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CHE FARE ?

IN VISTA DELLE ELEZIONI EUROPEE

Il 4 marzo non tutti gli Italiani aventi diritto al voto si sono recati alle urne, ma da quelli che si sono recati a votare è uscito un verdetto, dal quale è emerso vero quello che non ci si aspettava, cioè il successo politico su scala nazionale di ambienti apertamente ostili all’Islàm, che in campagna elettorale hanno espresso lo loro ostilità con grande violenza verbale, per non dire dell’uso fatto di vangeli e rosari come strumenti di persuasione di pancia a un voto «in difesa della razza», «in difesa dell’identità nazionale», affermandosi che «l’Islàm è incompatibile con i nostri valori».
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Le forze politiche, che avevano in mano il Governo della Repubblica e che nella passata legislatura hanno propugnato lo Jus Soli, di cui la legge istitutiva era passata in una delle due Camere, avendo esse la maggioranza, sono uscite sconfitte nel confronto elettorale.
Oggi, queste forze sono costrette, essendo minoranza parlamentare, all’opposizione. Nessuno dei Partiti in lizza ha ricevuto dal corpo elettorale la quantità di suffragi per aver diritto a governare con la maggioranza parlamentare necessaria a dare la fiducia al Governo e le due forze politiche, che hanno ricevuto dall’elettorato le fette più grandi della torta sono tra loro incompatibili, per cui, solo dopo aver trovato una soluzione compromissoria - avvenuta dopo un poco edificante mercanteggiamento - esse sono giunte all’elezione della seconda e della terza carica dello Stato [il presidente del Senato e quello della Camera]. Hanno avuto inizio le attività di ricerca della quadratura del cerchio da parte dei leader delle due formazioni più votate dagli Italiani, che – come si è detto – non sono omogenee, non volendo gli uni e gli altri mischiare la lana con la seta. Nonostante tutto ciò i due colossi si sono messi d’accordo e hanno dato vita a un Governo che ha avuto la fiducia e che ha un Premier [Presidente del Consiglio] e due vice-premier: uno della Lega (Onorevole Salvini) e uno del Movimento 5 Stelle (Onorevole Di Maio). Il primo è il Ministro degli Interni e il secondo il Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Il Corpo elettorale della Repubblica che detiene la Sovranità ha affidato loro il governo dello Stato e a detta di molti osservatori competenti in materia politica questo Governo starebbe portando l’Italia al disastro, che Allàh non voglia. C’è da rilevare, purtroppo, che l’Onorevole Salvini, ministro dell’Interno sta assumendo atteggiamenti i cui confini con la legalità repubblicana si fanno di giorno in giorno sempre più meno chiari, perché si stanno manifestando sempre più chiaramente in violazione dei principi garantiti dalla Costituzione con sfumature largamente percepite come espressioni di razzismo, di xenofobia, di suprematismo dell’ «uomo bianco» di non confessata, ma desiderata deriva populista verso il «conflitto di civiltà » a seguito della propaganda mendace sul pericolo di attacco all’identità nazionale da parte dell’immigrazione e specificamente da quella proveniente dal mondo islamico. L’uomo della strada milanese dice: «düra minga, non può durare!». Infatti, il cavallo di battaglia della politica salviniana è il contrasto al fenomeno immigratorio, atteggiamento stigmatizzato anche dalla Chiesa, dei i rosari dei crocifissi e dei vangeli, della quale egli si è indebitamente appropriato per la sua propaganda islamofobica, che serve a distrarre gli Italiani dalle altre urgenti priorità della vita quotidiana. Questa monorotaia politica di istigazione di sghembo all’odio di matrice razzista e all’odio di matrice anti-islamica hanno rivelato la loro efficienza in diversi recenti episodi di violenza fisica contro l’uomo nero, che, uscito dalla filastrocca infantile, è presente all’angolo della strada, e contro la musulmana velata, che viaggia in autobus per i fatti suoi, o quella che per i fatti suoi cammina per la strada, come viene loro garantito dalla Costituzione repubblicana, che vengono aggredite con la lingua e con la mano da vittime della propaganda anti-islamica posta in essere dal massimo responsabile dell’Ordine pubblico e della Sicurezza di tutte le persone presenti sul territorio della Repubblica. Il contrasto ha da essere attuato con l’attivismo capillare di ognuno dei più di centomila musulmani presenti legalmente sul territorio della Repubblica per chiarire, possibilmente con precisione linguistica e chiarezza concettuale, la visione del mondo dell’Islàm e le linee maestre del suo codice di vita, allo scopo di dimostrare l’infondatezza delle minacce all’identità nazionale, utilizzate dal politico leghista a fini elettorali, dato che sono imminenti le Elezioni europee.

N.° 212

Shabàn 1440
Aprile 2019

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