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RISPOSTE TELEVISIVE
DEL PRESIDENTE
DEL CENTRO

Sono molte le tematiche, sulle quali, abitualmente, il dott. Ali Abu Shwaima, Presidente del Centro Islamico di Milano e Lombardia, viene sottoposto a interrogatorio di terzo grado da parte del conduttore o della conduttrice di trasmissioni televisive, in cui l’argomento è l’ISLAM. Il Messaggero dell’Islàm, quindi, a beneficio dei suoi lettori ha pensato bene di intervistare il dott. Abu Shwaima, facendogli le domande che vengono fatte di solito.
Dott. Alì, qual è la risposta che dà, quando le viene fatta la domanda su cosa dice l’Islàm a proposito del tatuaggio?
Risposta:
Il tatuaggio può essere diviso in due tipi: quello temporaneo e quello permanente. Per quello temporaneo, dal punto di vista islamico, non c’è problema né deviazione. Per quello permanente, specialmente quando vengono usati strumenti invasivi, che possono causare problemi igienici e provocare menomazioni del corpo, siccome l’uomo non è padrone del suo corpo, l’Islàm lo proibisce perché non è lecito all’uomo danneggiare il corpo che gi è stato dato per adorare Il suo Creatore. Se uno si taglia la mano è un reato di mutilazione. Ribadisco, quindi, che qualsiasi cosa che può causare a se stesso del male è proibito dall’Islàm. Per questo l’Islam proibisce l’infibulazione, il taglio dell’orecchio il marchiare a fuoco persone o animali e così via. E quindi anche il tatuaggio permanente, non essendoci una legislazione che impone di farlo in luoghi adeguati dal punto di vista igienico-sanitario, dato che vengono iniettati degli inchiostri che possono dare delle allergie e che arrivano a dare shock o collasso. Quindi, l’Islàm usa il principio di precauzione che è la miglior cura. Il tatuaggio permanente potrebbe essere vietato nell’Islàm.
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Dott. Alì, qual è la risposta che dà, quando le viene fatta la domanda su cosa dice l’Islàm a proposito delle bambole?
Risposta:
In certi paesi ci sono delle tradizioni locali che proibiscono ciò che islamicamente proibito non è, come le bambole! Il giocar con le bambole, non solo non è proibito nell’Islàm, ma viene, anzi, consigliato come metodo educativo per le bambine al fine di marcare l’identità sessuale, in funzione della maternità Il Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, raccontò ‘ā‹ishah, la madre dei Credenti, che Allàh si compiaccia di lei, un giorno entrò in casa e la vide giocare con delle bambole. Egli sorrise e, scherzosamente disse. “Questi sono i tuoi figli?”. Non fece nessuna osservazione né le impedì di continuare a giocare Chi dice che nell’Islàm è proibito giocare con le bambole dice frottole.
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Dott. Alì, qual è la risposta che dà, quando le viene fatta la domanda su cosa dice l’Islàm a proposito dell’esercizio di arti marziali e sport violenti da parte delle donne?
Risposta:
Per quanto riguarda le arti marziali e gli sport violenti l’Islàm, come in ogni ramo di attività, prescrive l’adozione del principio di precauzione; per cui alla luce di questo principio esso consiglia ai genitori di far apprendere da parte dei loro figli la pratica di qualsiasi sport, purché non sia in praticato in modo estremo, tale da poter pregiudicare la loro vita. Anche lo sport marziale può essere praticato sia dai maschi sia dalle femmine con tutte le precauzioni, per non farsi del male. Non è proibita la boxe, per esempio, poiché in essa si mettono dei guantoni, che proteggono l’avversario da colpi che possono essere molto pericolosi.
Dott. Alì, qual è la risposta che dà, quando le viene fatta la domanda su cosa dice l’Islàm a proposito della musica?
Risposta:
Una persona musulmana viene invitata spesso nel Corano a riflettere sulla creazione e la sua bellezza e i rumori delle creature come il canto degli uccelli il mormorio dell’acqua di una cascata, il vento a mattino, la voce umana, che è una delle più belle e che nell’Islàm è stata scelta, per rispetto della dignità umana, come mezzo di appello dei fedeli al rito di adorazione. L’armonia musicale fa parte della bellezza del creato e Allah è bello e ama la bellezza. La musica strumentale si può anche insegnare, ma l’Islàm anche qui mette in onda il principio di precauzione. Per prevenire danni che possono essere causati. La musica, quando i suoni di essa sono più alti di quelli che il timpano può sopportare, è vietata, poiché nell’Islàm ogni eccesso è proibito. La scuola può avere un ruolo di educazione sia nella musica sia nell’insegnamento dei gravi danni alla salute che provengono dal fumo, dall’assumere sostanze stupefacenti, dal consumo di bevande alcoliche, le quali hanno devastanti effetti anche se assunte abitualmente in piccole dosi e oltre a ciò è importante nel suo ruolo educati vivo l’insegnamento del rispetto dell’altro e del diverso contro il bullismo.

N.° 196

Giumada II°
1437
Feb/Mar
2016

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