMENTO

Il galleggiamento non dipende dal peso, o dal volume di un corpo, ma a parità di peso dipende dalla sua forma e a parità di volume un corpo più  pesante  affonda  di più. Fu il siculo-greco Archimede, il quale enunciò la legge, che governa il fenomeno del galleggiamento: Un corpo immerso in un fluido riceve una spinta verso l’alto pari alla forza peso del fluido spostato. Stava facendo il bagno in una vasca quando capì come funziona il meccanismo e saltato fuori da essa si mise a correre, coprendo le parti pudende con un asciugamano e gridando la parola che lo rese immortale: Eurèka! Eurèka! [Ho trovato! Ho trovato!]. Pensate alla Concordia, la nave da crociera che è naufragata all’Isola del Giglio [che quando il cielo è terso si vede da Montepescali] a causa di una falla provocata nello scafo da uno scoglio. Era una città galleggiante, emergeva dal mare come un grattacielo e stava a galla perché la forma del suo scafo spostava un grande volume d’acqua, che generava una spinta dal basso in alto, che contrastava il peso dell’intera nave, perché gran parte del suo interno è pieno d’aria, sicché la nave si immergeva fino al livello, in cui il suo peso era  uguale al peso dell’acqua “spostata”, cioè dell’acqua occupata dalla parte immersa della nave. Rispetto alla superficie dello scafo, parte sommersa della nave, la superficie della falla provocata dallo scoglio era minima, ma è stata sufficiente a far affondare a poco a poco l’immensa nave. E adesso sapete perché una nave sta a galla, grazie alla legge di Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce, scoperta da Archimede, ma sapete anche che la nave va a fondo per la stessa legge, se nello scafo si produce una falla. La nave è la metafora del comportamento del Musulmano, che sta a galla [vive nell’ortodossia] se viene rispettato il codice di comportamento islamico, ma se in esso si produce una falla, qualora essa non venga riparata subito, il comportamento islamico va a fondo, più o meno velocemente, a seconda dell’ampiezza della falla. Quindi, controlliamo sempre che il nostro scafo sia immune da falle, non avventuriamoci tra gli scogli della vita terrena, onde evitare incidenti, e attrezziamoci adeguatamente in conoscenza religiosa per riparare eventuali falli.

N.° 194

Muhàrram
1437
Ottobre
2015

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