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Expo Milano 2015
e la Grande Moschea

Finalmente, l’Esposizione Universale [Expo Milano 2015] ha avuto inizio, come da programma, il primo maggio e chiuderà i battenti al 31 0ttobre del corrente anno. Per sei mesi, quindi, Milano diventerà una vetrina mondiale, in cui i Paesi mostreranno il meglio delle proprie tecnologie, per dare una risposta concreta a un’esigenza vitale: riuscire a garantire cibo sano, sicuro e sufficiente per tutti i popoli, nel rispetto del Pianeta e dei suoi equilibri. L’area espositiva è di 1,1 milioni di metri quadrati, più di 140 tra Organizzazioni internazionali e Paesi sono coinvolti e oltre 20 milioni di visitatori sono attesi. Questi sono i numeri dell’evento internazionale più importante dell’anno che avrà luogo a Milano, la metropoli lombarda. Expo Milano 2015 si propone come piattaforma di un confronto di idee e soluzioni condivise sul tema dell’alimentazione, come stimolo per la creatività dei Paesi che ad essa partecipano e come evento di promozione di innovazioni per un futuro sostenibile. Inoltre, essa offre occasione di conoscenza e di assaggio dei migliori piatti del mondo e di scoperta delle eccellenze della tradizione agro-alimentare e gastronomica di ogni Paese. Per la durata della manifestazione, la città di Milano e il Sito Espositivo saranno animati da eventi artistici e musicali, convegni, spettacoli, laboratori creativi e mostre.
In vista di questo evento di straordinaria importanza per la Città e per la sua l’immagine, da quando essa era stata scelta per l’Esposizione Universale, il Centro Islamico di Milano e Lombardia, che già da lungo tempo sollecitava il Governo della Città a dare alla Metropoli, la Grande Moschea, ha fatto diverse istanze per la sua realizzazione in tempo utile, ma sempre a vuoto, per cui il tempo dell’ EXPO è arrivato, ma Milano la Grande Moschea non ce l’ha. Milano, la cui importanza socio-culturale ed economico-finanziaria è di livello europeo, nel panorama della capitali politiche e culturali d’Europa, è l’unica, che non ce l’ha! Soltanto Milano non ha la grande Moschea, cioè un edificio nello stile architettonico dei capolavori, patrimonio dell’umanità, prodotti dalla civiltà islamica. Non ha una Grande Moschea che ne avrebbe fatto oltre che capitale morale d’Italia, come venne classificata, a suo tempo, anche una capitale dello spirito nella sua manifestazione islamica. Ognuna delle amministrazioni che sono state al governo della Città hanno perduto l’occasione storica di dotare la Metropoli della Grande Moschea, dopo che durante l’Amministrazione Pillitteri, sul territorio della Città, al confine con la Città di Segrate, fu realizzato quel gioiello architettonico con cupola e minareto, che è la Moschea al-Rahmàn, la moschea del Misericordioso, il primo luogo di culto islamico in Italia con cupola e minareto, dopo la distruzione della Moschea Grande di Lucera dei Saraceni, nelle Puglie, nell’anno 1299 ad opera della cosiddetta crociata angioina, al tempo nel quale il meridione d’Italia era caduto nelle mani della casa principesca di Anjou [gli Angioini]. Durante quella Amministrazione, che fu di sinistra, venne stipulato un accordo tra il Centro Islamico e il Comune di Milano, in base al quale il Comune concesse al Centro Islamico il diritto di superficie per la costruzione di una grande Moschea in un’area di proprietà comunale, ubicata nella via del Ricordo. Le vicende dell’epoca determinarono la decadenza per decorrenza di termini di realizzazione di alcune modifiche dell’ingresso con l’installazione di attrezzature di accesso per disabili. Tale decadenza dal diritto di superficie venne interpretata dall’Amministrazione di destra, succeduta a quella Pillitteri, come un segno del cielo contro la Moschea, per cui la ri-proposizione della domanda di rinnovo dell’accordo, stipulato con l’amministrazione precedente, venne snobbato dalle due amministrazioni di destra che si sono succedute dopo Pillitteri al governo della Città. Nelle ultime elezioni comunali, poi, il concorrente alla poltrona di Sindaco, l’Avvocato Pisapia, di sinistra, in campagna elettorale si pronunciò - apertis verbis – per l’esigenza di dotare la Città di una Moschea, anche menzionando l’EXPO e questa sua dichiarazione esplicita in favore della moschea per l’Expo fu determinante per la sua elezione, dato che il numero degli aventi diritto al voto musulmani, che in città si aggira attorno alle 10.000 unità, è stato di gran lunga inferiore ai “voti”, persi da lui a causa della sua dichiarazione pro-Moschea nell’area elettorale dei non-schierati. La domanda di ripresa di contatti per la realizzazione della Moschea in via del Ricordo in vista dell’EXPO, area ancor oggi ancora non edificata, non è stata però presa in considerazione. Nel frattempo l’Amministrazione ha istituito un Registro della Associazioni Culturali e Religiose e ha fatto un bando di concorso per tre aree di proprietà comunale per l’edificazione di luoghi di culto. Il Centro Islamico di Milano e Lombardia, regolarmente iscritto all’Albo delle Associazioni Religiose, ha presentato una offerta per ciascuno dei tre siti, messi all’asta e in data 7 maggio ultimo scorso la Commissione comunale, che ha provveduto in pubblico all’apertura delle buste e alla valutazione delle proposte., ha ammesso il Centro Islamico a concorrere per l’assegnazione dei siti e nei prossimi giorni saranno aperte le buste riguardanti l’aspetto tecnico e quello economico per la valutazione finale e l’assegnazione. La Regione, amministrata dalla Destra e a presidenza Leghista ha votato una legge regionale che mette tanti paletti alla autorizzazione dell’apertura di un luogo di culto, da essere definita una legge regionale anti-Moschea. In una intervista concessa a una giornalista del Corriere della Sera, il dott. Ali Abu Shwaima [storico fondatore e imàm], Presidente del Centro Islamico di Milano e Lombardia, ha dichiarato: “Edificheremo, se Dio vuole, una nuova moschea, degna di questo nome. L’esperienza c’è, siamo sul territorio da 40 anni e se le buste con i tre piani sono state depositate all’ultimo momento è solo perché c’è voluto tempo per scrivere tutto quello che abbiamo fatto, i rapporti con le altre religioni, le istituzioni, le organizzazioni internazionali, possibili punti al momento del conteggio finale e dell’assegnazione. In caso di assegnazione faremo, se Allàh vuole, un grande monumento, che nei dettagli non è ancora pronto, ma lo faremo presto. Se dovessimo vincere su tutte le aree, ne sceglieremo una”. Noi Musulmani sappiamo bene che nulla è indipendente dal volere di Allàh, rifulga lo splendor della sua Luce, per cui aspettiamo quello che accadrà, già fin da ora contenti di ciò che Allàh, l’Altissimo, ci farà sapere attraverso l’esito della nostra partecipazione alla gara per costruire. Allàh sa, mentre noi non sappiamo.

N.° 191

Ràgiab
1436
Maggio 2015

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