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IL MESE DI SHAWWĀL
EVENTI DI RILIEVO NEL TEMPO DELLA MISSIONE PROFETICA

1° SHAWWĀL
DELL’ANNO 1° DELL’EGIRA
MATRIMONIO DEL PROFETA, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, con ‘Ā‹ISHAH, che Allàh si compiaccia di lei.
<<Non si muove foglia che Iddio non voglia>>. È un proverbio italiano che, con precisione linguistica e chiarezza concettuale informa ogni dotato di intelligenza che nulla avviene indipendentemente dal volere di Dio, il Quale in un Libro pubblicato 1400 anni or sono ha fornito la indiscutibile prova documentale della propria divinità. Questo Libro è il Corano nel quale l’Autore [Iddio/Allàh] definisce Maometto suo Apostolo e Sigillo della Profezia, affidandogli la missione di essere, oltre che trasmettitore della Sua Parola anche esegeta, modello di comportamento, maestro di vita e egli stesso autore di <norme regolamentari>. Ecco cosa scrisse di lui Alphonse de La Martine: <<Filosofo, oratore, apostolo, legislatore, guerriero, conquistatore di idee, restauratore di credo razionali, di un culto senza immagini; il fondatore di venti imperi terrestri e di un impero spirituale, questo è Muhàmmad. Prendendo in considerazione tutti gli standard, con cui misurare la grandezza umana, è lecito chiedersi se esiste uomo più grande di lui?>>. La sua domanda, evidentemente retorica, in quanto porta implicita la sua risposta: “No! Non esiste un uomo più grande di lui”.
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La teen ager ‘Ā‹ishah, figlia di Abū Bakr, che Allàh si compiaccia di lui, la madre dei Credenti, che Allàh si compiaccia di lei, fu per nove anni moglie dell’uomo di cui sopra, il profeta di Allàh/Iddio, Muhàmmad, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, per ordine di Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce, da 10 ANNI a 18 ANNI, per essere, grazie alla sua straordinaria intelligenza e prodigiosa memoria la <FONTE DI CIRCA 1210 TRADIZIONI> e la TRADIZIONE PROFETICA, come tutti dovrebbero sapere, è la <seconda rotaia> [la prima essendo il Sublime Corano>] del BINARIO, su cui si muove l’ISLAM, la religione seguita, oggi, da circa duemila milioni di fedeli diffusi in tutte le regioni del pianeta Terra. ‘Ā‹ishah, che Allàh si compiaccia di lei, - delle Compagne del Profeta, che Allàh si compiaccia di tutte loro, che trasmisero fatti, detti, precetti di lui, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria – fu quella che, per la sua posizione coniugale, ebbe modo, più delle altre di conservarne una maggior quantità di insegnamenti di dottrina e di pratica dell’Islam. Conosceva a memoria, in sovrappiù, la Storia degli Arabi e la loro Poesia. Morì all’età di 68 o di 70 anni ed è sepolta nel famoso Cimitero di Medina, detto giannatu-l-Bāqī.
1° SHAWWĀL
DEL 2° ANNO DELL’EGIRA
Viene ordinata la celebrazione solenne del rito di adorazione congregazionale della Festa della Rottura del Digiuno di Ramaḍān

6 SHAWWĀL
DELL’ANNO 3° DELL’EGIRA
Battaglia del monte Uḥud
Nelle vicinanze di Badr, un’oasi a sud di Medina, sulla carovaniera che collega lo Yemen a Damasco (capitale della regione siriana nell’impero bizantino) i Musulmani, benché inferiori per numero e armamento, sbaragliano l’armata meccana. L’evento si commemora il 17 del mese di Ramaḍān, la data della battaglia, che, malgrado la sua limitata portata bellica, è il momento di inizio della vittoriosa resistenza dei Musulmani ai reiterati tentativi delle forze della reazione politeistico-idolatrica della Mecca di distruggere lo stato islamocratico di Medina, di cui il Profeta è Capo spirituale e politico e la sovranità del quale è riconosciuta ad Allàh, rifulga lo splendore della Sua Luce. Più volte, negli anni successivi alla sconfitta subita a Badr, le forze anti-islamiche della reazione idolatrico-politeistica della Mecca aggrediscono militarmente la Comunità musulmana di Medina per cancellare l’Islàm dalla penisola araba, ma i loro tentativi falliscono. Nell’anno 625 e.v. l’aggressione viene fermata con la battaglia al monte Ùhud nelle vicinanze di Medina. La battaglia fu un vero e proprio disastro per i Musulmani, i quali, pur avendo a portata di mano la vittoria, furono sgominati dalla cavalleria meccana e messi in fuga. Il Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, fu ferito e la sua vita fu in grave pericolo. Il capovolgimento delle sorti della battaglia fu causato dalla disobbedienza del reparto di arcieri, ai quali il Profeta, Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, aveva ordinato di mantenere una posizione dominante con la consegna di non abbandonarla per nessun motivo. Gli arcieri, visto che i Meccani a un certo punto dello scontro avevano cominciato a darsela a gambe, abbandonarono la posizione per partecipare al bottino. Di questa disobbedienza approfittò Khālid bin al-Walīd, comandante della cavalleria meccana, per prendere alle spalle i Musulmani, che si diedero alla fuga. I Meccani non approfittarono del successo, per cui il Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, benché ferito riprese in mano la situazione e, con i volontari che lo avevano seguito, si mise in marcia in ordine di battaglia contro i Meccani, che si erano messi in movimento verso Medina. Gli invasori, sorpresi dell’inaspettato nuovo capovolgimento della situazione sul campo, fecero un rapido dietro front, dandosi disordinatamente alla fuga, nonostante gli sforzi dei loro comandanti per trattenerli. Con il favore di Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce, e la determinazione del Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, Medina fu salva e l’Islàm divenne più forte e preso in considerazione dalle Tribù dell’Arabia.

SHAWWĀL DELL’ANNO 5
Assedio di Medina da parte della Coalizione anti-islamica costituita dai Coreisciti della Mecca, che vogliono lavare l’onta di Badr e lo scacco subito al monte Uhud, dalle Tribù beduine, e dagli Ebrei di Khàybar. L’evento è ricordato come “la guerra del Fossato”, in quanto, avuto sentore di grandi preparativi militari della Mecca, il Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, su suggerimento del compagno Salmān, il Persiano, fece scavare un fossato nella parte della città esposta alla pianura. L’assediò fallì. Fu Allàh, rifulga lo splendor della Sua Luce, a sconfiggere da solo gli Aḥzāb [i Confederati] con il vento, costringendoli a levare l’assedio.

N.° 207

Shawwàl
1438
Luglio
2017

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